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Coachella 2022 - Day Three, il diario dal Festival della nostra inviata in California

Spettacolo

Valentina Clemente

Courtesy of Coachella

Sapete il “problema” del Coachella Festival? Scegliere quali concerti vedere. Ed è toccato anche a me, oggi: mi scuserà il bravissimo FatBoy Slim, ma io vado a sentire i Maneskin nella Mojave Tent, che suonano alle 8.30pm, in contemporanea con il deejay inglese. Ah, alla stessa ora suonerebbe anche Doja Cat, ma ci sono i Maneskin. Oltre al loro concerto andremo da Karol G, Alec Benjamin, Finneas, Jamie XX, Duck Sauce e poi…Swedish House Mafia X The Weeknd. Grab your lemonade, hydrate your skin and let’s go!

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Per apprezzare al massimo un week end (o tutti e due) del Coachella Festival servono tre cose: pazienza, acqua e…ubiquità, o qualcosa di simile. Pazienza perché ci sono code ovunque, anche al negozio del merchandising, dove la gente si fionda appena aprono i cancelli alle 12.30. E oltre alle code, per spostarsi tra le varie tende dove ci sono i concerti, bisogna camminare tanto, anche mezzora. Auguro a tutti di vivere questa esperienza almeno una volta nella vita, quindi se venite, insieme alla pazienza, portate anche delle ottime scarpe da ginnastica. Non dovete dimenticare acqua, e tanta: ci sono tantissimi punti dove poter riempire la propria borraccia di acqua fresca, senza necessariamente avere bottiglie di plastica. Oppure potete comprare una fresca lemonade, che altro non è che succo di limone spremuto al momento, che è un po’ un simbolo di questo festival. C’è anche la versione al lampone, molto buona ma forse meno rinfrescante. Comunque: l’importante è idratarsi. Non è un caso che qui, quando ci si saluta, oltre all’immancabile “Happy Coachella” ci si dica “stay hydrated”, perché è fondamentale bere spesso, viste le temperature che ci sono a Indio. 

Maneskin!

L’ultimo, indispensabile elemento da avere quando si viene al Coachella? L’ubiquità! E visto che, almeno per il momento, non credo sia disponile, non ci resta che fare delle scelte. Come quelle che ho fatto in questa ultima giornata del primo week end di Coachella. Sulla performance dei Maneskin non ho avuto neanche mezzo secondo di esitazione: si va. Questo vuol dire non vedere lo show di Doja Cat e quello di Fatboy Slim, ma il desiderio di sentire i Maneskin dal vivo va oltre ogni altro concerto. Prima di loro, però, andrò a sentire Alec Benjamin, Finneas (il fratello di Billie Eilish, headliner di sabato), Jamie XX, Karol G, un po’ di Duck Sauce, prima di concludere con il binomio Swedish House Mafia – The Weeknd, che hanno sostituito Kanye West che ha dato forfait. Ma non saranno sostituti d’eccezione: saranno protagoniti, come i Maneskin, che qui definiscono “the next big thing”.

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INCREDIBILI. Punto. Non credo ci possa essere un aggettivo migliore per descrivere la loro prima performance al Coachella. Portano i loro successi più recenti, da "Zitti e buoni" a "Beggin'", ma anche una cover - Womanizer di Britney Spears "because we love her so much" dice Damiano. Lo stesso Damiano, in chiusura, recita una poesia di Charlie Chaplin, prima di fare un omaggio alla popolazione ucraina colpita dalla guerra, con la canzone che da poco hanno pubblicato aderendo alla campagna #StandUpForUkraine.

Damiano uno spettacolo. Victoria può tranquillamente salutare tutti, come lei nessuna più, mai più. Thomas di un livello superiore, Ethan carismatico e pazzesco. Insieme sono unici. Usare altri aggettivi per descrivere loro performance sarebbe superfluo: basta guardare il loro concerto. La loro musica parla da sola e ci fa capire che questa band è diversa, ma soprattutto va oltre ogni confine, non solo geografico.

