A casa Allo zoo, il teatro di Edward Albee in scena ai Filodrammatici

Spettacolo

Sabrina Rappoli

Sono attuali, ironici, graffianti i due atti, le due situazioni raccontate da Albee in questo dittico, legato insieme dal filo invisibile dell'incomunicabilità

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L’autore, lo scrittore premio Pulitzer Edward Albee, è scomparso nel 2016, ma la forza della sua drammaturgia, ai più nota per testi come “Chi ha paura di Virginia Woolf?”, rende sempre attuali i suoi lavori. A Milano, con la regia di Bruno Fornasari, va in scena in questi giorni “A casa Allo zoo”, titolo originale Homelife and The Zoo Story.

Edward_Albee

 

Nel primo dei due atti, Michele Radice e Valeria Perdonò, sono i credibili Peter e Ann, una coppia benestante di New York. Lo spettatore non impiega molto a capire che, classe sociale a parte, la loro è una famiglia come ce ne sono tante: hanno due gatti, dei pappagallini e vivono nella convinzione che tutto proceda, più o meno, come si conviene a un matrimonio che conta qualche anno. Si parlano per non capirsi, fingono di ascoltarsi, discutono, litigano, si amano con indolenza, si confrontano fino a scoprire verità mai dette prima. Si ride, anche, e si riflette sulla scia di battute fulminanti: su tutte “dobbiamo parlare”, pronunciato da Ann, frase apparentemente innocua, che dà la stura a quei “fiumi di parole” finiti anche nelle canzoni sanremesi.

Albee

Il passaggio al secondo atto sembra immediato, con Peter che decide di andare a prendere un po’ d’aria al parco, per alleggerire l’atmosfera, dopo il momento fortemente dialettico, avuto con sua moglie Ann. In realtà, Edward Albee, lo ha scritto quasi mezzo secolo dopo il primo. La scena si sposta, dunque, in un parco cittadino, dove Peter incontra Jerry, interpretato da un efficace Tommaso Amadio. Dopo l’iniziale diffidenza, incalzato dalle domande di Jerry, che vive squattrinato, lontano dal centro città e dal benessere, tra i due comincia un dialogo, portato avanti dall’autore del testo con maestria. All’inizio tutto pare scorrere via liscio, in fondo, Jerry vuole soltanto raccontare qualcosa riguardo una sua recentissima visita allo zoo. Improvvisamente, però, il ritmo della conversazione cambia passo, qualcosa porta due mondi, due visioni, insomma, due uomini a collidere, a scontrarsi violentemente, ad allontanarsi senza possibilità di ritorno.

Albee

Restano le fragilità umane e la sensazione che, al di là del ceto e del censo, davanti ai sentimenti, alle difficoltà, alle paure, è in questo che tutti, ma proprio tutti, siamo uguali.

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