Fukushima - A Nuclear Story, viaggio in un disastro Made in Japan

Cinema
Pio d'Emilia
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Venerdì 11 marzo alle ore 21, a 5 anni esatti dal disastro di Fukushima, Sky Cinema Cult HD (in contemporanea con Sky TG24 HD) programma Fukushima - A Nuclear Story, un documentario in prima tv diretto da Matteo Gagliardi sulla duplice tragedia che ha colpito il Giappone. Il protagoniata è Pio d’Emilia, il giornalista italiano corrispondente per Sky TG24, la voce narrante è quella di Massimo Dapporto

Era cinque anni fa. Sembra una eternità, ma è solo un lustro. I reattori della centrale nucleare cedono ed è una tragedia. Un disastro. Venerdì 11 marzo alle 21, a 5 anni esatti dal disastro di Fukushima, Sky Cinema Cult HD (in contemporanea con Sky TG24 HD) programma Fukushima - A Nuclera Story, un documentario diretto da Matteo Gagliardi e prodotto da Teatro Studio Film Beyond, che ci condurrà in un viaggio lungo quattro anni nella duplice tragedia che ha colpito il Giappone nel marzo 2011.  Il protagonista è Pio d’Emilia, il giornalista italiano corrispondente per Sky TG24 che vive in Giappone da oltre 30 anni e che per primo è riuscito a raggiungere la "no go zone", cioè l'area di 20 chiloemtri intorno alla centrale nucleare evacuata dal governo. La voce narrante, invece, è quells di Massimo Dapporto

Nella sua meticolosa ricerca per capire che cosa stesse succedendo nel susseguirsi di eventi e decisioni governative durante e dopo la tragedia nucleare, Pio d’Emilia ha raccolto più di trecento ore di materiale girato: immagini emotivamente forti, destabilizzanti, interviste agli abitanti delle zone colpite, alle autorità locali e governative. Il suo scopo era far convergere l’attenzione sugli effetti collaterali e sociali come conseguenza delle scelte del governo e del "villaggio nucleare", come è stato ribattezzato. E', Fukushima - A Nuclear Story, un documento unico per fare luce su ciò che è realmente accaduto nella centrale nucleare di Fukushima dopo il terremoto e lo tsunami che hanno radicalmente scombussolato il contesto climatico e ambientale.

Il regista Matteo Gagliardi così ha commentato questo lavoro che lo ha impegnato per due anni: "Mi resta comunque la sensazione di non aver detto ancora abbastanza anche se ritengo sia un maturo, completo e approfondito capitolo sulla Fukushima e la sua dolorosa storia. Mi ci sono voluti due anni di lavoro e di ricerca per trovare i miei cuscinetti e di sviluppare una visione oggettiva, matura e personale della situazione. Credo che oggi il nucleare civile sia un tema sul quale ognuno di noi deve prendere una posizione".

Pio d'Emilia ha raccolto nella sua attività di corrispondente di Sky TG24 informazioni per quasi trecento ore di riprese, dall'11 marzo 2011 a oggi. Avere preso immediatamente consapevolezza della gravità della situazione è stato fondamentale per l'intero progetto, che proprio grazie all'abilità e all'intuito del giornalista ha assunto autenticità e valore documentaristico. Le interviste si concentrano in particolare sulla prospettiva umana di fronte a un disastro nucleare che ha seguito il terremoto e lo tsunami l'11 marzo 2011. Pio d'Emilia fa parlare i lavoratori coatti e sfruttati, le che spesso sono state diivise con la forza, le madri ancora oggi costrettei a fare scelte alimentari che potrebbero un giorno costituire un rischio per la salute dei loro figli. Paura, rabbia e disperazione ancora regnano su Fukushima. E a volte c'è rassegnazione.

L'Accademia Europea di Manga, partner del Yoyogi Animation Gakuin e Tokyo
Designer Gakuin College, ha disegnato una serie di pannelli in manga-style che ripercorrono la storia del nucleare, concentrandosi sulla situazione economica, politica e le implicazioni militari del disastro. Il fotografo Kenji Higuchi, che ha realizzato alcune delle prime immagini di chi lavorava all'interno di un reattore nel 1977, ha contribuito con alcuni suggestivi scatti alla produzione del documentario. Altre intense immagini sono firmate da Pierpaolo Mittica, fotografo umanista, uno dei primi a entrare nella "No Go Zone". L'utilizzo in più occasioni della tecnica ribattezzata camera mapping, che crea un effetto tridimensionale, permette al telespettatore di rivivere quei momenti terribili con grande realismo.

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