Il più forte tennista italiano della storia è stato spesso corteggiato dal mondo dello spettacolo: nel 2018 un divertente cammeo nel film "La profezia dell'armadillo"
Il 9 luglio è una data importante per lo sport italiano: non solo perché si celebra l'anniversario dell'ultimo titolo mondiale della Nazionale di calcio (oggi sono 14 anni), ma anche perché si festeggia il compleanno del più forte tennista della nostra storia. E oggi Adriano Panatta fa cifra tonda: compie 70 anni un esempio di atleta bello ed elegante, ultimo italiano ad aver vinto una prova del Grande Slam maschile (il Roland Garros del 1976), con molti punti in comune con l'arte e lo spettacolo, amante della mondanità e del bel gioco. Per lui Rino Tommasi coniò (prendendolo in prestito dal gergo della corrida) il termine “veronica” per definire la sua caratteristica volée di rovescio dando le spalle alla rete: una specie di “rovesciata” del tennis, termine che sopravvive ancora oggi.
Bello, simpatico, ironico, Panatta è sempre stato corteggiato dal mondo dello spettacolo e tuttora non disdegna qualche divertita apparizione in numerosi film e programmi televisivi. L'ultima, una delle più riuscite, in un film del 2018, quando interpretò il ruolo di sé stesso in una scena de “La profezia dell'armadillo”, tratto da un fumetto di Zerocalcare: intercettato dal protagonista in aeroporto e sottoposto a un noioso questionario, cerca invano di spiegargli l'armonia del “bel punto” e il rumore che fa la pallina quando esce dalla racchetta dopo un colpo piatto: pof!
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Panatta è anche protagonista indiretto di un bel documentario del 2009 di Mimmo Calopresti, “La maglietta rossa”, sulla storia dell'unica Coppa Davis vinta dall'Italia nel 1976 in Cile, un Paese all'epoca sotto dittatura militare. Dopo violenti scontri politici sull'opportunità di andare o meno in trasferta in Sudamerica, la spedizione azzurra partì, ma i nostri giocatori scesero in campo indossando una maglietta rossa come chiaro messaggio di opposizione al regime di Pinochet.