Alla Mostra del Cinema di Venezia , Mm gira, twitta e ama!
CinemaGiro di Boa per il nostro inviato allla 72.ma edizione dell Mostra del Cinema di Venezia. Tra l'esclusivo party di Vanity Fair e l'incontro con Giorgia Surina e Rupert Everett, Marco Mennillo riflette su uno dei temi ricorrenti di questo Festival: la cattiveria, raccontata da pellicole come "Non essere cattivo", il film testamento di Claudio Caligari, e dal mockumentary sull'antisemitismo "Pecore in erba"
Il mio ruolo nelle saltuarie apparizioni su Sky Cinema è molto ben definito. L'inviato "social" è uno strano animale, a metà tra la comunicazione ufficiale e quella più "guerrilla" del web. Scrivo di fatti alternativi, spesso lontani dalla copertura ufficiale che Sky a Venezia dá di un evento, ma il pass che porto al collo (e la squadra a cui appartengo), mi permettono di entrare in posti preclusi ai più.
Ora, l'inviato social che scrive e pubblica contenuti sul suo profilo twitter (ripeto il mio @MarcoMm), per sua natura è molto semplice da raggiungere. Ci sono lati positivi e negativi, perchè chiunque può replicare e partecipare alla conversazione, entrare nell'esperienza di #Venezia72, chiedermi informazioni a cui rispondo piuttosto tempestivamente e rilasciare commenti sul mio lavoro.
Ebbene, signore e signori, dopo cinque giorni di Mostra e due puntate di Mm@Venezia andate in onda in tv, è accaduto: sono sommerso dagli "haters".
Il mio profilo twitter è fucina di abbonati delusi da Sky per aver reclutato un tale disgraziato, fan di Robert Pattinson che mi insultano per la puntata sulla #PattinSOLA (come se non fosse un gioco)...
Ma ecco che, per tirarmi su il morale, arriva un po' come una coincidenza l'invito per l'esclusivissimo party di Vanity Fair. (Tra le tante prime volte, questa è l'ennesima: sono completamente fuori luogo, disadattato e non so come muovermi in un marasma di vestiti eleganti, qualche scarpa improbabile - devo dire la verità - e vip di vario tipo).
La cattiveria sembra essere un tema ricorrente anche nei film presentati quest'anno a Venezia: da "Non essere cattivo" in cui si mostra la parte più cruda della periferia romana, opera/testamento di Claudio Caligari, fino a "Pecore in Erba", che mi dicono essere un divertente mockumentary realizzato come un finto speciale di SkyTG24, apologetico dell'antisemitismo. Da un lato la crudeltà analizzata come sentimento umano, dall'altro l'estremizzazione della cattiveria per poterla esorcizzare e spegnere ogni suo potere. Un po' quello che mi è stato consigliato da moltissime star in tema di hater: ignorare è l'arma migliore per silenziare l'odio. Il risultato della mia indagine lo vedrete questa sera, alle 21.00 durante Sky A Venezia :)
Fortuna che c'è l'arte a salvarci dall'odio e, in questo, il cinema è un toccasana: per un paio d'ore ti trasporta altrove, con il telefono spento e "il mondo fuori" (come cantava Vasco... che tra qualche giorno sbarcherá al Lido). A questo proposito, mi viene in mente che forse ho una specie di record: siamo al giro di boa del Festival e non ho visto nessun film, perchè sono sempre fuori a girare. In compenso però non mi sono lasciato sfuggire l'occasione di assistere alla proiezione di alcuni capolavori in versione restaurata. Ogni sera, in Sala Darsena, ci sono i "Venezia Classici": pietre miliari del cinema rimasterizzate in 4K, come Nightmare (in omaggio a Wes Craven, recentemente scomparso, e con un giovanissimo Johnny Depp) oppure Amarcord di Federico Fellini, con una intro inedita diretta da Tornatore.
Insomma, l'amore sconfigge ogni odio e l'arte ne è un' immensa dimostrazione, quasi quanto il desiderio d'amore che leggo negli occhi dei fan che si assiepano per incontrare i propri idoli, o anche la sincera felicità di alcuni talent che incontro, quando esprimo loro la mia gioia per il fatto stesso di incontrarli: su tutti la ex-VJ Giorgia Surina, una delle ispiratrici della mia voglia di fare tv, dolcissima ed entusiasta (vedrete su twitter cosa abbiamo combinato nell'intervista!).
O l'immenso Rupert Everett, che quando ha scoperto che sono di Napoli mi ha invitato sul set del suo prossimo film su Oscar Wilde, ambientato proprio nella mia cittá. (Anche qui, trovate tutto sul social network dell'uccellino azzurro!!!).
A volte l'odio viene scacciato da un sorriso e da una giornata di sole, da un film bello e da un "grazie" o da un "continua così".
Perchè quando una persona spende cinque minuti per scrivere un tweet e fare una foto dello schermo della tv che contiene la tua performance, ti sta dando un'importanza che non avevi, prima. È un po' una medaglietta da attaccarti al petto. Un mio follower ha scritto: "Mm ha gli haters, è ufficialmente famoso". Ovviamente non è così.
Ma qui a Venezia ogni cosa insegna che l'entusiasmo, la forza e la bellezza dell'arte sono più forti di qualunque sentimento negativo. E per una persona che odia, ce ne sono cento che amano.
Haters gonna hate, Lovers gonna love!