Teatro, Fabrizio Ferracane: penso a un ruolo leggero magari in costume

Spettacolo

Sabrina Rappoli

C'era il pienone, alle "Orestiadi" di Gibellina per la serata con Fabrizio Ferracane. L'attore ha portato in scena "Orapronobis", a firma Rino Marino; un'ora di monologo intenso, senza quasi prendere fiato, che ha incantato il pubblico

Le sue incursioni nel cinema sono frequenti, ma Fabrizio Ferracane è, soprattutto, un uomo da palcoscenico. Alle "Orestiadi" di Gibellina l’attore, che quest’anno ha sfiorato il David di Donatello per il ruolo di Pippo Calò nel film “Il traditore” di Marco Bellocchio, porta l’intenso monologo “Orapronobis”. Una pièce che si recita quasi senza prendere fiato, scritta e diretta da Rino Marino.

"ORAPRONOBIS", LA SUA LINGUA è UNIVERSALE

“Un testo alto, potente, una lingua universale che si pone delle domande universali su quello che c’è o ci sarà dopo, quando saremo sotto terra”, dice Ferracane, siciliano doc, che a recitare nel cuore della Valle del Belice si sente a casa. “Mi fa un certo effetto, qui ci sono persone del paese che mi conoscono, è un momento importante, lo possiamo fermare”, confessa Fabrizio. “Facciamo il teatro, ci sarà un pubblico che entra, l’attore. Finalmente, era da tre o quattro mesi che tutto questo non succedeva e meno male che esperienze come queste sono riprese”.

IL TEATRO è EMOZIONE, NON HA FILTRI

“Quello che abbiamo vissuto”, sottolinea Ferracane, “è stato un periodo di isolamento forzato, di grosse riflessioni sul cercare dei metodi nuovi. Per quanto mi riguarda, però, il Teatro è qualcuno che guarda qualcuno che sta facendo qualcosa: ci devono essere minimo 4 occhi. Pensare a Internet, a metodi nuovi, ebbene, penso che non farei più questo mestiere, per me deve essere quello che succederà questa sera, indubbiamente. Non ci possono essere filtri all’emozione. La macchina da presa è un’altra cosa, la televisione, il cinema, è ripetizione, ci fermiamo e la rifacciamo. Il Teatro no, succede in quell’attimo lì. Mi auguro che si possa riprendere un ritmo, si possa riprendere a fare gli spettacoli, anche con questi modi” sottolinea. “Però ci sono delle contraddizioni che non mi convincono. In alcuni posti ci sono più persone, perché a teatro no e al cinema neanche?”.

MI PIACEREBBE FARE UN RUOLO IN COSTUME

Il suo è un registro principalmente drammatico, ma quando gli chiediamo se ha mai avuto il desiderio di interpretare ruoli “leggeri”, Fabrizio Ferracane risponde così: “Sicuramente sì. Dipende da come sono fatte le cose, da come sono raccontate, le storie. Adesso faccio una commedia su dei malavitosi”, rivela. E tutto è visto con l’occhio un po’ più leggero, ma il mezzo espressivo può essere anche interessante con dei tempi diversi”. Poi, sorridendo, conclude: “Mi piacerebbe anche fare, che so, una cosa in costume, sotto altre vesti”.

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