Addio a Patrice Chéreau: l'omaggio di Sky Cinema Cult

Cinema
Un'immagine del regista Patrice Chereau risalente al 2003
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Sky Cinema ricorda il grande regista francese scomparso a 68 anni con uno dei suoi film più importanti e commoventi: "Intimacy". In onda stasera su Sky Cinema Cult alle 22:35

Teatro, cinema, opera lirica: Patrice Chéreau, scomparso a Parigi a 68 anni, rimarrà uno dei registi più prolifici della scena francese, riconosciuto in tutto il mondo e personaggio amatissimo nella sua patria Da tempo malato, Chereau non ha mai smesso di dare tutto se stesso all'arte. Fino all'ultimo ha lavorato a una nuova versione di "Come vi piace" di William Shakespeare, che avrebbe dovuto portare in scena nella prossima primavera all'Odeon di Parigi, protagonisti Gerard Desarthe et Clotilde Hesme.

Nato nel 1944 vicino a Parigi, già da adolescente visse la passione per il teatro. A 19 anni firmò la prima regia ("L'Intervention" di Victor Hugo), assunse qualche anno dopo la direzione del teatro di Sartrouville ma poi venne a formarsi in Italia, fermandosi a Milano come apprendista regista alla corte di Giorgio Strehler, al Piccolo Teatro. Dopo questa esperienza, cominciò a firmare le regie più prestigiose nei teatri di mezzo mondo, dal Festival di Bayreuth in Germania, a quello francese di Aix-en-Provence, dove proprio la sua ultima fatica nel campo dell'opera-teatro, una versione di 'Elettra' di Richard Strauss, è stata accolta come un capolavoro.

La svolta cinematografica inizia negli anni '70. I successi internazionali arrivano dagli anni '90, con "La Regina Margot" del 1994 con Isabelle Adjani, premio della giuria al Festival di Cannes; "Ceux qui m’aiment prendront le train" del 1998, che gli valse il Premio César per la migliore sceneggiatura e soprattutto "Intimacy - Nell’intimità" del 2001, Orso d’oro a Berlino.
E proprio Intimacy andra in onda su Sky Cinema Cult martedì 8 ottobre alle 22.35 e mercoledì 9 alle 6.15 per rendere omaggio al grande regista francese.

Figlio di pittori, considera all'inizio il teatro come arte di "fare le immagini": "a 15 anni - raccontava - capii che volevo fare teatro. Tutto mi arrivò dal disegno, leggevo i testi e disegnavo. Già alle scuole medie, facevo lavorare i miei compagni di classe durante la ricreazione". Fra gli spettacoli più memorabili da lui diretti, una Tetralogia di Wagner a Bayreuth (1976-1980) con Pierre Boulez, che ebbe risonanza mondiale. Negli anni Ottanta, fu segnato dall'incontro con l'autore Bernard-Marie Kolte's, del quale portò in scena diversi lavori.

Negli ultimi anni, ormai senza confini nel suo amore per l'arte universale, accettò anche un importante incarico di "grande invitato" al Louvre, come commissario d'esposizione: "cinema, teatro, rapporto con gli attori, per me - amava ripetere - c’è sempre meno differenza. Ormai ho rinunciato a specializzarmi".

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