Stories, "Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko - Passo a due". VIDEO

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L’étoile e il primo ballerino del Teatro alla Scala raccontano la loro vita insieme, sulla scena e nel quotidiano, intervistati dal vicedirettore di Sky Tg24 Omar Schillaci. Il primo incontro, la proposta di matrimonio all’Arena di Verona, le nozze celebrate con Roberto Bolle testimone. Una storia, la loro, nata sul palco e costruita passo dopo passo

 

Sono Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko i protagonisti della nuova puntata di “Stories”, il ciclo di interviste ai principali interpreti dello spettacolo di Sky TG24. Ospiti del vicedirettore della testata Omar Schillaci, con la regia di Francesco Venuto le due stelle del Teatro alla Scala, rispettivamente étoile e primo ballerino, si raccontano in “Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko - Passo a Due”. In onda giovedì 3 ottobre alle 21.00 su Sky TG24, sabato 5 ottobre alle 13.30 su Sky Arte e sempre disponibile On Demand.    

Dal 25 settembre al 16 ottobre 2024 va in scena al Teatro alla Scala di Milano “La dama delle camelie”, il balletto capolavoro di John Neumeier che 7 anni fa Nicoletta e Timofej avevano danzato insieme dopo aver studiato i ruoli direttamente con il coreografo. “È un capolavoro del ‘900, come andare a vedere un film, è teatro dentro il teatro” afferma l’Étoile. Un balletto molto legato anche alla loro storia a tal punto che “abbiamo voluto che un nostro amico pianista suonasse proprio un momento del passo a due della campagna al nostro matrimonio”, ammette Timofej. Un periodo, quello di sette anni fa, che rappresenta per loro il raggiungimento di un equilibrio nella coppia fra sentimenti e professione: “Eravamo abituati a condividere il lavoro, ma quando è arrivato l’amore facevamo un po’ fatica. Quello è stato uno dei primi momenti in cui veramente eravamo in pace, e ballare insieme era solo qualcosa che ci rendeva più uniti, unici” rivela Nicoletta. 

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La storia di Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko inizia a duemila km di distanza: salentina lei, nata in un borgo di 100 anime in cui “ho vissuto un’infanzia bellissima, il paradiso di ogni bambino. Però ero una bambina difficile, molto determinata, sapevo quello che volevo e lottavo per ottenerlo” ha raccontato. Lettone lui, e altrettanto impegnativo, dato che da ragazzino i genitori provarono in tutti i modi a incanalare la sua grande energia: “Facevo fatica a stare fermo, mi deconcentravo molto facilmente. Ci hanno provato con il calcio, il karate e anche con il nuoto, ma solo la danza ha funzionato”. Un ragazzo che sognava di diventare ballerino, ma che, come ammette, “non ho mai visto Billie Elliott”. Un sogno condiviso da entrambi, tanto da ritrovarsi ‘rivali’ per un concorso di danza nel 2012, il loro primo incontro. Ma non tutto è andato come ci si aspettava: “Lui e gli altri ragazzi concorrenti nella mia categoria hanno fatto un po’ gruppetto e mi hanno esclusa” rivela Nicoletta, mentre Timofej nega che sia stato fatto di proposito. Prova ne è il fatto che, negli anni successivi, è stato proprio lui a cominciare una corte serrata nei confronti della ballerina, anche se “lei non se n’era proprio accorta, friendzone totale. Nemmeno quando la accompagnavo al tram, le regalavo i fiori, la portavo fuori a cena” ha raccontato. “È stata una mia amica e collega a dirmi ‘ma non ti sei accorta che Timofej sta cercando in tutti i modi di attirare la tua attenzione?’. Lì ho collegato gli avvenimenti e c’è stato un momento in cui gli ho detto che avremmo dovuto prendere un po’ le distanze” spiega Nicoletta. Le cose, tuttavia, negli anni hanno preso, fortunatamente, una piega diversa, tanto che, quando Timofej pensa al loro momento di felicità più intenso ricorda “l’Arena di Verona, quando le ho chiesto di sposarmi. Si era creata questa bolla: il pubblico in delirio. Mi ricordo i suoi occhi, è stato bellissimo”.

 

Poi il ricordo di uno, probabilmente, dei momenti più belli della vita di Nicoletta: quello in cui viene nominata Étoile del Teatro alla Scala. La prima volta nella storia che una nomina viene fatta a scena aperta, al termine di uno spettacolo. La ballerina racconta: “So il valore profondo che ha questo riconoscimento, soprattutto per il modo in cui è avvenuto. Il sovrintendente Dominique Meyer e il Direttore del corpo di ballo Manuel Legris hanno deciso di ritenermi all’altezza di questo titolo ma in particolare il modo in cui me l’hanno fatto vivere, per me è stato un regalo ancora più grande perché non era mai successo a Milano, alla Scala, e proprio per questo nessuno se lo aspettava. Quando ho visto arrivare il sovrintendente ho pensato ‘qualcuno in orchestra va in pensione’, solo quando aveva ringraziato tutti lasciando me per ultima ho capito che doveva dirmi qualcosa”. Poi Nicoletta aggiunge: “Étoile è un titolo importante, perché non c’è in tutti i teatri, è un più, un qualcosa che non è detto arrivi. È stato uno dei regali più grandi che la vita mi ha fatto”. 

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