Facce da Servillo

Cinema
Toni Servillo è il protagonista di "Facce da Cult", su Sky Cinema Cult, sabato 9 agosto dalle 19.20
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Il consueto appuntamento di Sky Cinema Cult con gli attori di spicco del cinema italiano e non questo mese è dedicato a Toni Servillo. Sabato 9 agosto a partire dalle 19.20. E non perdere su Sky Arte, sempre il 9 agosto, il doc 394 - La trilogia del mondo

Se si dovesse eleggere un volto atto ad esprimere il cinema italiano di oggi, questo sarebbe senz’altro quello di Toni Servillo. Nessuno meglio di lui è stato capace di mettersi a disposizione di tanti autori e registi creando ogni volta dei personaggi unici e emblematici del nostro presente. E con risultati quasi sempre superlativi.

Un lavoro, quello di Servillo, che ha contribuito a riportare il cinema Italiano ai fasti del passato e a ridargli un prestigio internazionale. Sky Cinema Cult dedica a questo splendido interprete il suo Facce da Cult (sabato 9 agosto, dalle 19.20) con tre straordinarie pellicole: l’intenso “E’ stato il figlio”, a seguire “Viva la libertà” per il quale ha ricevuto il Nastro Argento Speciale, e infine il lungometraggio dedicato alla delicata vicenda di Eluana Englaro in "Bella Addormentata".

Da non perdere, poi, su Sky Arte sempre il 9 agosto, il documentario "394 – La Trilogia del Mondo" sulla tournée teatrale Trilogia della Villeggiatura di Goldoni interpretata da Toni Servillo, andata in scena per quattro anni nei migliori teatri del mondo.

Eppure in questa parabola verso l’alto non bisogna dimenticare che tutto, per Servillo, è partito e parte da Napoli e dalla linfa vitale che invade da secoli il capoluogo campano. La città, infatti, offre, da sempre, una sterminata tradizione drammaturgica. Basterebbe citare Eduardo e Totò per comprendere su quali basi si possa e debba lavorare. Ma per Servillo la tradizione non è fine a se stessa, ma è materia viva da conservare e nello stesso tempo riproporre, da rimettere in circolo.

In una recente intervista è stato lo stesso Servillo ad esprimersi così su Napoli: “Dal punto di vista antropologico, è una miniera, se si riflette su uno dei principi base cui deve rifarsi un attore: quello di sviluppare un’acutissima capacità percettiva e una profonda capacità di osservazione della realtà. Più la realtà è varia e multiforme, più esistono elementi da cui trarre ispirazione per un attore. A Napoli si ha a disposizione un’enciclopedia di gesti, di reazioni, di controscene; questo si può osservare nella vita di tutti i giorni, assicuro che è così”.

E’ proprio su questa capacità di osservazione che è iniziata la carriera artistica di Toni Servillo. Nel 1992 assistiamo alla prima di “Morte di un matematico napoletano” diretto da Mario Martone. Dalla collaborazione con Martone, l’artista passerà a quella con Paolo Sorrentino: l’incontro fra i due si realizzerà nel 2004 con “Le conseguenze dell’amore”, interamente concentrato sul solitario e misterioso protagonista. Nel 2008 arrivano i successi di “Gomorra” di Matteo Garrone e de “Il Divo” sempre con Paolo Sorrentino. E per chiudere il cerchio (ma solamente per ora) il personaggio di Jep Gambardella de “La grande bellezza”, interpretazione, quella di Servillo, che ha contribuito a riportare l’Oscar in Italia dopo ben 15 anni di assenza.

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