Cravatta day, la personalità si porta al collo

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Per festeggiare l’accessorio maschile più amato, al quale è consacrato il 18 ottobre, ecco una breve guida per scoprire di più su una persona semplicemente guardando la cravatta che indossa

Se un vecchio adagio suggerisce che è sbagliato giudicare un libro dalla copertina, non vale lo stesso per uomini e cravatte. Lo scrittore francese Honoré de Balzac, infatti, considerava questo accessorio il più utile degli indizi per comprendere la personalità di chi la porta al collo. Un pensiero ancora attuale, come dimostra un recente articolo apparso sul quotidiano Le Figaro, nel quale si afferma che al giorno d’oggi molti uomini di potere indossano cravatte anonime nel tentativo di non svelare nulla della propria soggettività. Che l’accessorio maschile per eccellenza sia in grado di raccontare vere e proprie storie, di vita e non, lo dimostra anche una notizia che arriva dalla Svizzera riportata dal tabloid Le Matin: il medico del Comune di Neuchâtel ha annunciato che cambierà la propria cravatta in funzione dell’evolvere della pandemia, così da mettere facilmente in allerta gli abitanti del paese con un codice basato sui colori. E allora ecco che l’accessorio simbolo di eleganza e raffinatezza diventa anche il modo perfetto per comunicare, trasformandosi in un complemento da scegliere con cura. Proprio come la carta, il colore e il font di un biglietto da visita raccontano qualcosa di una persona o di un’azienda, allo stesso modo il materiale, la stampa e la lunghezza di una cravatta sembrano descrivere i tratti principali della persona che la porta al collo.

“La cravatta è un accessorio unico, che da sempre aggiunge un tocco di personalità a chi la sfoggia – spiega Stefano Bigi, amministratore unico di Bigi Cravatte Milano – Se fino a qualche anno fa indossarla era visto come un obbligo, oggi agli uomini resta il piacere di scegliere quella che più si adatta al loro gusto, portandola per completare un look formale o casual, un modo per distinguersi e raccontarsi attraverso il proprio outfit. Le origini della cravatta sono antichissime e, in particolare, portare avanti la tradizione della produzione sartoriale è per noi motivo di vanto. Questo sapere, che si concretizza nell’attenzione alla scelta dei materiali, nella ricerca della qualità e nella cura di ogni dettaglio, ha attraversato due generazioni prima di arrivare anche a noi e prende forma ogni giorno in ciascuna delle nostre cravatte che da Milano arrivano in tutto il mondo”.

Se la qualità è il primo degli aspetti da verificare quando si acquista una cravatta, optare per una realizzata a mano significa scegliere un accessorio versatile e in grado di durare nel tempo. Colori, lunghezze e fantasie sono altamente soggettivi e diventano le caratteristiche in grado di rivelare qualcosa in più della persona che ci si trova davanti. 

Le 5 personalità che traspaiono dalla cravatta

L’artista: eccentrico, ama osare e per questo non rinuncia a cravatte con motivi floreali. Porta al collo un bouquet colorato e opta spesso per gli accessori vivaci. Fra le sue cravatte non mancano quelle rosse, ma anche gialle e azzurre. L’eccezione che conferma la regola? L’artista contemporaneo Maurizio Cattelan, fotografato spesso con sobrie cravatte tinta unita di colore nero.

 

Il politico: la parola d’ordine è, ovviamente, sobrietà. Lo scopo, infatti, è quello di trasmettere un’aura istituzionale e darsi un tono rassicurante. In questa categoria non rientrano soltanto le istituzioni, ma anche quell’amico, spesso formale, che ama parlare di politica e sembra sempre pronto ad entrare in Parlamento. A definire questo “tipo” è la scelta della cravatta tinta unita, o con piccoli disegni, sui toni del blu e mai slim. Un esempio? Il sempre impeccabile presidente francese Emmanuel Macron, che opta spesso per cravatte dai toni scuri.

 

Il filosofo: il pensatore, il riflessivo, l’uomo che analizza ogni situazione e non può esimersi dal leggerla dando vita a innumerevoli teorie. Ne esistono di due tipi: l’ottimista e il pessimista, ma per entrambi la cravatta perfetta è quella con stampa paisley. A seconda del grado di eccentricità variano i colori, ma la sostanza resta la stessa. Significativi sono i completi sfoggiati da John Malkovich in The New Pope, ovvero sir John Brannox, un cardinale britannico aristocratico.

 

Lo sportivo: abbina sempre il completo alle sneaker, scegliendo i tagli più originali. Fra i tessuti predilige quelli più casual come le garze e sui colori si affida ai toni più chiari. Un esempio è l’ex capitano della nazionale italiana di basket, Stefano Mancinelli, che anche per il suo matrimonio non ha rinunciato a scarpe sportive bianche e cravatta.

 

Il matematico: dal carattere rigoroso ed equilibrato, la cravatta che fa per lui è sicuramente quella a righe, sinonimo di geometria e precisione. Sa giocare con materiali e colori, puntando su una palette variegata. Fra i modelli a cui guardare, il premio Nobel per la fisica Roger Penrose, che alle righe affianca anche cravatte con motivi geometrici come i rombi.

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Cravatte firmate Bigi
Cravatte firmate Bigi

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