Roberto Bolle danza luci e ombre di Caravaggio: “In scena siamo dentro un’opera d’arte”

Un balletto materico e spirituale. Una coreografia in cui ogni movimento sembra nato naturalmente dall’impulso già presente nei corpi ritratti da Caravaggio. Corpi potenti, viscerali, fortemente teatrali a cui la luce dà ogni volta forme diverse. Roberto Bolle ha portato in scena, per la prima volta in Italia nella sua versione integrale, il balletto sulla figura del grande pittore Michelangelo Merisi creato da Mauro Bigonzetti nel 2008 per lo Staatsballett Berlin, allora diretto da Vladimir Malakhov, su musica del compositore e direttore d’orchestra Bruno Moretti, che ha dato una nuova orchestrazione sinfonica a brani di Claudio Monteverdi, e una suggestiva scenografia di Carlo Cerri. Un balletto di cui il pubblico italiano aveva già apprezzato il celebre passo a due che lo stesso Roberto Bolle ha danzato più volte nei suoi Gala. Nella sua versione integrale, andata in scena prima al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e poi al Teatro degli Arcimboldi di Milano, Caravaggio è una vera scoperta. Merito anche della scelta dei danzatori che Roberto Bolle ha voluto accanto, primi tra tutti la stella Maria Khoreva, vera luce sul palco, e ldar Young-Gaynutdino. Due atti in tutto in cui si rivela ancora di più la grande capacità di Mauro Bigonzetti nella costruzione di passi a due o a tre con uno stile unico e subito riconoscibile. Per quegli intrecci di memoria balanchiniana che vanno oltre l’estetica creando un intreccio anche psicologico che può essere potente o delicato. Una coreografia capace di scavare nel tormento interiore di Caravaggio, come sottolinea a Sky Tg24 Roberto Bolle. C’è già tanto movimento nei quadri di Caravaggio, grazie a quel gioco di luci ed ombre e al modo in cui viene ritratto il corpo umano. Come si trasforma tutto questo in danza? Caravaggio è un pittore molto teatrale, c'è molto teatro nella sua pittura e nei personaggi che ritrae. Mauro Bigonzetti, che ha creato questo balletto, è stato molto bravo a portare in scena la sensibilità e l'emozione che Caravaggio voleva trasferire al pubblico usando molto i corpi che sono tagliati e plasmati dalla luce. Una luce che in molti momenti della coreografia veramente modella il fisico dei ballerini. E poi l’estetica di Bigonzetti è qualcosa di straordinario. È un balletto molto prezioso e andava portato in Italia. Un balletto che nasce da quel contrasto tra luci ed ombre proprie dei capolavori di Caravaggio. Cosa c'è del mondo tormentato e inquieto del grande pittore? Il suo mondo interiore e tormentato è molto presente. Lo vediamo in tutti e due gli atti, già dall’inizio è molto evidente questa sua inquietudine, questo essere tra la luce e l'ombra. Ci sono accanto a me queste figure femminili che rappresentano gli elementi: una è la luce, l'altra è l'ombra e l'altra è la bellezza. Artiste e personaggi simbolici che ruotano intorno a Caravaggio. È molto bello essere in questo ruolo ed essere in questo quadro perché veramente in molti momenti del balletto sento di essere all'interno di un'opera d'arte pittorica ed è per me qualcosa di molto speciale. Stai per iniziare il tour estivo con i tuoi friends. Quali sono gli impegni dei prossimi mesi? Iniziamo a luglio con Caracalla, con due recite il 15 e il 16 luglio, poi andremo al Teatro Greco di Taormina il 18 luglio e poi due date all'Arena di Verona, il 22 e il 23 luglio. Sarà un bellissimo tour in cui saremo immersi nella bellezza più spettacolare del nostro Paese. Sono tappe a cui un po' mi sono abituato ma mai troppo perché devo dire che ogni volta che ritorno mi lasciano col fiato sospeso. E poi a settembre appuntamento con OnDance e con il Ballo in Bianco. E Caravaggio? Lo riporteremo in scena in autunno con altre date, a partire da Genova e Torino. Riprenderemo questa avventura perché il riscontro del pubblico è stato ed è veramente straordinario. Noi siamo tutti entusiasti di danzarlo e quindi perché no? È appena scomparso Yuri Grigorovich, leggenda della danza, coreografo a cui dobbiamo tantissime riletture e titoli del grande repertorio. Hai mai lavorato con lui? Purtroppo no. L’ho conosciuto in diverse occasioni, quando sono stato a Mosca per ballare con la compagnia del Bolshoi o nel Gala dedicato a Maya Plisetskaya. Ultimamente ho danzato anche Spartacus, che è una delle sue coreografie più note. Ma non ho mai avuto la fortuna di lavorare con lui che è stato davvero un mostro sacro della storia della danza e ha segnato profondamente tutto il mondo balletto creando capolavori che ancora oggi danziamo e che sicuramente anche le generazioni future continueranno a ballare.

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Roberto Bolle danza luci e ombre di Caravaggio: “In scena siamo dentro un’opera d’arte”