La denuncia della Drag Queen nel video di Fedez: "Lavoro da incubo, senza rispetto"

Spettacolo

Camilla Sernagiotto

Un frame del videoclip di "Mille"

L'artista che ha preso parte al videoclip della canzone "Mille" ha rivelato in un lungo post sulla sua pagina di Facebook di essersi trovata molto male con i collaboratori del rapper, al punto di essere stata costretta ad affidarsi alla consulenza di un legale. "Ancora sono scossa per tanta mancanza di professionalità, sensibilità e rispetto", ha scritto Paola Penelope nel suo messaggio, rivolto direttamente a Fedez (che aveva provato a contattare privatamente, senza riuscirci)

Paola Penelope, una delle due Drag Queen che compaiono nel videoclip della canzone Mille di Fedez (con Orietta Berti e Achille Lauro) ha denunciato su Facebook di aver ricevuto un trattamento davvero orribile dai collaboratori del rapper sul set. Si parla di un'estrema mancanza di professionalità ma anche di una grave mancanza di rispetto e di sensibilità, secondo quanto riportato dall'artista.

In un lungo post pubblicato poche ore fa sulla sua bacheca, indirizzato proprio a Fedez (che è taggato, come anche lo sono Orietta Berti e Achille Lauro), l'artista ha voluto informare il cantante (e tutti noi) su quanto accaduto durante le riprese mentre lui non c'era.

Nel suo messaggio ha specificato di aver provato a contattare il rapper privatamente, per parlargli dell'accaduto, ma di non esserci riuscita.

 

Leggi la risposta alle accuse di paola Penelope del produttore del videoclip Mille

Le parole della Drag Queen Paola Penelope

"Caro Fedez, come sai sono stata ingaggiata per girare il tuo video clip 'Mille'.
Credo tu debba sapere cosa è accaduto durante la tua assenza, così da decidere con chi lavorare in futuro. Ho provato a scriverti attraverso i tuoi canali social ma, ovviamente, con tutti i messaggi che ricevi ogni giorno credo sia molto difficile leggere e gestire tutto", così incomincia il lunghissimo post di Paola Penelope.

La Drag Queen ha voluto sottolineare che, quando ha ricevuto la chiamata, era davvero entusiasta all'idea di poter lavorare con Fedez, una persona famosa che stima molto, anche perché sempre pronto a battersi per la comunità LGBT.

"Quando ho ricevuto la chiamata ero felicissima che un cantante famoso, e che ultimamente si è molto speso per la comunità LGBT, avesse pensato ad utilizzare la figura delle Drag Queen in un grande progetto, non solo per dare colore ma anche per l'aspetto sociale che rappresentiamo e che spesso viene dimenticato. Devo dirlo fuori dai denti: sono stati due giorni di lavoro da incubo!"

L'artista ha continuato raccontando nel dettaglio tutto quello che è successo, spiegando che sul set non è stato chiesto loro di fare ciò che era stato pattuito a voce.

"Una scena corale in cui dal centro siamo state passate alle estremità", ha specificato. "È vero, nel cinema ed in generale in questo mondo è tutto molto lungo, le scene possono mutare in base alla creatività del regista e le attese sono estenuanti, ma mi è sembrato da subito alquanto strano il nostro utilizzo. A fine giornata ho parlato immediatamente con il nostro referente per capire meglio e per comunicare che se la nostra presenza fosse fuori contesto (come mi era sembrato) avremmo potuto anche non tornare il giorno seguente, ma ci è stato assicurato che il giorno successivo avremmo girato le nostre scene".

Purtroppo non è stato così nemmeno il giorno seguente, secondo il racconto di Paola Penelope.

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La decisione di abbandonare il set

"Sentiamo l'aiuto regista dire al megafono 'Dite alle trans di mettersi all’ombra'; la mia reazione, ovviamente, è stata tempestiva ed ho detto subito 'Ok, vado a casa. Arrivederci!'. Intendiamoci, essere chiamata 'trans' non è un’offesa, anzi, ma lì ho avuto la certezza che la regia non avesse la consapevolezza della figura della Drag Queen e che la nostra presenza non avesse alcun senso", prosegue l'artista.

