I legali della star di "Aquaman" hanno denunciato uno scambio di identità tra due giurati omonimi e hanno chiesto un nuovo procedimento. "Il giurato n. 15 non era lo stesso individuo elencato nel collegio dei giurati", ha sostenuto l'avvocatessa Elaine Bredehoft
Venticinque anni di differenza che potrebbero cambiare tutto. La vicenda che ha visto a processo Johnny Depp contro l'ex moglie Amber Heard sembra non essere ancora finita: dopo la sentenza di primo grado per diffamazione, che l'ha condannata a pagare 10,35 milioni di dollari all’ex marito, adesso l'attrice chiede l'annullamento per vizio di forma e un nuovo processo. Il motivo? Uno dei giurati non doveva essere lì.
Cos'è successo
"La signora Heard ha diritto a far leva sulle protezioni di base della legge della Virginia secondo cui i giurati devono essere gli individui effettivamente convocati", hanno dichiarato i legali dell’attrice di Aquaman. Sembra infatti che l’individuo numero 15 non fosse quello elencato nel collegio dei giurati, ma un suo omonimo. Chi avrebbe dovuto seguire il processo per sei settimane era infatti un uomo di 77 anni, come sottolineano i legali dell’attrice, mentre la persona che ha preso parte al processo, con lo stesso cognome e indirizzo, ne aveva in realtà soltanto 52. Per questa ragione gli avvocati di Heard chiedono il vizio di forma, con conseguente annullamento del processo e nuovo svolgimento. Gli avvocati però non specificano né le ragioni di questo equivoco, né tantomeno come ne siano venuti a conoscenza.
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I tentativi di annullamento
L’accusa avanzata dall’attrice per ribaltare la sentenza di primo grado non è l'unica: infatti segue di una sola settimana il fascicolo di 43 pagine inviato dai legali alla Corte nel quale si dichiara che il processo non sarebbe valido per insufficienza di prove. Secondo loro il legame tra l’articolo scritto da Heard nel 2018 sul Washington Post, in cui citava un anonimo "picchiatore di mogli", e il fatto che Depp abbia perso il suo ruolo nella saga dei Pirati dei Caraibi sarebbe quantomeno dubbio. Per non parlare della richiesta inviata alla giudice Penney Azcarate di annullare il verdetto, in quanto l’importo di 10,35 milioni per il risarcimento danni sarebbe “eccessivo” e “indifendibile”.
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La vicenda
Il processo di primo grado si era concluso lo scorso 1° giugno, dopo oltre sei settimane di udienze e tredici ore di camera di consiglio, con il verdetto di colpevolezza per Heard, in tutti e tre i capi di accusa a lei imputati, ma anche per Depp, condannato a pagare due milioni all’ex moglie perché, a sua volta, vittima di diffamazione. L’eco mediatica del processo, che ha visto coinvolti terapisti, amici famosi della coppia e familiari non pare essersi spenta. Heard ha infatti da subito dichiarato di essere in bancarotta e non poter pagare la cifra richiesta, anche se poi ha minacciato Depp di nuove cause legali. Ha inoltre dichiarato di amare ancora l’ex marito, ma sembra intenzionata a non arrendersi.