Dal panettone al cinepanettone

Cinema
Foto da Flickr di N I C O L A (https://www.flickr.com/photos/15216811@N06/)
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Fino al 31 dicembre Sky Cinema Christmas (canale 304) manda in onda il meglio dei film natalizi, compresi gli spassosi cinepanettoni tanto popolari in Italia. Ecco storia e curiosità sul tipico dolce milanese a cui devono il nome.

A Natale panettone. È tradizione, non se ne può fare certo a meno. Ma da qualche anno a questo rito ne è stato affiancato un altro: quello del cinepanettone, il film delle festività che riunisce tutta la famiglia e che regala risate a tutti quanti. Molti dei cinepanettoni più celebri saranno al centro della programmazione di Sky Cinema Christmas, il canale 304 di Sky che fino al 31 dicembre manderà in onda il meglio dei film natalizi. Ma torniamo per un attimo al dolce che lo ha ispirato: quali sono le sue origini, quali le sue peculiarità? Ecco un rapido bigino sul tradizionale dolce milanese.

Innanzitutto, chiariamo una cosa: il panettone ha una sua ricetta ben precisa e quella va rispettata. E comprende, come ingredienti di base, acqua, farina, uova, burro, uvette e scorze di arancia e cedro candite. Ma mica messi a caso. Ci sono delle proporzioni ben precise da rispettare. Tanto per fare un esempio, uvette e canditi, che aggiungono quel pizzico di sapore al dolce, non devono rappresentare meno del 20% dell'impasto del panettone.

Non per niente, la Camera di Commercio di Milano ha registrato un marchio certificato per attestare se un panettone è prodotto o meno in maniera artigianale, stabilendo tutta una serie di paletti da rispettare. Diverso dalle sue varianti - tra cui la più popolare è senza dubbio il pandoro di Verona - non solo per gli ingredienti ma anche per la sua tipica forma cilindrica, il panettone affonda le sue radici nei secoli passati. Ma come è nato esattamente?

Come è ovvio, quando si va così indietro nel tempo è difficile separare la Storia dal Mito. Sulle origini del panettone ci sono varie leggende, una delle quali si ambienta alla corte di Ludovico il Moro, dove un cuoco disperato per avere bruciato il dolce per un banchetto decide di affidarsi al suo sguattero, di nome Toni. Questi, con gli ingredienti a disposizione (ovviamente gli ingredienti necessari a preparare un perfetto panettone!) preparò un dolce innovativo che conquistò tutti i nobili convenuti a tavola. Interrogato sul dolce, il cuoco rispose che si trattava del "pane di Toni". Da cui il nome panettone.

Un'altra diceria popolare racconta di tale messer Ughetto degli Atellani che, per conquistare la figlia di un fornaio, decise di andare a lavorare a bottega. Lì inventò un nuovo dolce che in breve riscosse un enorme successo, riuscendo così a farsi dare in sposa la ragazza. Tra tanti possibili "padri" del panettone c'è anche una madre. O meglio, una sorella, ovvero tale suor Ughetta. Del resto, sia Ughetto che Ughetta rimandano, nel nome, a uno degli ingredienti principali del panettone, ovvero l'uvetta.

La Storia, invece, quella con la S maiuscola, rimanda ad antiche origini, come il "rito del Ciocco" di casa Sforza, secondo il quale la notte del 24 si mettevano a cuocere tre grossi pani su dei ciocchi di legno. O ancora alla disposizione che, fino alla fine del XIV secolo, permetteva ai panettieri di cuocere il più pregiato pane di frumento solo in occasione del Natale.

Quel che è certo è che attraverso i secoli la popolarità del panettone crebbe a dismisura (si può quasi dire che lievitò!), fino a farne oggi il dolce tradizionale di Natale in tutta Italia. Ma pur essendo diventato un prodotto industriale, il panettone conserva una sua attitudine "verace", preservata dai tanti mastri artigiani che continuano a prepararlo con le proprie mani.

E ancora oggi sopravvivono tradizioni come quella del panettone di San Biagio: a Milano, infatti, si usa conservare un pezzetto del panettone natalizio per poi mangiarlo raffermo il 3 febbraio. Questo rito servirebbe a preservare da raffreddori e mal di gola, secondo il detto "San Biagio benedice la gola e il naso". Vale la pena provare, no?

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