
Dalla street art a icona degli anni ’80, i capolavori di Keith Haring. FOTO
Le metropolitane, i muri delle città e degli edifici sono le “tele” preferite per trasmettere il messaggio della sua arte. Tra esposizioni e collaborazioni illustri, l'artista si è imposto tra i maggiori esponenti della pop art contemporanea

Amava disegnare in pubblico e in spazi aperti con l’obiettivo di mettere l’arte a disposizione di tutti. Keith Haring ha avuto una vita breve, è morto a soli 31 anni il 16 febbraio 1990, ma una carriera intensa che lo ha portato a diventare un simbolo della creatività degli Anni ’80
Keith Haring, il genio visionario che ha reso l’arte accessibile a tutti
Dalla Pennsylvania, dove è nato, si trasferisce 19enne a New York ed è proprio nella Grande Mela che inizia il suo successo
Addio Keith Haring, 30 anni fa moriva l'artista. VIDEO
I disegni nella metropolitana di New York, in breve tempo, diventano noti e riconoscibili dai passanti che spesso si fermano a osservare Haring mentre li realizza e a parlare con lui. (Nella foto l'opera "The Last Reinforest", del 1989)
Keith Haring e Basquiat insieme in un nuovo murale, a Melbourne
Il vocabolario artistico del ragazzo della Pennsylvania si compone di soggetti semplici: omini colorati dagli spessi contorni neri
Le origini della street art a Cagliari
Tra le figure ricorrenti ci sono bambini a carponi o strani quadrupedi che potrebbero essere cani e oggetti della società consumistica americana, come computer e televisioni. (Nella foto l'opera "Untitled" del 1982)

“Un giorno, viaggiando in metropolitana, ho visto un pannello che doveva contenere un messaggio pubblicitario. Ho capito subito che quello era lo spazio più appropriato per disegnare”: con queste parole Haring spiega la scelta delle sue superfici di lavoro. (Nella foto l'opera "Self portrait" del 1985)

“Era perfetto, soffice su carta nera - continua Haring - il gesso vi disegnava sopra con estrema facilità”

Insieme a Jean Michel Basquiat, suo grande amico, Haring è stato tra i padri della street art. Con le sue opere nasce un nuovo linguaggio urbano, costituito da sagome primitive, che ricorda i fumetti

Dalla strada, la sua arte viene poi esposta nelle principali gallerie e musei di tutto il mondo. (Nella foto l'esposizione di opere di Keith Haring al Young Museum di San Francisco, in California)

Anche se lo scopo di Haring è far uscire l’arte dai luoghi tipici ed elitari, che tradizionalmente la custodivano, per portarla a tutti. (Nella foto Keith Haring disegna un murale nella Houston St and the Bowery, a New York)

L’interesse di Haring è quello di comunicare messaggi potenti attraverso immagini elementari ma fortemente evocative. Con la sua arte tratta tematiche importanti come la lotta all’Aids e contro la discriminazione

La svolta nella carriera del ragazzo della Pennsylvania è data dall’incontro con Andy Warhol, con il quale collabora e dal quale viene influenzato. (Nella foto: Andy Warhol, Grace Jones e Keith Haring)

“Prima di conoscerlo per me era un simbolo, un mito. Totalmente inavvicinabile”, racconta Haring. E proprio grazie a Warhol, l’artista entra in contatto e collabora con protagonisti della cultura Anni ’80 come Yoko Ono, Madonna e David Bowie. (Nella foto Liz Smith, Yoko Ono, Sean Ono Lennon, Keith Haring, Andy Warhol e Andre Gregory)

Haring disegna sui muri delle principali città mondiali come Barcellona, Chicago, Monaco e persino su una parte del muro di Berlino, prima che venisse distrutto. Ma realizza anche cover per gli album dei principali personaggi della musica di quegli anni e collabora con marchi della moda, come Vivienne Westwood e Swatch, e brand come Absolute Vodka. (Nella foto il bagno del Lesbian, Gay, Bisexual e Transgender Community Center a New York City, decorato da Haring)

