"Settimo senso", Euridice Axen nei panni di Moana Pozzi

Spettacolo

Sabrina Rappoli

"Amo molto il personaggio di Moana Pozzi e ci tenevo a rappresentarlo nel modo giusto", confida l'attrice, protagonista al Napoli Teatro Festival Italia della pièce a firma Ruggero Cappuccio, immaginario dialogo tra la pornodiva e un uomo

Si intitola “Settimo senso”. Quello carnale, passionale, che Moana Pozzi sapeva solleticare e sconvolgere. Non poteva esserci titolo migliore per raccontare – attraverso l’espediente di un incontro tra la pornostar e un uomo - la donna che ha attraversato a lungo l’immaginario erotico collettivo del nostro Paese.

dal racconto di ruggero cappuccio, una prima assoluta

Moana Pozzi se ne è andata a soli 33 anni, il 15 settembre del 1994. Da allora sia il cinema, sia la televisione, l’hanno spesso  celebrata. Stavolta è il teatro a farlo, con un testo a firma Ruggero Cappuccio. “Moana si dichiara per quello che è: il porno per il porno; il nulla per il nulla”, spiega Euridice Axen, protagonista della pièce. “Lei fa sempre promesse che può mantenere, rispetto a quelle false della politica, delle persone, che poi sono la vera pornografia. Mostrarsi per quello che si è, non creare false aspettative, che poi vengono disattese”, sottolinea l’attrice, in scena al Napoli Teatro Festival Italia, diretta da Nadia Baldi.

moana pozzi, malinconica e veemente

L’incontro con il personaggio di Moana è intenso; forte il racconto delle sue fragilità, della sua verità, come ribadisce Euridice Axen. “La malinconia di Moana traspare quando lei si rende conto di come la vogliono vedere gli altri, per cui è inevitabile che in certi momenti la tristezza prenda il sopravvento. Però il monologo vuole essere una denuncia, per cui la veemenza e la partecipazione prendono il sopravvento. Amo molto il personaggio di Moana e ci tenevo a rappresentarla nel modo giusto”, conclude l'attrice.

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