Pif infiamma il Giffoni Film Festival

Cinema
Pif al Giffoni Film Festival
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Una delle rivelazioni dell’ultimo anno raccoglie l’abbraccio del popolo di Giffoni Experience. E quando dice che si sente Belen…uomo scatta il boato. Leggi l’intervista

di Fabrizio Basso
(inviato a Giffoni)


Arriva Pif, al secolo Pierfrancesco Diliberto, e il giovane popolo del Giffoni Film Festival si infiamma. Perché lui è un eroe positivo, capace di denunciare i mali dell’Italia con ironia. Quegli stessi mali che i ragazzi di Giffoni vogliono contribuire a disintegrare per costruirsi un futuro con tanti sorrisi e poche lacrime.

Pif, che pensa di Giffoni?

E’ bello avere davanti tutti questi ragazzi, c’è un senso di responsabilità forte.
Che si sente di dire ai giovani?
Non aspettate la tragedia per arrabbiarvi, fatelo subito.
Una motivazione forte.
La mia generazione ha atteso la morte di Giuliano prima di farlo mito. Non deve più succedere.
Dunque?
Troviamo i nostri eroi e proteggiamoli prima che li trovi la mafia, o la camorra o come si chiama e ce li porti via.
Per molti lei è un eroe.
Lo intuisco dall’entusiamo che c’è in giro. Sto con i piedi per terra e spero che il successo non mi cambi.
E’ trascorso un anno dall’uscita de “La mafia uccide solo d’estate”.
Sa qual è la differenza?
Il conto in banca? La popolarità?
Quella più evidente è che prima non mi calcolava nessuno e ora sono come Belen.
A vederla non ha le stesse forme.
Vabbè, intendo al maschile.
Che comporta?
Che tutti mi riconoscono e mi fermano.
“La mafia uccide solo d’estate” ha avuto un successo oltre le aspettative.
Me ne sono accorto, io temevo la reazione dei palermitani, perché all'inizio del film non facciamo una bellissima figura.
Invece l’hanno applaudita.
Perché ho mostrato il nostro orgoglio di siciliani
Ora è all’opera per la sua seconda regia.
In questo secondo film spero di mantenere la stessa freschezza e spontaneità.
E’ in arrivo a Giffoni il suo collega Richard Gere.

Con questo clima, questa gente, questi ragazzi ho davvero la sensazione di essere a Hollywood e io mi sento un po’ Richard Gere

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