In occasione della sua uscita nelle sale il prossimo 28 novembre, Sky Cinema Cult trasmetterà un'intervista di Francesco Castelnuovo al regista del film Pif
Una commedia in cui "si ride della mafia mescolando satira e denuncia". Così Pierfrancesco Diliberto in arte Pif, ha ideato la sua opera prima, “La mafia uccide solo d'estate”, di cui è protagonista con Cristiana Capotondi.
Il film, in gara al Festival di Torino, uscirà nelle sale prossimo 28 novembre in oltre 200 sale.
La pellicola ambientata a Palermo, tra gli anni '70 e gli anni '90, è incentrata sul primogenito di una famiglia piccolo-borghese (Arturo, interpretato da Pif in età adulta e da Alex Bisconti quando è ancora un bambino) e ne segue le vicissitudini sentimentali (si innamora della compagna di classe, Flora, con la piccola Ginevra Antona e Cristiana Capotondi che si avvicendano nel ruolo) sullo sfondo dei fatti di sangue che sconvolgono la città durante il ventennio segnato dall'ascesa dei corleonesi di Totò Riina.
“La commedia arriva dappertutto, – racconta Pif – la risata o la leggerezza arriva dappertutto, credo che sia il desiderio di tutti i registi cinematografici riuscire a fare una commedia di spessore, che abbia un messaggio“. E aggiunge” "Io vengo dal mondo de Le Iene (come autore e volto di inchieste satiriche proseguite poi con Il testimone, ndr), dove ho imparato che attiri molta più attenzione se arrivi scherzando, poi tirando fuori temi importanti, come cazzotti nello stomaco, per poi tornare a ridere. La cosa fondamentale è che la satira non offenda la tragedia".
Il neoregista, palermitano, classe 1972, è ufficialmente un debuttante dietro la macchina da presa, ma non è certo un novellino tout court. Infatti, oltre ai suoi irresistibili e mai banali servizi in tv, Diliberto può vantare trascorsi di rilievo come assistente alla regia per Franco Zeffirelli in "Un tè con Mussolini", del 1998, e in "I cento passi” di Marco Tullio Giordana, del 2000.
Il film, in gara al Festival di Torino, uscirà nelle sale prossimo 28 novembre in oltre 200 sale.
La pellicola ambientata a Palermo, tra gli anni '70 e gli anni '90, è incentrata sul primogenito di una famiglia piccolo-borghese (Arturo, interpretato da Pif in età adulta e da Alex Bisconti quando è ancora un bambino) e ne segue le vicissitudini sentimentali (si innamora della compagna di classe, Flora, con la piccola Ginevra Antona e Cristiana Capotondi che si avvicendano nel ruolo) sullo sfondo dei fatti di sangue che sconvolgono la città durante il ventennio segnato dall'ascesa dei corleonesi di Totò Riina.
“La commedia arriva dappertutto, – racconta Pif – la risata o la leggerezza arriva dappertutto, credo che sia il desiderio di tutti i registi cinematografici riuscire a fare una commedia di spessore, che abbia un messaggio“. E aggiunge” "Io vengo dal mondo de Le Iene (come autore e volto di inchieste satiriche proseguite poi con Il testimone, ndr), dove ho imparato che attiri molta più attenzione se arrivi scherzando, poi tirando fuori temi importanti, come cazzotti nello stomaco, per poi tornare a ridere. La cosa fondamentale è che la satira non offenda la tragedia".
Il neoregista, palermitano, classe 1972, è ufficialmente un debuttante dietro la macchina da presa, ma non è certo un novellino tout court. Infatti, oltre ai suoi irresistibili e mai banali servizi in tv, Diliberto può vantare trascorsi di rilievo come assistente alla regia per Franco Zeffirelli in "Un tè con Mussolini", del 1998, e in "I cento passi” di Marco Tullio Giordana, del 2000.