Mille, il produttore del video risponde alle accuse della Drag Queen Paola Penelope

Spettacolo

Camilla Sernagiotto

Un frame del videoclip di "Mille"

Il titolare dell'azienda Maestro s.r.l., la società che ha prodotto il videoclip di Fedez, Achille Lauro e Orietta Berti, ha voluto chiarire la sua posizione circa la polemica dei giorni scorsi. "Ci dispiace non aver garantito la visibilità che Paola si aspettava" e racconta di come l'azienda tratti spesso di tematiche LGTB, a cui tutto il suo team è particolarmente sensibile. "Queste accuse ci sembrano fuori luogo"

Il produttore del videoclip di Mille, Antonio Giampaolo, ha risposto alle accuse della Drag Queen Paola Penelope con un'intervista a Sky TG24.

 

"Non intendo continuare la polemica ma voglio spiegare che ci dispiace non aver garantito la visibilità che Paola si aspettava. La nostra azienda racconta spesso tematiche LGTB e siamo molto sensibili al tema, quindi queste accuse ci sembrano fuori luogo. Penso che ci sia stata un'incomprensione", così incomincia Antonio Giampaolo, titolare dell'azienda Maestro s.r.l. che ha prodotto il video "incriminato". Incriminato perché la Drag Queen Paola Penelope ha accusato tutti i collaboratori di Fedez per aver ricevuto un trattamento a suo avviso pessimo.

Quest'ultima è l'artista che ha partecipato come comparsa al video della hit, incoronata a tormentone dell'estate anche grazie all'accattivante videoclip che  la Maestro s.r.l. ha prodotto per Fedez, Achille Lauro e Orietta Berti.

Dopo l'uscita di Mille, Paola Penelope ha pubblicato un messaggio su Facebook con pesanti accuse rivolte alla produzione, sostenendo di essere stata trattata senza rispetto dai collaboratori di Fedez & Co.

Nel post ha parlato di più motivi che le avrebbero fatto definire quell’esperienza professionale con queste parole: “due giorni di lavoro da incubo!”.

 

Il primo (in ordine di apparizione nel suo post di Facebook) è relativo all’utilizzo a sua detta “strano” del suo personaggio e di quello della collega, la seconda Drag Queen che compare nel video. Ha parlato con disappunto di “una scena corale in cui dal centro siamo state passate alle estremità”. Il secondo motivo riguarda la frase che Paola Penelope dice di aver sentito dire dall'aiuto regista al megafono, ossia “Dite alle trans di mettersi all’ombra” (ha specificato che per lei non è stata un’offesa essere chiamata trans ma che la sua riprovazione sarebbe stata relativa al fatto che “se volevano un trapezista era inutile chiamare un domatore di leoni”, parole sue).

Alla richiesta di essere cancellata dal progetto a fine riprese, parla di un “picco di delirio di onnipotenza da parte dei collaboratori” di Fedez. Ed è qui che scrive “Senza entrare nei dettagli, voglio solo dirti che ho dovuto avvalermi dell'assistenza di un legale”.

Benché poi compaia nel video finale, ha voluto comunque far sapere a Fedez - in un messaggio pubblico a lui indirizzato in cui l'artista è taggato - di essere “ancora scossa per tanta mancanza di professionalità, sensibilità e rispetto".

 

Sembra di diverso avviso invece Antonio Giampaolo, che a Sky TG24 racconta: "Abbiamo trattato Paola con riguardo. Aveva un camerino personale dotato di aria condizionata, a uso suo e della collega, dal momento che il loro vestiario di scena  è molto complesso, così come il trucco".

“Raccontiamo spesso tematiche LGTB, siamo molto sensibili al tema”

"La nostra azienda racconta spesso tematiche LGTB e siamo molto sensibili al tema, quindi queste accuse ci sembrano fuori luogo. Penso che ci sia stata un'incomprensione", continua Giampaolo in qualità di titolare della società produttrice del video.

Aggiunge che l'artista è stata già pagata "il giusto, secondo quanto prevedono i compensi delle comparse". Spiega che ha firmato la liberatoria, contrariamente a ciò che la Drag Queen sosterrebbe sul suo profilo Facebook. Liberatoria che vieta inoltre di scattare foto agli artisti e di postarle sui social network, cosa che invece Paola Penelope ha fatto: il suo lungo sfogo diventato virale è corredato da immagini che la ritraggono sul set assieme a Fedez, ad Achille Lauro e a Orietta Berti.

"Per quanto riguarda il fatto che l'aiuto-regista abbia urlato al megafono 'trans', lo nego io come lo negano altre 68 persone presenti. L'ha sentito soltanto lei, che si trovava su un terrazzo a 70 m di distanza. Sono certo che ci sia stata un'incomprensione vista la distanza tra Paola e l'aiuto-regia ma ciò che a noi preme è che non si dica che il mondo dei videoclip sia discriminatorio. Noi ci teniamo a veicolare messaggi di parità di genere, si tratta di tematiche a cui siamo estremamente sensibili. Quindi questa è stata una polemica che lascia il tempo che trova".

Antonio Giampaolo ci tiene a fare chiarezza non solo in maniera ufficiale ma anche "ufficiosa": parlando "a microfoni spenti", spiega di come sia stata per lui e per la sua squadra di collaboratori un'accusa a sua detta ingiusta e svilente.

"Lavoriamo cercando di far sentire le persone come se fossero a casa propria. Sul set di Mille c'erano anche Francesco, un violinista di 60 anni, così come una signora settantenne. Tutti hanno svolto il proprio lavoro senza lamentarsi, anzi: molti si sono complimentati per come sono stati trattati", ha aggiunto Antonio Giampaolo.

Cita inoltre un particolare che potrebbe sembrare di poco conto e che invece suona importante per chiunque abbia dimestichezza con il mondo dello spettacolo, specialmente delle produzioni televisive, cinematografiche e video di ampia portata come Mille: il cestino per il pasto.

"Tutti hanno avuto lo stesso cestino, il menù era uguale per tutti, sia per gli artisti sia per le comparse sia per i collaboratori. Uguale per tutti per non fare distinzione. Ci dispiace enormemente vedere accostato il nome del mondo del videoclip a cose per noi deprecabili come l'omofobia. Penso ci sia stata un'incomprensione alla base. Forse Paola pensava che sarebbe stata più presente nel video, credeva di apparire di più. Ma si tratta di un videoclip con 60 comparse, addirittura alcuni dei presenti alla fine non si sono visti nel montaggio finale ma nessuno si è lamentato".

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L'invito a Paola Penelope alla prossima produzione

Tra le righe di quel che ha raccontato a Sky TG24 Antonio Giampaolo non si intravede rabbia né rancore ma dispiacere.

 

È dispiaciuto per il fatto che qualcuno non si sia trovato bene a lavorare con il suo team ed è certo che si sia trattato di un'incomprensione. Tant'è che ha voluto lanciare un appello a Paola Penelope, invitandola a una nuova collaborazione.  

 

"Invitiamo Paola Penelope a partecipare alla prossima produzione, assicurandoci di offrire il giusto spazio a lei ed eventualmente ad altre sue colleghe che vorranno collaborare", conclude il titolare di Maestro s.r.l.

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