Il sogno dell’Alieno - Storia di un grande bluff

Cinema

Martedì 19  febbraio alle 21.10, in esclusiva su Sky Cinema 1, arriva il film diretto da Alberto D'Onofrio, che svela il cortocircuito tra la politica e i mass media in Italia. Guarda il video del prologo

“Il sogno dell’Alieno” è più di un mockumentary, più di un esperimento di comunicazione, più di un instant movie. E’ una performance artistica ideata e diretta da Alberto D’Onofrio, autore regista e raffinato documentarista, durata oltre un anno con l’obiettivo (assolutamente raggiunto) di svelare la fragilità del cortocircuito che lega politica e sistema dei media nel nostro paese.

Lo scopo di D’Onofrio era dimostrare come fosse semplice generare l'attenzione dei media su un progetto artificioso, scritto e inventato, perché la finzione divenisse improvvisamente “realtà”.

I protagonisti di “Il Sogno dell’Alieno” sono quattro giovani attori/performer ferraresi istruiti a tavolino su come costruire attorno a sé visibilità mediatica con performance surreali.  E mescolando proposte banali e qualunquiste con idee singolari come vendere il Colosseo ai Cinesi, gli  attori finiscono per essere corteggiati dalla politica, che vede nelle loro performance un'occasione di visibilità.
Perché tutto ruota solo ed esclusivamente intorno alla comunicazione mediatica e subitanea, ormai alla portata di tutti attraverso web e social media.

Nel corso di questi mesi, molti si sono confrontati con i ragazzi di D’Onofrio, eppure pochi si sono fermati a cercare di analizzare il senso di quello che i finti "alieni" stavano comunicando. Ci si è fermati alla spettacolarità del significante ignorando il significato.
La forma si è mangiata il contenuto.

Come riflette uno dei protagonisti al termine del film, tra le domande che nessuno gli ha mai posto in oltre un anno, c'è quella più banale, ma più rilevante: “chi paga i costi di tutte queste vostre attività?”.

Eppure, forse la cosa più inquietante emersa da questa performance, è la sensazione, a tratti, che le banalità del Sogno dell'Alieno avessero a volte più peso e più sostanza di molti programmi proposti da chi la politica la fa per davvero.

Il film inizia con il casting.  Incontriamo Andrea Amaducci, artista e performer ferrarese, e  i suoi compagni che si prestano all'operazione, iniziando a vivere come un gruppo performativo chiamato “Il Sogno Dell’Alieno”.
Gli "alieni" hanno un sogno comune: cambiare l’Italia. Il regista e i suoi attori decidono quindi che questo sarà l’obiettivo, il messaggio delle performance
Per finire sui giornali, Amaducci e i suoi compagni danno vita ad azioni pubbliche e di piazza studiate a tavolino per colpire, fare rumore, rimbalzare sui media. Azione dopo azione, giornalisti e politici iniziano ad accorgersi di loro, fino a che il gruppo de “il Sogno dell’Alieno” diventa una realtà

Dalla prima esibizione al Salone del Mobile, nell’aprile 2012 (“Ci avete messo in mutande”) fino alle incursioni al Meeting di CL a Rimini (“Non fate l’amore, fate lo spread”), alla Mostra del cinema di Venezia, al meeting di Cernobbio, ai palchi dei comizi dei principali esponenti politici, il film documenta la burla, l’organizzazione delle azioni le interviste a giornalisti, politici e opinion leader fino ad arrivare ad un crescendo finale, quando le proposte del Sogno dell’Alieno vengono raccolte in una ironica “agenda” programmatica, che molti politici sottoscrivono.
Il film termina durante la campagna elettorale, quando i ragazzi di D'Onofrio salgono addirittura su molti palchi dei comizi accanto ai candidati "reali".

Viene in mente l'aforisma di Cioran: "Quando un solo cane si mette ad abbaiare a un'ombra, diecimila cani ne fanno una realtà."

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