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Alec Benjamin

Carino, dalla voce delicata. Il cantautore di Phoenix è visibilmente felice ed emozionato quando sale sul palco dell’Outdoor Theatre che, di fatto, è il secondo palco più importante di Coachella solo dopo il main stage. Canta per quaranta minuti e condivide anche la sua “Let Me Down Slowly”, successo che l’ha portato nella top 40 in 25 paesi, raggiungendo 1 miliardo di stream su Spotify. La sua voce sembra abbia un tocco femminile, molto delicata e intensa allo stesso tempo. E pensare che questo giovane talento di Phoenix, Arizona, è diventato famoso perché “I built a friend”, una sua canzone, è stata portata in scena da un ballerino di 12 anni sul palco dello show americano “America’s Got Talent”, tanto da far perdere la testa a Simon Cowell, uno dei giurati. Ma ciò che conta è che ora Alec Benjamin è a Coachella, uno dei palchi più importanti al mondo, con la sua musica

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Finneas

Lo conoscono perché è il fratello maggiore di Billie Eilish, con cui suona e lavora tutti i giorni. Nella sua stanza è nato il primo, vero lavoro di Billie, “When we all fall asleep, where do we go?” con la hit mondiale “Bad guy” e insieme alla sorellina ha vinto anche un Oscar per la migliore canzone originale. Finneas, però, è soprattutto un bravissimo musicista e autore. Poco prima di iniziare a cantare si rivolge ai presenti dicendo “Hey Coachella, very happy to be here” e poi continua a suonare. Le sue sonorità mi ricordano un po’ i Coldplay, un po’ i Kodaline, un po’ Peter Cincotti, ma anche un po’ Plain White T’s e Ed Sheeran di “Lego House”. Un mix che può sembrare assurdo, ma a me è sembrato proprio così. Molto piacevole e bravo, sarebbe bello poterlo sentire in tour, da solo, più spesso. “I love you too” ha urlato al pubblico, ma poi continua a cantare, perché quello che conta è sempre e solo la musica (ma anche guardare l’orologio, perché i ritmi sono molto intensi e ogni minuto e prezioso)

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Karol G – “Nicki Minajjj”

Quando si pensa a questa artista colombiana viene subito in mente “Tusa”, canzone che l’ha vista duettare con Nicki Minaj. “Ya no tiene excusa Hoy salió con su amiga, dizque pa' matar la tusa” dice la prima strofa, dove già è identificabile il ritmo in pieno stile reggaeton di Carolina Giraldo Navarro: un ritmo sudamericano che porta anche a Coachella, sul palco del Main stage. Dopo di lei Doja Cat, The Weeknd e Swedish House Mafia. Lo show di Karol G? Esplosivo, proprio come il suo entusiasmo, che trasmette in ogni sua canzone, e soprattutto il ritmo sudamericano che scorre nelle sue vene. Una festa a cielo aperto, un continuo ballare, muoversi e sorridere, a tempo della reggaetonera Karol. Uno show in cui ha portato alcune canzoni dell’ultimo album, “KG0516”, ma anche di “Ocean” del 2019

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Duck Sauce

Tantissima house music in questa edizione di Coachella. Sarà la voglia di musica dal vivo, che dopo due anni difficili è ufficialmente tornata, sarà la voglia di ballare e l’atmosfera di festa che si respira qui a Coachella, sarà che la musica di Duck Sauce fa girare la testa (e i piedi): A-Trak e Armand Van Helden, leggendari, tornano a Coachella dopo la performance nella Sahara Tent del 2014. E tornano nella stessa tenda, insieme ai loro intramontabili successi, tra cui c’è la ballatissima “Barbra Streisand”. E la festa continua, senza sosta!

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Swedish House Mafia - The Weeknd

The perfect duo. Ma soprattutto non sono dei sostituti di Kanye West: sono i protagonisti di questa ultima serata del primo week end di Coachella. Insieme sono esplosivi e, nemmeno a dirlo, fanno muovere tutti quanti. Emozioni allo stato puro, divertimento, la voce pazzesca di The Weeknd unita al magic touch del trio delle meraviglie, Axwell, Steve Angello and Sebastian Ingrosso: che momenti indimenticabili. Ovviamente la loro collaborazione, Moth To a Flame, ha fatto saltare le migliaia davanti al Main Stage. E poi un continuo di successi…si può avere un concerto così, almeno una volta a settimana? Yes, please

 

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