I luoghi del pensiero, il libro "europeo" di Paolo Pagani
SpettacoloUn viaggio, emozionante ed emozionale, nei luoghi dove sono germogliate le idee che sono alla base della nostra storia culturale. Si intitola I Luoghi del pensiero (Neri Pozza Editore, Piccola Biblioteca) ed è il libro di Paolo Pagani, caporedattore di Sky Sport. Ce ne parla l'autore in questo articolo
Dove nascono le idee? Hanno qualche rapporto con i luoghi che le fanno, e le hanno fatte, nascere? Eccome. Per questo ho scritto I luoghi del pensiero (Neri Pozza editore, Piccola Biblioteca, € 13,50) che “è una personalissima cartografia intellettuale d’Europa… Case, tombe, luoghi geografici, nomi di persone sono i paesaggi che attraverso. Un reportage sentimentale alle radici della cultura europea: nomi, dimore, sepolcri degli uomini che hanno cambiato la nostra visione del mondo. Soprattutto: idee nate da quei nomi, in quelle dimore, interrate in quei sepolcri, ma ancora vive perché potenti, lungimiranti, preziose, eterne, fondative”.
Ho viaggiato in Europa e negli Stati Uniti; tra autori, idee e la geografia cui appartengono. L’ho fatto perché certi pensieri potevano essere concepiti solo lì dove sono materialmente nati. Perché c’è un’aura speciale in certi luoghi, un linguaggio non detto che si impara ad ascoltare. Ho pensato a un’Europa che, in troppi casi, dobbiamo rimpiangere. Che ne è di lei? Che ne è di tutti coloro, o dei più importanti di coloro, che ci hanno resi grandi e importanti? Cosa stiamo perdendo, o abbiamo già perso, e cosa dobbiamo necessariamente recuperare? Mentre traversiamo un periodo buio, pieno di incognite critiche, fatto di un presente cattivo e di un futuro imperscrutabile ma preoccupante, ho creduto necessario compiere, con la pazienza e la passione di un raccontatore di storie, una ricognizione di luoghi e pensieri dei quali occorre tenere viva la memoria.
I luoghi del pensiero non è un libro di filosofia, ma parla soprattutto di filosofi. E, molto, delle loro vite. Ho voluto ricostruire una certa idea di Europa. E’ la cultura che ha reso inimitabile il Vecchio Continente, è il suo possente portato di pensiero attraverso alcune figure monumentali. Ho dunque compiuto un lungo itinerario, costituito naturalmente da più viaggi. Sono voluto tornare nei posti fisici abitati e vissuti da chi, tra Seicento e Novecento, ci ha fornito modelli morali e intellettuali. Scrivo di teorie che merita ripassare. Spicca una tesi di fondo nell’accostamento di profili arbitrariamente abbinati: l’eresia intellettuale nelle sue forme più elevate e profonde, la rottura con il passato, la discontinuità con la tradizione, la frattura, la ricchezza intrinseca a ogni sguardo critico, a ogni messa in discussione di dogmi o regole prestabilite è l’eredità che ciascuno di loro ci ha lasciato. Crisi come occasione problematica di crescita, di riflessione.
Da Spinoza, nel Seicento olandese, ho risalito il tempo e lo spazio fino a Thomas Mann. Ho inseguito e spiato nel loro lavoro quotidiano, nell’officina dei loro pensieri e nell’impegno di una vita tanti filosofi e un grande scrittore che, col suo pensiero politico, ha filosofato sulla decadenza del suo tempo e preparato il nostro. Nella pratica, ha significato escogitare un itinerario di qualche migliaio di chilometri, a zigzag fra Stati, città, paesi, borghi, piccoli abitati, baite, stanze in affitto, monti e mari di due continenti separati da un oceano.
C’è la SVIZZERA, intanto: Zurigo, Kilchberg e Küsnacht per incontrare la vita quotidiana di Thomas Mann in esilio, fuggito dal nazismo. C’è l’AUSTRIA di Ludwig Wittgenstein: la casa progettata a Vienna per la sorella Gretl, la tenuta della sua ricchissima famiglia a Hochreith, la Bassa Austria delle scuole elementari dove uno dei più grandi e tormentati pensatori del Novecento insegnò ai bimbi poveri e dimenticati. C’è la GERMANIA naturalmente, sulle orme di Martin Heidegger: Marburgo, Friburgo in Brisgovia, la baita sui monti della Foresta Nera a Todtnauberg, il paese natale di Messkirch nel cui cimiterino ora riposa con Elfride, la moglie tradita con la giovane allieva Hannah Arendt. Ma anche i passaggi di Thomas Mann a Monaco e sulle alpi di Bad Tolz; di Karl Marx nella Renania-Palatinato di Treviri. Ci sono i PAESI BASSI: Amsterdam, Rijnsburg, Voorburg, Schiedam, Leida e L’Aia per Baruch Spinoza; Egmond, Alkmaar, Breda, Franeker, Deventer, Utrecht, il castello di Endegeest e di nuovo Amsterdam per Cartesio, che nei Paesi Bassi, patria della tolleranza, scelse di vivere vent’anni. Poi In GRAN BRETAGNA ho ritrovato le tracce di Wittgenstein studente e professore a Cambridge; a Londra e nel suo Sussex, a Firle, quelle di John Maynard Keynes, il più importante economista del Secolo Breve. Più indietro nel tempo ho camminato anche nella Londra di Marx, Darwin e Newton, e nel Lincolnshire dove Sir Isaac nacque.
Ho ricostruito il girovagare europeo di Leibniz, il più poliedrico genio del Seicento che nasce a Lipsia ma matura il suo genio a Parigi e muore ad Hannover. Ci sono anche l’IRLANDA (Dublino, la Contea di Wicklow e Rosroe Pier nel Connemara sull’Atlantico) e la NORVEGIA del fiordo isolatissimo di Skjolden sempre per l’irrequieto, agorafobo Wittgenstein. Rimangono la Königsberg-Kaliningrad ora in RUSSIA di Hannah Arendt, che poi finirà in esilio a New York; la LITUANIA della villeggiatura a Nidden di Thomas Mann; gli STATI UNITI di Mann, prima a Princeton nel New Jersey, vicino di casa di Einstein e infine a Pacific Palisades in California. Buon viaggio e, soprattutto, buona lettura.