Oscar 2013, tutto in un viaggio

Cinema
La cerimonia dell'Oscar 2013 sarà trasmessa il prossimo 24 febbraio su Sky Cinema Oscar a partire dalle 22:55
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Dove sono ambientati i film che si contenderanno le statuette 2013? Si va dalla Washington di Lincoln alle piantagioni di cotone di Django Unchained. Ecco alcune indicazioni e una mappa per trovare i luoghi delle pellicole in concorso

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di Massimo Vallorani


Come tradizione vuole, anche quest' anno la cerimonia sfarzosa degli Oscar ( in onda il 24 febbraio su Sky Cinema Oscar dalle 22:55) si terrà al Dolby Theatre di Los Angeles, location perfetta per il premio più ambito del cinema. In attesa di sapere quali film o attori siano in grado di portarsi a casa l'ambita statuetta, noi, oltre che aspettare, possiamo idealmente andare a curiosare tra i luoghi dove sono stati ambientati i migliori film in concorso quest'anno, in un immaginario viaggio senza meta e senza confini.

Prima tappa, quasi obbligatoria la capitale degli States, Washington DC, città dove è stato ambientato il film di Steven Spielberg Lincoln, candidato a ben 12 statuette, tra cui quella a Daniel Day-Lewis per l'interpretazione del Presidente degli Stati Uniti, passato alla storia come colui che fu capace di abolire la schiavitù in America. Certo la Washington che si intravede nel film di Spieberg è quella ricostruita del 1865. Una città che è ancora un abbozzo di quella che sarà in futuro: ville vittoriane, strade polverose, tante carrozze e anche la Casa Bianca, più che la residenza dell'uomo che diventerà in seguito il più potente uomo del mondo, appare come una sontuosa casa fatta di ambienti tanto intimi quanto cupi dove, però, prende corpo meglio il racconto intimo e retroscenistico sui meccanismi perversi del potere dove l'etica e la morale vengono spesso sacrificati sull'altare del più cinico gioco politico.

Dalla Washington metà ottocentesca di Spielberg, Argo di Ben Affleck, candidato a 7 statuette, ci porta dritti dritti sulle strade di Teheran del 1979. Un salto di quasi un secolo ma ancora una storia americana, purtroppo non gloriosa come quella precedente. Siamo in Iran, il paese è nel caos, lo Scià è appena fuggito trovando rifugio in Usa, l'ayatollah Khomeini e i suoi sostenitori hanno proclamato la repubblica islamica. Ovviamente le location che il film ci propone non possono essere che quelli di un climax rivoluzionario, fatto di violenze, complotti e vendette dove l'ambasciata americana di Teheran è stata appena assaltata e ben 52 persone del corpo diplomatico americano sono state prese in ostaggio. Un'ambientazione, quella che ci propone Affleck, molto documentaristica, basata su una storia vera, in cui una missione segreta per liberare degli ostaggi viene camuffata da finto film di fantascienza. Un doppio binario per ricostruire una storia ancora confusa e piena di misteri come quella avvenuta Teheran nel 1979, ma vista e mediata attraverso il cinema, inteso come arte politica capace di possedere, unica tra le arti, una componente effimera ma estremamente reale capace di scavalcare di un sol balzo le vicende più atroci.

Dall'Iran al Pakistan il passo è breve ed è quello che ci propone Zero Dark Thirty, film candidato a ben 5 premi Oscar della regista Kathryn Bigelow. Una pellicola aspra e tagliente come sono i deserti e la desolazione dei territori dove si nascondeva lo sceicco del terrore, Osama Bin Laden, principale ideatore dell'attentato alle Torri Gemelle di New York l'11 settembre 2001 e ucciso dalle forze speciali americane il 2 maggio del 2011. Più che la ricostruzione filmica della caccia all'uomo o dell'ambiente dove viveva e si nascondeva, il film della Bigelow sembra essere un viaggio sugli ultimi dieci anni del Occidente, spesi alla ricerca di un fantasma che viveva da persona normale in una modesta casa alla porte della capitale Islamabad.

Lasciamo il Pakistan e spostiamoci ancora una volta verso gli Stati Uniti. La prima tappa ci spinge verso le paludi del sud della Louisiana, in una zona chiamata la Grande Vasca per gli allagamenti a cui va incontro in occasione dei continui cicloni. Qui è ambientato Re della terra selvaggia, film rivelazione di questa edizione degli Oscar 2013 e candidato a 4 statuette.

Rimaniamo sempre nel continente americano ma per il prossimo film ci spostiamo verso il Texas, terra di schiavi neri, razzisti spietati e Ku Klux Klan. Naturalmente parliamo di Django Unchained, candidato a 5 premi Oscar, western sui generis sia che lo si veda dalla parte dei contenuti sia da quello delle location. Un pistolero nero, Django per l'appunto, un dentista tedesco cacciatore di taglie, un latifondista bianco più cattivo e razzista che mai convivono in una storia di vendetta e redenzione dove carnefici e vittime si inseguono e lottano per la sopravvivenza. Qui i grandi spazi americani diventano fondali grotteschi e senza pietà e i cieli delle grandi praterie hanno il colore della violenza. Che, per intenderci, non è soltanto quella dei bianchi nei confronti dei neri ma è vicendevolmente scambiabile. In un gioco al massacro continuo e ripetitivo.

Il nostro viaggio fra le location dei film in concorso per l'Oscar 2013 prosegue con l'India immaginifica di Vita di Pi diretto da Ang Lee e candidato a 11 nomination. Visto la tematica del film, più dei luoghi reali qui sono descritti paesaggi fantastici e fiabeschi anche se tutta la storia parte dalla parte francese dell'India chiamata Pondicherry, una sorta di distretto a tradizione francofona molto diversa dall'India britannica.

Altro salto e altri luoghi per due film, tutte e due ambientati a Parigi. Si tratta di Amour, scritto e diretto da Michael Haneke, già vincitore della Palma d'Oro alla 65ª edizione del Festival di Cannes e candidato a 5 Oscar e de Les Misérables, musical firmato da Tom Hooper, tratto dal celebre romanzo di Victor Hugo e candidato a ben 8 premi Oscar.

Infine chiudiamo con la commedia Il lato positivo - Silver Linings Playbook, candidato a 8 premi Oscar e interamente girato e ambientato a Filadelfia. Ma qui più che i luoghi ci sembra di capire che le location della città americana fanno da sfondo a due anime perse alla disperata ricerca del perchè della loro profonda irrequietezza.

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