Teatro alla Scala, il console ucraino: "Non aprite con Boris Godunov"

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MILAN, ITALY - NOVEMBER 05: A general view of Teatro Alla Scala on November 05, 2020 in Milan, Italy. (Photo by Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)

A meno di un mese dalla Prima, Adrii Kartysh ha scritto al sovrintendente della Scala Dominique Meyer, al sindaco di Milano Giuseppe Sala e al presidente della Lombardia Attilio Fontana per chiedere di rivedere la programmazione cancellando il titolo russo scelto per l'apertura e ogni altro artista russo inserito nel cartellone della stagione scaligera

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Il console ucraino a Milano Adrii Kartysh ha scritto al sovrintendente della Scala Dominique Meyer, al sindaco di Milano Giuseppe Sala e al presidente della Lombardia Attilio Fontana per chiedere di "rivedere" la programmazione del teatro, non inaugurando la stagione il prossimo 7 dicembre con l'opera russa Boris Godunov, ed evitando anche altri spettacoli per non assecondare "eventuali elementi propagandistici". Un appello che arriva a meno di un mese dalla Prima. 

 

"NESSUNA OPERA RUSSA ALLA SCALA"

Il Boris Godunov non è l'unica scelta artistica della Scala criticata dal console, che si è scagliato contro la decisione di mettere in cartellone spettacoli di musica russa e anche il recital del soprano Anna Netrebko, già qualche mese fa al centro di polemiche per la sua vicinanza a Putin. Polemiche che erano poi state chiuse definitivamente dalla forte presa di posizione della diva della lirica contro la guerra in Ucraina. Una presa di posizione che era stata anche chiesta dalla Scala al direttore Valery Gergiev che invece non si è mai espresso. Un silenzio che gli è costata la fine della collaborazione con il Piermarini e con molti altri teatri nel mondo.

Non mancando di ringraziare le autorità a cui si rivolge per "il manifesto sostegno, tuttora palpabile" verso l'Ucraina e gli ucraini dall'inizio della "guerra" che è "voluta dalla Federazione Russa, che continua a lacerare la nostra pace, sottraendo preziose vite umane in modi sempre più terrificanti", Kartysh sottolinea "grande disappunto e rammarico" tra gli ucraini in Italia per via delle scelte artistiche della Scala.

epa09627471 A handout photo made available by the press office of the Teatro ala Scala shows an interior view of the 'Teatro alla Scala' Opera house decorated with the floral decorations created by Italian designer Giorgio Armani (not pictured) on the occasion of the inauguration of the opera season, in Milan, Italy, 07 December 2021. The famous opera house will open its 2021/22 season on 07 December evening with a new production of Giuseppe Verdi's opera 'Macbeth' performed by the Teatro alla Scala Orchestra and Chorus led by Conductor Riccardo Chailly.  EPA/STEFANO GUINDANI / HANDOUT MANDATORY CREDIT: TEATRO ALLA SCALA HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES/NO ARCHIVES

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UNA RACCOLTA FIRME ONLINE

Online è partita anche una raccolta firme per chiedere di sostituire gli spettacoli russi. "Proprio perché la cultura viene utilizzata dalla Federazione Russa per dare peso all'asserzione della sua grandezza e potenza - ha scritto il console -, assecondare la sua propagazione non può che nutrire l'immagine del regime ivi vigente al giorno d'oggi, e dunque, per estensione, le sue ambizioni scellerate e i suoi innumerevoli crimini". Da qui l'invito a "rivedere il programma della stagione al fine di bloccare eventuali elementi propagandistici", con la speranza che si avvicini "il momento in cui i confini dell'Ucraina, e con essi la pace nel nostro continente, saranno ripristinati", così che la cultura russa possa "tornare ad essere svincolata dalla sua realtà politica" ed essere "apprezzata liberamente, senza rimorsi dettati dall'etica". 

Meyer alla presentazione della stagione: "No caccia alle streghe"

 

Durante la conferenza stampa di presentazione della nuova stagione, il sovrintendente Dominique Meyer aveva difeso la scelta, che è stata fatta precedentemente all'inizio della guerra, invitando a non fare una caccia alle streghe. "Non sono per la caccia alle streghe. Non sono per la cancellazione delle opere russe e quando leggo Puskin non mi nascondo". 

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