Domenica 5 maggio, a partire dalle 14.35, Sky Cinema Cult renderà omaggio all’icona di Hollywood con una rassegna dedicata ai suoi film più importanti, da Dead Man Walking a This Must Be the Place. Ecco la storia di un divo davvero unico.
Come ogni grande attore, anche
Sean Penn ha mille volti. C’è l’attore impegnato, sempre pronto a battersi per i diritti civili e a cimentarsi con pellicole scomode. C’è il marito della camaleontica popstar
Madonna, sposata nel 1985 e salutata dopo un burrascoso matrimonio nel 1989. C’è il
divo dal carattere esplosivo che ha fatto più volte capire ai paparazzi che è meglio non invadere la sua privacy. Ma soprattutto, c’è l’uomo di talento che ha regalato al mondo alcune interpretazioni memorabili e che si è anche cimentato alla poltrona della regia.
A tutti questi Sean Penn, Sky Cinema Cult (canale 314) dedica una giornata di programmazione domenica 5 maggio, con una rassegna che parte alle 14.35 e va avanti fino a sera inoltrata. Si comincia con This Must Be the Place di Paolo Sorrentino, per poi proseguire con il monumentale Tree of Life di Terrence Malick e Dead Man Walking di Tim Robbins. In prima serata, alle 21, è la volta di The Assassination di Niels Mueller, a cui seguono il war movie La sottile linea rossa, sempre di Malick, e per chiudere Le forze del destino, di Thomas Vinterberg.
Insomma, l'appuntamento di Sky Cine Cult costituisce un'eccezionale occasione per scoprire o riscoprire Sean Penn. Ma se nell'attesa di vederlo sullo schermo volete saperne un po' di più, ecco riassunta (molto) in breve la vita cinematografica dell'attore premio Oscar. Nato nella contea di Los Angeles nel 1960, figlio d'arte, Sean esordisce da ragazzino su schermo come comparsa nel telefilm La casa nella prateria, in un episodio diretto da suo padre. Ma l'inizio vero e proprio dell'ascesa alla fama del giovane talento comincia nel 1981 con il dramma militare Taps - Squilli di rivolta, in cui Sean Penn interpreta un cadetto al fianco dell'ancora più giovane Tom Cruise. L'anno dopo è invece il surfista sfaccendato Jeff Spicoli nella teen comedy di culto Fuori di testa: questo passaggio da un ruolo più serioso a uno più scanzonato denota già le doti camaleontiche del nostro soggetto.
I suoi successivi lavori, tra cui i crime movie Bad Boys e A distanza ravvicinata, ne consolidano la caratura di attore di primo piano, ma a inizi anni '90 Sean Penn si prende una pausa dalla recitazione perché insoddisfatto dell'industria cinematografica: è una delle tante dimostrazioni del rapporto tormentato tra il divo e Hollywood. Archiviato il suo debutto alla regia con Lupo Solitario, del 1991, torna sul set in grande stile nel 1993 in Carlito's Way di Brian De Palma con il ruolo di David Kleinfield, avvocato e amico del protagonista interpretato da Al Pacino: è la sua prima nomination ai Golden Globe, come Attore non protagonista. Due anni dopo è la volta del drammatico Dead Man Walking, film su un detenuto condannato a morte che gli vale la nomination agli Oscar come Miglior attore protagonista, oltre che un prestigioso Orso d'argento al Festival di Berlino.
Seguono She's So Lovely di Nick Cassavetes, in cui compete con John Travolta per l'attenzione di Robin Wright-Penn (all'epoca sua moglie) e ne esce vincitore con il premio al Miglior attore al Festival di Cannes del 1997; The Game, thriller di David Fincher in cui si ritrova faccia a faccia con Michael Douglas; il film di guerra La sottile linea rossa, che segna la sua prima collaborazione con Terrence Malick; Bugie, baci, bambole e bastardi, con cui vince la coppa Volpi come miglior attore al Festival di Venezia del 1998. Gli anni successivi Penn sfiora ancora due volte l'Oscar: la prima grazie alla sua interpretazione del chitarrista jazz Emmett Ray in Accordi e disaccordi di Woody Allen, la seconda nel commovente Mi chiamo Sam di Jessie Nelson, in cui interpreta un uomo affetto da ritardo mentale che deve lottare per la custodia della figlia di sette anni. Il colpo va a segno nel 2003 con la sua intensa prova in Mystic River, dramma diretto da Clint Eastwood in cui Penn recita al fianco di Tim Robbins e Kevin Bacon: è statuetta come Miglior attore protagonista.
Il bis da Oscar è di cinque anni dopo, con Milk di Gus van Sant, in cui Sean Penn interpreta il primo omosessuale eletto per una carica politica in California, l'attivista Harvey Milk. Nel frattempo si concede la seconda coppa Volpi con il suo ruolo in 21 Grammi, nonché un colpaccio alla regia con Into the Wild, del 2007, ispirato all'omonimo libro di Jon Krakauer. Il 2011 è un grande anno per l'attore, con altri due film di spessore: da una parte The Tree of Life di Malick, Palma d'oro a Cannes nel 2011, dall'altra This Must Be the Place di Paolo Sorrentino, in cui Penn ritrae una tenera e bizzarra rockstar di mezza età, alle prese con una profonda crisi esistenziale che cercherà di risolvere affrontando i fantasmi del passato di suo padre. E mentre l'ultimo film con Penn, Gangster Squad, è appena uscito nelle sale italiane, l'attore è già al lavoro su diversi fronti. Per lasciare ancora una volta, ne siamo sicuri, il segno.
