Per Obama dopo il Nobel arriva anche l'Oscar. "American Factory" è il primo documentario prodotto dalla Higher Ground, la società dell'ex presidente e della moglie Michelle, e ha subito fatto centro. Racconta le conseguenze umane del difficile cambiamento economico.
Vincere un premio Nobel per la pace e poi un Oscar. Se ti chiami Barack Obama, tutto questo è possibile. "American Factory" (in italiano Made in Usa - Una fabbrica in Ohio) di Steven Bognar, Julia Reichert e Jeff Reichert si è aggiudicato la statuetta come miglior documentario. È il primo prodotto dalla Higher Ground, la società di produzione dell'ex presidente e della moglie Michelle.
Il tweet di Obama
Obama ha subito twittato: "Congratulazioni a Julia e Steven, i registi dietro American Factory, per aver raccontato una storia così complessa e commovente sulle conseguenze molto umane del difficile cambiamento economico. Sono felice di vedere due persone assolutamente perbene e talentuose portare a casa l'Oscar per la prima produzione di Higher Ground".
La trama
"American Factory", presentato al Sundance Film Festival e vincitore del Directing Award, è incentrato sull’incontro-scontro tra due culture, quella americana e quella cinese. Il documentario racconta le vicende di una fabbrica della General Motors a Dayton, in Ohio, che chiuse nel 2010 lasciando oltre duemila operai senza lavoro.
Cinque anni dopo la fabbrica - che costruisce finestrini per automobili - venne acquistata da una grossa compagnia cinese, la Fuyao Glass Company. Ma l'ottimismo iniziale per il lavoro ritrovato, lascia il posto a disagi e paure: salari dimezzati, condizioni di lavoro pericolose, richieste di orari sempre più difficili, oltre alla minaccia dell’automazione sempre paventata dal nuovo capo.