Pret-à-Porter a Parigi, il prossimo autunno-inverno secondo Dior e Schiaparelli

Spettacolo

Nicoletta Di Feo

Dior e Schiaparelli: due cortometraggi per raccontare la moda ai tempi della pandemia. Le favole con morale di Maria Grazia Chiuri e il surrealismo di Daniel Roseberry

 

Raccontami una storia, e la storia cominciò.

C’è Cappuccetto Rosso. C’è Alice nel Paese delle Meraviglie. C’è La Bella e la Bestia. E c’è anche Il Soldatino di Latta nel prossimo autunno-inverno di Dior. Maria Grazia Chiuri ci porta nel mondo delle favole non tanto per farci sognare ma per affrontare i temi della vita.

Dior, Favole e specchi a Versailles. Equilibrio tra innocenza e sensualità

Favole come insiemi di simboli per riflettere e mettere in discussione gli stereotipi. Favole come invito all’affermazione di sé.

Location d’eccezione per questo emozionante short movie, la Sala degli Specchi di Versailles che per la prima volta si apre alla moda. Qui Maria Grazia Chiuri, l’artista Silvia Giambrone e la coreografa Sharon Eyal hanno creato un’installazione in cui modelle e ballerine si raccontano attraverso un gioco di specchi. Quegli specchi da cui siamo attratti ma anche respinti e che, come apostrofato dalla direttrice creativa di Dior, «riflettono anche tutta la violenza che c’è nel mondo e che con il Covid, in questo momento sospeso dove tutto cambia, è aumentata”.

Quello specchio che, esattamente come nel mondo delle favole, ha un significato fortemente simbolico quasi fosse lo schermo di un cellulare da cui scattare selfie,  contribuendo a quella fase di pericolosa chiusura che stanno subendo i giovani e su cui Maria Grazia Chiuri vuole richiamare l’attenzione. 

 

Il surrealismo di Elsa Schiaparelli in versione contemporanea

Definito il legittimo erede di Elsa Schiaparelli, Daniel Roseberry porta l’Alta Moda nel Pret-a-Porter. Il fashion film diretto da Christophe Tiphaine inizia con lo squillo di un cellulare a forma di orecchio gigante e una modella che risponde alla chiamata. E’ il surrealismo di Elsa Schiaparelli a dare l’imprinting a questa collezione, surrealismo che il designer americano ha reinterpretato in chiave contemporanea.

"Elsa Schiaparelli credeva che l'anatomia non fosse solo un punto d’ispirazione, ma una base per dare forma a un laboratorio di creatività. Lo credo anch'io. Questa combinazione di arguzia e meraviglia è ciò che definiva il suo lavoro e spero che definisca anche il mio", spiega Daniel Roseberry nella nota diffusa dalla Maison alla stampa.

Quella disegnata per Schiaparelli è una collezione che vuole essere una tela da modulare aggiungendo o sottraendo in modo molto personale, dove gli abiti e gli accessori diventano elementi decorativi.

In passerella l’armonia tra eleganza e eccentricità, sobrietà ed audacia. 

Chiunque ami la moda sa che si deve mantenere un equilibrio tra creatività e commercio, con continui compromessi”, dichiara Daniel Roseberry. “Ecco perché amo lavorare per una casa di moda dove il primo pensiero è la creatività, uno statement che ne definisce la missione".

 

Spettacolo: Per te