A tutti questi Sean Penn, Sky Cinema Cult (canale 314) dedica una giornata di programmazione domenica 5 maggio, con una rassegna che parte alle 14.35 e va avanti fino a sera inoltrata. Si comincia con This Must Be the Place di Paolo Sorrentino, per poi proseguire con il monumentale Tree of Life di Terrence Malick e Dead Man Walking di Tim Robbins. In prima serata, alle 21, è la volta di The Assassination di Niels Mueller, a cui seguono il war movie La sottile linea rossa, sempre di Malick, e per chiudere Le forze del destino, di Thomas Vinterberg.
Insomma, l'appuntamento di Sky Cine Cult costituisce un'eccezionale occasione per scoprire o riscoprire Sean Penn. Ma se nell'attesa di vederlo sullo schermo volete saperne un po' di più, ecco riassunta (molto) in breve la vita cinematografica dell'attore premio Oscar. Nato nella contea di Los Angeles nel 1960, figlio d'arte, Sean esordisce da ragazzino su schermo come comparsa nel telefilm La casa nella prateria, in un episodio diretto da suo padre. Ma l'inizio vero e proprio dell'ascesa alla fama del giovane talento comincia nel 1981 con il dramma militare Taps - Squilli di rivolta, in cui Sean Penn interpreta un cadetto al fianco dell'ancora più giovane Tom Cruise. L'anno dopo è invece il surfista sfaccendato Jeff Spicoli nella teen comedy di culto Fuori di testa: questo passaggio da un ruolo più serioso a uno più scanzonato denota già le doti camaleontiche del nostro soggetto.
I suoi successivi lavori, tra cui i crime movie Bad Boys e A distanza ravvicinata, ne consolidano la caratura di attore di primo piano, ma a inizi anni '90 Sean Penn si prende una pausa dalla recitazione perché insoddisfatto dell'industria cinematografica: è una delle tante dimostrazioni del rapporto tormentato tra il divo e Hollywood. Archiviato il suo debutto alla regia con Lupo Solitario, del 1991, torna sul set in grande stile nel 1993 in Carlito's Way di Brian De Palma con il ruolo di David Kleinfield, avvocato e amico del protagonista interpretato da Al Pacino: è la sua prima nomination ai Golden Globe, come Attore non protagonista. Due anni dopo è la volta del drammatico Dead Man Walking, film su un detenuto condannato a morte che gli vale la nomination agli Oscar come Miglior attore protagonista, oltre che un prestigioso Orso d'argento al Festival di Berlino.
Seguono She's So Lovely di Nick Cassavetes, in cui compete con John Travolta per l'attenzione di Robin Wright-Penn (all'epoca sua moglie) e ne esce vincitore con il premio al Miglior attore al Festival di Cannes del 1997; The Game, thriller di David Fincher in cui si ritrova faccia a faccia con Michael Douglas; il film di guerra La sottile linea rossa, che segna la sua prima collaborazione con Terrence Malick; Bugie, baci, bambole e bastardi, con cui vince la coppa Volpi come miglior attore al Festival di Venezia del 1998. Gli anni successivi Penn sfiora ancora due volte l'Oscar: la prima grazie alla sua interpretazione del chitarrista jazz Emmett Ray in Accordi e disaccordi di Woody Allen, la seconda nel commovente Mi chiamo Sam di Jessie Nelson, in cui interpreta un uomo affetto da ritardo mentale che deve lottare per la custodia della figlia di sette anni. Il colpo va a segno nel 2003 con la sua intensa prova in Mystic River, dramma diretto da Clint Eastwood in cui Penn recita al fianco di Tim Robbins e Kevin Bacon: è statuetta come Miglior attore protagonista.
Il bis da Oscar è di cinque anni dopo, con Milk di Gus van Sant, in cui Sean Penn interpreta il primo omosessuale eletto per una carica politica in California, l'attivista Harvey Milk. Nel frattempo si concede la seconda coppa Volpi con il suo ruolo in 21 Grammi, nonché un colpaccio alla regia con Into the Wild, del 2007, ispirato all'omonimo libro di Jon Krakauer. Il 2011 è un grande anno per l'attore, con altri due film di spessore: da una parte The Tree of Life di Malick, Palma d'oro a Cannes nel 2011, dall'altra This Must Be the Place di Paolo Sorrentino, in cui Penn ritrae una tenera e bizzarra rockstar di mezza età, alle prese con una profonda crisi esistenziale che cercherà di risolvere affrontando i fantasmi del passato di suo padre. E mentre l'ultimo film con Penn, Gangster Squad, è appena uscito nelle sale italiane, l'attore è già al lavoro su diversi fronti. Per lasciare ancora una volta, ne siamo sicuri, il segno.