L'artista piacentina ha pubblicato un libro in cui, attraverso i suoi personaggi, racconta non solo se stessa ma tante sfumature dell'umanità. L'INTERVISTA
La musica può attendere. Ma fino a un certo punto. Perché ora Nina Zilli è in studio a ultimare il nuovo album che vedrà la luce nei prossimi mesi. Il periodo del lockdown le è servito per realizzare un sogno cullato da anni, scrivere un romanzo. Si intitola L'Ultimo di Sette (Rizzoli, 17 euro) e ha l'incedere di un romanzo di formazione. Uno Stand by Me padano senza il morto. Si legge di un fiato, fa sorridere, riflettere e commuovere. I protagonisti sembrano uscire dalla pagina per sedersi al fianco del lettore per coglierne e condividerne le sensazioni.
Chiara, partiamo dall’idea generale del romanzo: quando è nato e cosa ti ha spinto a scriverlo?
Sarebbe stato il quarto romanzo iniziato e mai finito, il primo risale i miei 18 anni. La vita moderna ci ha strappato il tempo e il Covid ce lo ha restituito. Le canzoni nascono da sole come i fiori e servono assonanze e rime, la scrittura è un flusso che va lasciato andare con grandi session. Negli anni mi sono creata un film nella testa e sono riparita da dove l’avevo lasciato.
I personaggi che popolano le pagine sono ognuno una parte di te?
Parte di me e del mio vissuto non solo personale, ma da essere umano. Ci sono tratti caratteriali di amici, musicisti, gente della mia famiglia. Sono partita dai sentimenti che conosciamo tutti. Mi sono divertita a immaginare quello che capita tutti i giorni senza che noi ce ne rendiamo conto.
Un solo cambiamento può cambiare, dare un senso a una vita caotica?
Certe volte sì, dipende dal cambiamento. Pensa al battito della farfalla che dall'altra parte dell'oceano può diventare tsunami. Per cambiare e lasciarsi tutto alle spalle basta un piccolo passo avanti nel grande caos dell’universo.
Hansel e Gretel è una favola, un horror o una metafora della vita?
È un horror in questo caso, la vicenda finisce in un altro modo. Qui la casa non si mangia, si vuole bomboniera ma poi è un castello di sabbia che si sgretola e non resta nulla. Sono passi necessari che si fanno per diventare grandi, fatti di piccoli cerchi come quelli degli alberi, solo che i loro sono ordinati.
Hai sempre una bomba atomica in testa? Provi a disinnescarla?
È la tendenza a non crogiolarsi nel comodo a meno che non cia sia qualcosa di vero.
Tra procrastinare e accidia c’è un legame?
Strettissimo. L’accidia è uno dei peccati capitali. Non è pigrizia, c’è qualcosa di peggio dietro, si sa di poter fare una cosa ma non si fa. Per farmi fare una cosa mi si deve dire l’opposto, mi ripete mia mamma.
Cosa resta oggi della vita di provincia? C’è ancora la vita del bar?
Si è trasferita sui social ma si prende troppo seriamente, dovrebbe essere come quella da bar dove ti fai le ossa, con sentimento goliardico. C’è nelle compagnie teatrali, c'è nella mia band. Si entra così dolcemente nelle vite degli altri.
La mamma brigadiera è la tua?
La mia è in colonnello. Ma il vero colonnello era nonno Giulio Zilli.
Si può parlare contemporaneamente con gli occhi e con la bocca?
Direi proprio di sì e in vari modi. Si può dire la stessa cosa o anche diversa ma occorre cogliere il segno.
Anna che non scappa e non si volta davanti al diavolo sei tu?
Mio nonno Giluio diceva che non avevo paura di niente, io rispondevo che la avevo di tutto, Nella vita ci vuole coraggio.
Hai imparato a selezionare le buone idee?
Ci sto lavorando.
Resti lo spirito libero che non si spaventa davanti a nulla di sempre?
Assolutamente sì. Sento un peso sulle spalle che prova a trascinarmi giù ma io cerco di rimanere leggera.
Fai quello che vuoi ma sii felice è il motto della tua vita?
Finché non rendi infelice qualcun altro... sì.
Hai un libro che per te è il libro?
Uno qualunque di Buzzati.
Come è cambiato il tuo rapporto con le coincidenze, filo conduttore di tanta parte del romanzo?
Più o meno è rimasto lo stesso, il libro è un interrogarsi tra caos e predestinazione nella vita e chi cerca la risposta nel libro non la troverà o meglio la risposta nel libro è sbagliata, è dentro di me, ma è sbagliata. Mi piace pensare di essere nata per cantare e scrivere. So quanto sono stati faticosi i piccoli passi da fare uno davanti all’altro. La forza è essere predestinati per fare qualcosa ma non scordiamoci mai che siamo anche i fautori del nostro destino. Tra caos e predestinazione è fondamentale la forza di volontà.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Sarò in giro ospite di qualche festival letterario. È invece prematuro parlare di concerti, ma sarei pronta a ripartire. Il prossimo obiettivo è il nuovo disco.