A quel punto ha deciso di abbandonare il set e si è diretta in camerino per struccarsi ma è stata fermata dall'aiuto regista, venuto a chiarire che avevano sentito male loro.

"Ho tentato di spiegare più volte che non mi ero offesa per la parola trans, ma che avevo finalmente avuto la certezza che stavamo solo perdendo tempo e che se volevano un trapezista era inutile chiamare un domatore di leoni".

Secondo Paola Penelope, il valore aggiunto della presenza sua e della collega nel videoclip di Mille sarebbe quello di "fare i fighi per aver messo due drag queen in 'controluce' in un video che in estate vedranno 60/90 milioni di persone".

E riferendosi ancora una volta direttamente al rapper, ammette: "Credo di aver commesso io l’errore di aver accettato in virtù del tuo nome un lavoro senza aver regolarizzato, se non verbalmente, il mio ingaggio; a fine riprese, infatti, non avendo firmato alcun contratto e liberatoria e non avendo svolto il ruolo per cui sono stata chiamata, ho deciso e richiesto di essere cancellata dal progetto, ma è proprio qui che c'è stato il picco di delirio di onnipotenza da parte dei tuoi collaboratori".

Senza troppo addentrarsi nei dettagli, l'artista ha rivelato di essersi dovuta avvalere dell'assistenza di un legale.

"Ho deciso di trovare una soluzione solo perché sono una persona corretta e ho voluto evitare problemi legati all'impossibilità di utilizzare la mia immagine in caso di assenza di liberatoria, ma ancora sono scossa per tanta mancanza di professionalità, sensibilità e rispetto. [...] Se avessi saputo del trattamento riservato, non avrei mai accettato. Questa è la triste storia della mia esperienza nel tuo video, caro Fedez. E la racconto a te e a tutti quelli che la leggeranno solo per ricordare che per difendere i diritti di un’enorme comunità, come quella LGBT, non basta esporsi pubblicamente in tv, bisogna farlo ogni giorno, anche nel quotidiano, anche scegliendo uno staff che ci rappresenti. Le battaglie che noi dobbiamo affrontare quotidianamente per l’accettazione e la normalizzazione del pensiero comune altrui, sono molte, e partono dai piccoli gesti. Come quello di rispettare ogni lavoratore e dare valore ad un figura come la nostra che ancora oggi è oggetto di scherno e mortificazione. Spero che quanto accaduto sia per te, come lo è stato per me, fonte di esperienza. E che per le tue prossime produzioni scelga con maggiore attenzione i collaboratori da cui decidi di circondarti perché agire nel quotidiano vale più che l'esposizione mediatica. Concludo sperando che tu, in futuro,  possa avvalerti di #MILLE altri collaboratori!", così termina il lungo post di Paola Penelope su Facebook.

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''Non mi sento di colpevolizzare né Fedez, né la Berti, né Lauro per quanto accaduto. Ricordiamo che i protagonisti di questo video sono tre e tutti e tre sono molto gay-friendly''. Queste le parole di Vladimir Luxuria su quanto accaduto, espresse durante un’intervista all’Adnkronos.

''Lauro ha fatto tante dichiarazioni contro la maschilità tossica, l'ho avuto ospite lo sorso anno al Festival del Cinema Lgbt dove ha portato una sua opera d'arte dal titolo 'Love is love'. Orietta Berti è ormai un po' un'icona del mondo Lgbt, tante Drag Queen hanno fatto la sua imitazione e poi c'è Fedez ovviamente che conosciamo tutti per le sue dichiarazioni’’, ha affermato la celebre attivista, scrittrice, attrice, drammaturga ed ex politica italiana.

''Di come sono state trattate le Drag Queen e del fatto che sono state disattese delle promesse credo che sia responsabile il regista e non Fedez. Io prima di accusare vorrei capire quanto è accaduto. Lauro, Berti e Fedez secondo me non c'entrano nulla, neanche lo sanno. Faccio un appello al regista affinché fornisca una spiegazione. Fedez è una persona molto sensibile, non escludo che dica qualcosa''.

Vladimir Luxuria ha concluso l’intervista con queste parole: “Sono sicura che Fedez farà in modo che il regista chiarisca questa situazione’’.
Per adesso non ci sono state repliche né dichiarazioni sulla questione sollevata da Paola Penelope da parte dei diretti interessati.  

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