Paolo Villaggio, 80 anni di comica saggezza

Cinema
Paolo Villaggio (Getty Images)
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Il 30 dicembre il papà di Fantozzi compie 80 anni: per l'occasione Sky Cinema Comedy e Sky Cinema Christmas dedicano una fetta della loro programmazione ai suoi film. Noi invece abbiamo rispolverato alcune delle sue massime di vita.

di Marco Agustoni

Il 30 dicembre 1932 nasceva a Genova Paolo Villaggio, uno dei maestri indiscussi della comicità italiana: quest'anno, quindi, sono ottant'anni sonanti. Per celebrare degnamente l'evento, Sky Cinema Comedy (canale 310) dedicherà quattro domeniche ad alcuni dei suoi film più popolari: la sera del 2 andranno in onda Le comiche e il sequel Le nuove comiche; il 9 I pompieri e Missione eroica - I pompieri 2; il 16 Fantozzi va in pensione e Fantozzi alla riscossa; per finire, domenica 23 sarà il turno di Scuola di ladri e Scuola di ladri - Parte seconda. Ci mette del suo anche Sky Cinema Christmas (canale 304), che il 30 dicembre stesso dedicherà un'intera maratona alla filmografia di Villaggio, con cult come Fracchia la belva umana, che sarà trasmesso in prima serata. Dal canto nostro, per festeggiarlo abbiamo raccolto alcune massime di vita prese dai suoi film. Non necessariamente le più brillanti, giusto una piccola selezione, sufficiente a dimostrare però un dato di fatto: molte delle battute di Fantozzi e compagnia, alle volte anche le più becere e terra terra, celano in realtà delle grandi verità.

Noi italiani siamo un popolo servile. E a questa tendenza un po' masochista dà voce il reiterato "Come è umano lei" con cui il ragionier Fantozzi si rivolge al suo spietato capo o a chiunque gli stia facendo un torto. Tendenza ribadita ne Il secondo tragico Fantozzi dalla battuta: "Io non mi permetterei mai di giocare, si figuri se mi permetterei di vincere, sire". Ma è proprio quando siamo ridotti peggio, quando ormai non abbiamo più un briciolo di dignità da mettere in gioco, che veniamo scossi da uno scatto d'orgoglio. "Per sputtanarmi mi hanno sputtanato, però se credono di farmi fuori si sbagliano. Perché io, Pina, ho una caratteristica: loro non lo sanno, ma io sono indistruttibile. E sai perché? Perché sono il più grande perditore di tutti i tempi. Ho perso sempre tutto", dice Villaggio in Fantozzi contro tutti. Il che insegna un'altra cosa importante: è proprio chi non ha più nulla da perdere che va più temuto. Ma il comico non ha le idee chiare solo su come si subisce, bensì anche sul modo giusto di comandare. "Sarò vostro duce! Sarò spietato und ingiusto", dice il soldato tedesco Thorz in Brancaleone alle Crociate.

Una delle uscite più popolari del nostro amato Ragioniere, però, è senza dubbio un'altra, tirata fuori in ogni rievocazione tra amici di battute di fantozziana memoria: "Per me, la Corazzata Potemkin... è una cagata pazzesca!". Si tratta di un giudizio sicuramente ingeneroso nei confronti dell'opera di Sergej Ezjenstejn, che al di là degli scherzi è stata una delle pellicole più moderne e innovative dell'epoca. Ma dietro questo scatto irriverente si cela una critica nei confronti di chi grida al capolavoro solo perché lo fanno tutti quanti, senza in realtà capire nulla di ciò che si trova davanti. Fantozzi decide di ribellarsi a questa logica del "cult a ogni costo" e sbandiera con orgoglio la propria ignoranza in materia, ma ancor di più la propria autonomia di giudizio.

"La tragedia di quelle sue mattinate s'interrompeva per incanto la domenica, che come si sa non si lavora: Fantozzi allora si sentiva come gli altri, e quindi quasi un essere umano". In una semplice battuta di Fantozzi va in pensione, Villaggio inquadra il dramma umano di tante persone che si ritrovano senza niente da fare e si sentono inutili. A questa verità ne fa da contraltare un'altra, esplicitata in Fantozzi va in paradiso: "Ma io mi pento solo... di non essermi goduto la vita!". L'unico vero peccato esistenziale consiste nell'essere arrivati alla terza età (o, peggio ancora, alla morte) senza aver vissuto un'esistenza piena e appagante. Banalità, dite? Forse, ma a volte anche le banalità vanno esplicitate. Passiamo però ad altre, di certo più leggere questioni, arrivando ai famosi congiuntivi di Fantozzi. Ne troviamo un esempio in questo scambio tra Villaggio e lo scomparso Gigi Reder, che interpretava il ragionier Filini: "Allora Ragioniere, che fa: batti?", "Ma... mi da del tu?", "No, no, dicevo: batti lei", "Ah, congiuntivo!". Una gag da poco? Oppure la constatazione del travagliato rapporto degli italiani con l'italiano. E, allo stesso tempo, del fatto che la nostra lingua, come tutte le altre, non è un insieme rigido ma è elastica e flessibile, e può essere piegata dall'uso, anche improprio.

Ma Villaggio non è solo Fantozzi e Fracchia. È anche La voce della Luna, film in cui diretto da Federico Fellini ci dà addirittura una delle più magistrali "lezioni di ballo": "Ma certo. Che ne potete sapere voi? Avete mai sentito il suono di un violino? No. Perché se aveste ascoltato le voci dei violini come le sentivamo noi, adesso stareste in silenzio, non avreste l'impudenza di credere che state ballando. Il ballo è un ricamo. È un volo. È come intravedere l'armonia delle stelle. È una dichiarazione d'amore. Il ballo è un inno alla vita". Per non rischiare, tuttavia, di concludere questa rassegna con un retrogusto retorico in bocca, dalla Luna è forse meglio tornare sulla Terra grazie a un'altra celebre citazione, presa questa volta da Fracchia la belva umana: "Signor Belva, io ho la penosa sensazione di essermi cagato addosso".

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