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Scala, Meyer: "Riapriamo con il Requiem di Verdi in Duomo, poi la Nona di Beethoven"

Spettacolo

Il sovrintendente del Teatro parla della ripartenza prevista per settembre e sottolinea il ruolo di rilancio che il Piermarini ha sempre avuto nei momenti di difficoltà. Poi ha osservato che il prezzo dei biglietti alto rappresenta una barriera, invitando a una riflessione. E sul 2021: "Senza ammortizzatori sociali sarà difficile"

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Teatro Alla Scala, si riparte.

"Tutta la Scala è pronta a ripartire a settembre se potremo farlo e con una bellissima programmazione": il sovrintendente del Teatro Dominique Meyer in un webinair su 'Quando riparte lo spettacolo?' con il direttore della Treccani Massimo Bray ha spiegato l'intenzione di riaprire "alla grande" confermando il ruolo che la Scala "ha sempre avuto, di rilancio dopo momenti di calo". L'obiettivo è di "iniziare con il Requiem di Verdi diretto da Riccardo Chailly in Duomo come pensiero per tutti i morti per il coronavirus (SPECIALE - LA MAPPA) e dopo abbiamo deciso di riaprire la Scala con un messaggio di speranza, amicizia e calore con la Nona di Beethoven".

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Il Prezzo alto dei biglietti è una barriera

 

Meyer ha poi affrontato il tema del prezzo dei biglietti. "La maggior parte di chi decide i prezzi dei biglietti non paga o non ha problemi a pagare”. In un momento così difficile "in cui ci sono questi crolli, dobbiamo portare avanti la nostra arte e far provare il piacere di stare insieme, di avere una reazione, un’emozione di fronte allo spettacolo" anche se, ha ammesso, "far tornare il pubblico è un problema non dei prossimi mesi ma dei prossimi anni". Per riuscirci, secondo Meyer, bisogna "lavorare con le famiglie e i bambini" e anche pensare ai prezzi, spesso troppo costosi.

 "A Vienna ci sono 580 posti in piedi venduti a 3 o 4 euro - ha raccontato - così ognuno può venire e si permette agli amanti forti dell'opera di tornare più volte a vedere lo stesso titolo. Posti in piedi che alla Scala sono stati tolti, per ragioni di sicurezza, con il restauro di inizio anni 2000".  E ha aggiunto: "Sarei così felice di avere anche a Milano un sistema di questo genere".

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Il 2021 sarà difficile per tutti

Per i teatri, a partire dai teatri lirici, il 2021 potrà essere ancora più difficile, dato che "non ci saranno gli ammortizzatori sociali", ha continuato il sovrintendente della Scala.  Ci saranno quindi più costi e meno ricavi anche perché sia a Milano, sia alla Staatsoper Vienna che Meyer dirigerà fino a giugno, "un terzo degli spettatori è straniero e difficilmente torneranno" così velocemente. “Gli ammortizzatori sociali - ha aggiunto - hanno aiutato a dare un trattamento dignitoso ai lavoratori" del teatro. Però, secondo Meyer, non bisogna dimenticare direttori d'orchestra e solisti che sono rimasti senza aiuto e sono il sangue del teatro. Anche se i contratti in molti casi permetterebbe di non pagarli, credo che ci debba essere solidarietà". E ha concluso lanciando un appello proprio per i solisti e ricordando che la maggior parte di loro "guadagna meno di un giocatore di serie B".