Luogo evocativo, il teatro, qui diventa una scatola sonora dove si condensano voci, suoni ed emozioni. Sorta di studio di registrazione, aperto alle compagnie di attori, che qui si ritrovano supportati, nei mesi della pandemia
I teatri sono chiusi, in attesa che la pandemia regali una tregua e si possa tornare in platea. Al Valle di Roma, una sessantina di artisti, tecnici e maestranze, mantengono viva l’essenza del palcoscenico lavorando alla registrazione di una decina di radiodrammi, tra scienza e fantascienza. Andranno in onda on line sul sito del teatro stesso, ma sarà possibile anche ascoltarli in sala, una volta che questa tornerà accessibile al pubblico.
il teatro valle luogo storico in attesa di restauro
Il teatro Valle, che si chiama così per il nome del suo primo direttore, Domenico Valle, fu edificato nel 1727 dall’architetto Tommaso Morelli, per volere del nobile Camillo Capranica. Luogo storico della capitale, negli ultimi anni ha vissuto vicende alterne: è stato anche a lungo occupato. Ora è in attesa di un restauro che si annuncia piuttosto articolato.
Quando entriamo la sensazione che proviamo è di stupore. La compagnia sta provando al centro del teatro, mentre le poltrone sono state rimosse: al loro posto ci sono i leggii, con gli attori alle prese con i testi da interpretare.
l'attesa è tutta per il ritorno del pubblico in sala
Luogo evocativo, il teatro, diventa qui una scatola sonora dove si condensano voci, suoni ed emozioni. La speranza di tutti è di tornare presto ad avere il pubblico. E’ così che si rinnoverà meravigliosamente quel rito potente e antico dello scambio di energie tra palco e platea; uno scambio che soltanto il teatro è in grado di regalare tanto intenso e forte.