Da Flight a Barfly: quando il cinema alza il gomito

Cinema

Nell'ultimo film di Robert Zemeckis, in onda lunedì 14 ottobre su Sky Cinema, Denzel Washington è un pilota di aerei con il vizio del bere. Ecco un breve elenco delle altre pellicole memorabili sull'alcolismo.

di Marco Agustoni

Di solito il bere, anche al cinema, è associato al divertimento. Ci sono decine di pellicole in cui l'alcol è motore degli avvenimenti e fonte pressoché inesauribile di risate. Ma non ci sono solo Una notte da leoni e The Rum Diary: in molti casi, Hollywood ha raccontato anche il Lato Oscuro del bicchiere, tuffandosi negli interstizi bui dell'alcolismo. Succede, ad esempio, in Flight, pellicola di Robert Zemeckis in onda lunedì 14 ottobre su Sky Cinema 1 HD, in cui Denzel Washington interpreta un pilota di aerei di linea che compie un atterraggio miracoloso ma, a causa dei suoi eccessi, rischia il carcere per disastro colposo. Ecco altri mirabili esempi di film sull'abuso di alcol.

Avete mai carezzato l'idea di dedicarvi in maniera "professionale" al bere? Via da Las Vegas, struggente pellicola di Mike Figgis con Nicolas Cage ed Elisabeth Shue, vi farà immediatamente cambiare idea. La storia dell'autodistruttivo Ben, in spedizione nella capitale del vizio per uccidersi letteralmente di cocktail, incapace di essere salvato dall'amore della prostituta Sara, è un vero pugno al fegato. Un film bellissimo e disperato, che trasuda odori e umori disgustosi, ma anche tantissima umanità.

In fatto di bevute, lo scrittore di culto Charles Bukowski aveva pochi rivali. L'autore di Post Office e Panino al prosciutto ha incentrato la sua opera sulla documentazione del suo abbruttimento esistenziale, legato in maniera indissolubile all'alcol. E alcuni suoi scritti sono stati portati su grande schermo, con tutto il portato di bevute che ne consegue. Il risultato lo si può vedere nel magnifico Barfly di Barbet Schroeder, in cui Henry Chinaski (alter ego del romanziere) è un perdigiorno che trascorre il suo tempo a bere e fare a botte in un bar. Lo interpreta un grande Mickey Rourke che per l'occasione ha ereditato fisicità e gestualità di Bukowski. Un altro attore a cimentarsi con lo stesso ruolo è stato Matt Dillon in Factotum, cronaca degli scarsi successi lavorativi e delle abbondanti bevute del giovane scrittore.

Altri due grandi interpreti che si sono calati nei panni di alcolizzati sono Steve Buscemi e Jeff Bridges, rispettivamente in Mosche da bar (diretto dallo stesso attore) e Crazy Heart, con due personaggi antitetici. Da un lato, Tommy è un nullafacente che trascorre le sue giornate a bere, dall'altro, Otis Blake è un ex star del country ridotta in rovina e perennemente in preda ai fumi dell'alcol. Entrambi danno dimostrazione di enorme talento, ma a portarsi a casa l'Oscar come Miglior attore protagonista è Bridges, nel 2009.

Ma il rapporto tra uomo e bottiglia non è stato trattato solo in tempi recenti. Già nel 1945 Billy Wilder raccontava di uno scrittore schiavo dell'alcol nel premiatissimo Giorni perduti, con un Ray Milland così in personaggio da meritarsi l'Oscar come Miglior attore protagonista. E un altro grande regista, Blake Edwards, dirigeva nel 1962 I giorni del vino e delle rose, in cui Jack Lemmon è un etilista che trascina la morigerata moglie nel vortice dell'eccesso. Senza dimenticare le memorabili prove da alcolizzati di Paul Newman ne La gatta sul tetto che scotta e di Liz Taylor in Chi ha paura di Virginia Wolfe?

Dai maori sradicati e alcolizzati di Once Were Warriors all'ex console ubriacone di Sotto il vulcano, l'eccesso di spirito è stato trattato in numerose altre pellicole. Ma quando vedrete Denzel Washington biascicare e cadere riverso nei panni del capitano Whip Whitaker, vi renderete conto di trovarvi di fronte a una delle migliori interpretazioni mai date di un alcolizzato. Guardare per credere.

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