Sky Cine News incontra uno degli attori più amati del cinema italiano, il trasformista Elio Germano: ecco cosa ha raccontato al microfono di Francesco Castelnuovo
Classe 1980, segni particolari: bravo, anzi, bravissimo.
Elio Germano è senza dubbio una delle scoperte migliori del nuovo millennio, e prova ne è il suo lungo curriculum: tutti lo vogliono, tutti lo cercano e tutti lo votano, infatti quest’anno si è portato a casa anche il Ciak d’Oro come migliore attore per la sua interpretazione in
Magnifica Presenza.
Pietro Pontechievello, questo il nome del personaggio protagonista dell’ultimo film di Ferzan Özpetek, ha avuto peraltro il merito di rimettere in contatto l’attore con il suo lato più intimo ed emotivo, e il fatto che sia arrivato dopo le riprese di Faccia d’Angelo lo ha reso quasi terapeutico per l’attore romano.
La miniserie ambientata in Veneto – dove Germano vestiva i panni del Toso, uno spietato criminale a capo della Banda del Brenta – è stata sicuramente una sfida, e non solo per le difficoltà “linguistiche” (l’attore è romano, ma per Faccia d’Angelo ha studiato la parlata veneta), ma soprattutto per la durezza del personaggio.
Ad ogni modo, per citare proprio le parole dell’artista: è bello fare cose diverse. Non stupisce dunque che nella sua carriera abbia interpretato una gran quantità di personaggi completamente differenti l’uno dall’altro, tanto da meritarsi il titolo di “trasformista”.
Pietro Pontechievello, questo il nome del personaggio protagonista dell’ultimo film di Ferzan Özpetek, ha avuto peraltro il merito di rimettere in contatto l’attore con il suo lato più intimo ed emotivo, e il fatto che sia arrivato dopo le riprese di Faccia d’Angelo lo ha reso quasi terapeutico per l’attore romano.
La miniserie ambientata in Veneto – dove Germano vestiva i panni del Toso, uno spietato criminale a capo della Banda del Brenta – è stata sicuramente una sfida, e non solo per le difficoltà “linguistiche” (l’attore è romano, ma per Faccia d’Angelo ha studiato la parlata veneta), ma soprattutto per la durezza del personaggio.
Ad ogni modo, per citare proprio le parole dell’artista: è bello fare cose diverse. Non stupisce dunque che nella sua carriera abbia interpretato una gran quantità di personaggi completamente differenti l’uno dall’altro, tanto da meritarsi il titolo di “trasformista”.