Fino 27 luglio il GFF torna il palcoscenico mondiale del cinema per ragazzi. Ecco un commento all'evento del giornalista de "Il Giornale" Paolo Giordano, relatore di una Masterclass su Musica e Comunicazione
di Paolo Giordano
Il Festival di Giffoni è un caso unico al mondo. Non solo per il programma, il contesto e la clamorosa e imprevedibile partecipazione dei ragazzi intorno ai quali ruota tutto. A far la differenza è l'atmosfera. Ho in (purtroppo già) tanti anni di professione, girato e attraversato moltissimi Festival in quasi ogni parte dell’Occidente.
Ciascuno con la propria dote di bellezza e di memoria. Ma nessuno è come questo evento che si svolge alla periferia del mondo (arrivarci non è così semplice e agevole) ma per qualche settimana rimane al centro delle cronache e dei cuori. E vedrete che cosa accadrà anche quest'anno: una sfilata di ospiti italiani e internazionali che spesso riescono a essere allo stesso tempo famosi ma ancora emergenti, già autorevoli ma ancora debuttanti.
Un marchio di fabbrica che rende il Festival un caso a se stante specialmente in Italia dove tutto è assai più prevedibile. Ho bellissimi ricordi lì. Un cena sulla terrazza con i Negramaro quando non erano ancora i famosi Negramaro. Una sorta di lezione con il bravo Paolo Biamonte davanti a una platea di ragazzi interessati e curiosi, capaci di fare domande così acute e circostanziate che magari se ne ascoltassero durante le conferenze stampa.
Insomma, il Giffoni è per me un termine di paragone che anche all'estero avrebbe possibilità di trovare spazio e consenso. Sarebbe una delle poche volte nelle quali l'Italia riuscirebbe a esportare un'idea giovane di fare spettacolo e cultura non solo per i giovani.
Il Festival di Giffoni è un caso unico al mondo. Non solo per il programma, il contesto e la clamorosa e imprevedibile partecipazione dei ragazzi intorno ai quali ruota tutto. A far la differenza è l'atmosfera. Ho in (purtroppo già) tanti anni di professione, girato e attraversato moltissimi Festival in quasi ogni parte dell’Occidente.
Ciascuno con la propria dote di bellezza e di memoria. Ma nessuno è come questo evento che si svolge alla periferia del mondo (arrivarci non è così semplice e agevole) ma per qualche settimana rimane al centro delle cronache e dei cuori. E vedrete che cosa accadrà anche quest'anno: una sfilata di ospiti italiani e internazionali che spesso riescono a essere allo stesso tempo famosi ma ancora emergenti, già autorevoli ma ancora debuttanti.
Un marchio di fabbrica che rende il Festival un caso a se stante specialmente in Italia dove tutto è assai più prevedibile. Ho bellissimi ricordi lì. Un cena sulla terrazza con i Negramaro quando non erano ancora i famosi Negramaro. Una sorta di lezione con il bravo Paolo Biamonte davanti a una platea di ragazzi interessati e curiosi, capaci di fare domande così acute e circostanziate che magari se ne ascoltassero durante le conferenze stampa.
Insomma, il Giffoni è per me un termine di paragone che anche all'estero avrebbe possibilità di trovare spazio e consenso. Sarebbe una delle poche volte nelle quali l'Italia riuscirebbe a esportare un'idea giovane di fare spettacolo e cultura non solo per i giovani.