A un anno dalla morte di Claudio Caligari, regista del film Non essere cattivo, uscito dopo la sua scomparsa e candidato a 16 David di Donatello 2016, Sky Cinema Cult, giovedì 26 maggio alle 21.00, programmerà Amore tossico, film di culto ambientato tra la spiaggia di Ostia e il quartiere Centocelle di Roma, che tratta della dipendenza dall'eroina che afflisse molti giovani negli anni ottanta.
Ci sono registi, che anche con un solo film possono di diritto entrare nella storia del cinema. Uno di questi è Claudio Caligari che ci lasciava esattamente un anno fa. Per ricordarlo Sky Cinema Cult, giovedì 26 maggio alle 21.00, trasmetterà Amore tossico, pellicola di culto ambientato tra la spiaggia di Ostia e il quartiere Centocelle di Roma, che tratta della dipendenza dall'eroina che afflisse molti giovani negli anni ottanta.
Il film, uscito nel 1983, che letteralmente folgorò la platea della mostra del cinema di Venezia e vinse da outsider “il Premio De Sica” rappresenta l’essenza stessa dei cinema di Caligari. Toni crudi, quasi documentaristici, un gruppo di “coatti” di borgata dipendenti dall'eroina. Ragazzi disposti a tutto per procurarsi la loro dose giornaliera e che vanno avanti e indietro tra Roma e il Lido di Ostia. Sulla verità di questo film, basti vedere il destino tragico dei protagonisti, tutti attori non professionisti. L'attore Cesare Ferretti, pur essendo riuscito a disintossicarsi dall'eroina, è morto di Aids nel 1989. Stesso destino di Patrizia Vicinelli, morta due anni dopo, che era in realtà una poetessa del Gruppo 63. Michela Mioni, protagonista femminile, ha avuto invece diversi guai giudiziari. Loredana Ferrara, un'altra delle interpreti, è morta nel settembre 1991, mentre l'attore che interpreta Ciopper (Roberto Stani), dopo aver collaborato a diversi progetti teatrali con il Cetec (Centro Europeo Teatro e Carcere) è morto anche lui nel 2011 per malaria in Africa.
Si potrebbe pensare, stando alla mera cronaca, che questi ragazzi descritti nella prima pellicola di Caligari, in fondo erano già delle vittime predestinate sull’altare della droga. Se, invece, si cerca di allargare l’orizzonte si vede chiaramente che il viaggio intrapreso dal regista non era che l’inizio di un lungo percorso, quasi il cogliere di una mutazione genetica intravista da Caligari e che approfondirà nelle sue due successive pellicole. L’odore della notte del 1998 e soprattutto nel suo ultimo e postumo Non essere Cattivo del 2015. Non si tratta soltanto di fattori temporali ma di comprendere che nel frattempo si è resa palese la rivoluzione culturale che ha reso i ragazzi di fine anni novanta, come quelli di oggi, aspiranti borghesi. Vogliosi sì "farsi", ma anche frequentare locali e comprarsi scarpe inglesi. Come Pasolini aveva già intuito, e come spesso lo stesso Caligari ripeteva, in “Amore Tossico moriva il mondo pasoliniano fatto di ragazzi che mantenevano al loro interno una sorta di ingenuità. Rubavano per farsi e prendere da chi aveva di più era per loro un modo di rimediare all'ingiustizia della disparità sociale". Quelli arrivati dopo, descritti in Non essere cattivo “tendono a confondersi con la malavita, non sono sporchi, brutti e cattivi come quelli di Amore tossico, si vestono invece bene, vogliono il Rolex, le auto di lusso. Vogliono tutto: essere sballati, ma anche una bella vita.
All'apparenza non c’è molto altro nella filmografia di Caligari che il tunnel della droga percorse da osservatore, testimone, vittima. Ma sono i suoi caratteri forti che rendono unico il suo cinema che aveva come stelle polari Pasolini e Melville. Un cinema aspro, apparentemente "sporco" ma ricco di cultura cinefila e a questa passione, diventata lavoro, ha dedicato una vita in silenzio, fiero del suo essere uno sconfitto capace di intercettare le paure e le speranze di tutti gli sconfitti della Storia.