Fu proprio Swatch a commissionargli il primo design di una serie di orologi, oggi diventati oggetti da collezione

Nel 1986, invece, Haring apre a SoHo il Pop Shop, un punto vendita di gadget e magliette che riportavano le riproduzioni delle sue opere. (Nella foto il Tokyo Pop Shop (Container), al Cenquatre art center di Parigi)

Se tra il negozio e le collaborazioni con il mondo pubblicitario è praticamente impossibile non imbattersi nelle opere di Haring, fino a che l’artista è in vita i critici ignorano la sua arte

“Si offendono perché non ho avuto bisogno di loro, perché non ho fatto guadagnare loro dei soldi - disse una volta Haring - Ho avuto successo rivolgendomi direttamente alle persone, a partire dai disegni della metropolitana”. (Nella foto Brooke Shields e Keith Haring)

In fondo l’obiettivo dell’artista era proprio quello di comunicare e lasciare un messaggio a tutti, esperti e gente comune. Le sue immagini dovevano essere comunicative in modo universale

In un’intervista, inoltre, Haring dichiarò di trovare molto più interessanti i consigli delle persone di passaggio che quelli di alcuni suoi compagni di studi

E proprio per questo, unito al carattere socievole dell’artista, il suo studio sulla Ventiduesima strada (un magazzino vuoto) era sempre aperto. Haring lavorava con le porte spalancate, per far entrare luce e per parlare con la gente del quartiere, composta per lo più da senzatetto o ubriachi

Gli anni ’80 a New York sono il periodo in cui l’Aids inizia a diffondersi e a uccidere un numero sempre maggiore di persone, tra cui vari amici di Haring

L’Hiv viene diagnosticato anche ad Haring stesso: l’artista si fa promotore del sesso sicuro e, con la sua arte, cerca di far conoscere la malattia, soprattutto ai giovani, per fare prevenzione. (Nella foto "Safe Sex", del 1985)

La battaglia dell’artista, attraverso l’arte, è rivolta anche alla lotta contro la droga, in particolare il crack

Famoso è il murales di Haring “Crack is wack”, il crack è una porcheria. (Nella foto "The 10 Commandments")

Ma tra i temi che Haring affronta nelle sue opere c’è anche la discriminazione verso gli omosessuali, argomento trattato attraverso disegni apertamente espliciti ed erotici

Il mondo artistico di Haring è fatto di personaggi pieni di vita, colorati, che si muovono freneticamente, e le sue opere veicolano messaggi importanti con leggerezza e umorismo

Il successo gli permette di sostenere numerose attività benefiche oltre che lavorare con bambini e persone bisognose

I più piccoli, secondo Haring, “sanno qualcosa che la maggior parte della gente ha dimenticato”. Spesso lavora con le scuole dei quartieri poveri. (Nella foto l'opera "Tower" all'ospedale Necker a Parigi)

Nel 1986, l’artista dipinge una Statua della Libertà, alta come un palazzo di dieci piani, assieme a mille bambini

Nella sua ultima intervista, inoltre, ha rivelato che un suo sogno sarebbe stato realizzare un parco giochi per bambini. (Nella foto l'opera "Skateboarders" del 1985)

Non riuscirà mai a farlo, la morte arriva il 16 febbraio 1990. Prima, però, riesce a fondare la Keith Haring Foundation a cui andrà la sua eredità e che si occupa di sostenere i bambini bisognosi e i malati di Aids. (Nella foto l'opera "Altar Piece)

Ma un altro sogno di Keith era disegnare in una città storica italiana

Questo desiderio si realizza nel 1989, un anno prima della morte, con il suo ultimo grande murale, realizzato a Pisa e considerato da molti il migliore dell’artista: “Tuttomondo”, disegnato sulla parete esterna della canonica della chiesa di Sant’Antonio abate e dedicato alla pace universale. (Nella foto l'opera "Tuttomondo" a Pisa)

“L’arte è per tutti e questo è il fine a cui voglio lavorare”, diceva Haring. Obiettivo raggiunto con le sue opere che, ancora oggi, sono amate e conosciute in tutto il mondo, soprattutto dai giovani