Giffoni 2018, Jacopo Gubitosi: "Il futuro è dall'alto ma con i piedi per terra"

Spettacolo

Fabrizio Basso

Jacopo Gubitosi

Giffoni 2018 volge al termine, l'edizione numero 48 del Giffoni Film Festival saluta e dà appuntamento al luglio 2019. Prima di allontanarci da questo luogo magico, a pochi chilometri da Salerno, abbiamo incontrato e intervistato Jacopo Gubitosi che del Festival rappresenta il futuro. Ma con i piedi ben saldi nel presente

(@BassoFabrizio
Inviato a Giffoni Vallepiana)


Il cielo di Giffoni non è popolato solo di stelle. Solo di poesia. Solo di sogno. Il cielo di Giffoni è popolato di droni che guardano il futuro. Perché il Giffoni Film Festival è sempre un passo avanti. A giocare a carte col futuro è, soprattutto, Jacopo Gubitosi. Negli ultimi anni ha preso in mano tutta una parte del Festival e la fatta crescere con serietà e professionalità, ma senza mai perdere quel sorriso che di Giffoni è un simbolo. Lo abbiamo incontrato e intervistato.

Jacopo partiamo da terra?
Volentieri, anche perché io quando lavoro sono sempre con i piedi per terra. Abbiamo incrementato il nostro parco auto due spidercam create e sviluppate da ingegneri elettronici e meccanici. Verranno brevettate, pesano meno di tre chili, si possono utilizzare su qualsiasi scenario e progetto.
Un investimento importante.
Sono per il cinema, possono costare da 5 a 20mila euro. Lavoriamo leghe di alluminio particolari, si chiamano Hokotol 7075/6 e Ergal 7075. Parliamo di una legga più leggera dell’alluminio, inossidabile, che non sente usura e migliora le prestazioni.
E per gli amatori?
Pensiamo anche a loro. Ci sono spidercam più piccole e poi dei droni che possono essere uniti a un telefonino e gestito in domotico: ad esempio si può riprendere il campeggio dal cielo.
A proposito di cielo. Ci presenta i suoi droni?
Abbiano potenziato il parco. C'è un drone per riprese 5.2k raw e trasmissione live in FullHD che oggi è la perfezione. Sono fiero della crescita aziendale della nostra società Drone Experience srl.
Immaginiamo, avete fatto passi, anzi voli da giganti.
Siamo partiti che eravamo in due e ora abbiamo un organico di otto persone che in particolari periodi salgono fino a dodici, tra Giffoni e una sede a Roma. Prossimo passo è aprire un ufficio a Milano. Siamo nati come un service esterno, per il noleggio e ora sviluppiamo audio e video fino al master definitivo, sia per la televisione che per il cinema.
Il claim?
Da service a casa di produzione.
Come è Giffoni vista dall’alto?
E' ricca di gente, al concerto di Ermal Meta i nostri droni hanno ripreso circa 6mila persone. Nel periodo del festival ne contiamo tra 28 e 32 mila al giorno: consideri che gli abitanti fissi sono circa 11mila.
Ne avrà tratto vantaggio tutto il paese.
I giffonesi si sono industrializzati, hanno ripristinato vecchie case e le hanno riqualificate. E' anche grazie al festival se c'è stato un recupero ambientale e urbanistico importante.
Giffoni è un modello?
Sì. E' esportabile ma non è copiabile. Abbiamo da poco chiuso un accordo a Bentonville nell’Arkansas con Steven Paul che gestisce una fondazione lì. Noi abbiamo tematiche, formazione, politica, istituzioni, cultura, siamo una eccellenza. A Bentonville hanno strutture ma mancano i contenuti: noi andiamo a irrobustire quello che è carente.
Nel giro di qualche anno sarà lei a pilotare l'astronave Giffoni.
Ho una estrema paura di subentrare. Ho un grande padre (Claudio, il fondatore del Giffoni Film Festival, ndr) che non è replicabile. Mi sta dando spazio nei rapporti anche politici. Giffoni è finanziato per gran parte da fondi pubblici. Siamo nella fase dei trasferimenti dei contatti e poi dal cinquantesimo, che sarà nel 2020, dovrei passare il al timone. Intanto continuo a fare esperienza sul campo.
Si dice che Giffoni inizierà davvero nel 2011, con l'edizione numero 51.
Giusto. Il vero Giffoni non lo abbiamo ancora visto, si capisce ora con la Multimedia Valley quale è il suo futuro. Nascerà con Giffoni Opportunity. La Multimedia Valley è cuore ed economia del Meridione italiano. Trecento persone tra i 18 e i 35 anni verranno accolte per svolgere attività formative per il cinema italiano. Giffoni vuole produrre ed esportare.
Sogna qualche personaggio famoso ospite del Festival?
Io non sono vittima dei grandi nomi. Certo averne uno riempi la giornata e fa felice il pubblico, ma la sera io penso già al giorno dopo. Posso aggiungere una riflessione?
Certo.
Per me i veri talent sono uomini, donne, ragazzi e ragazze pronti a lasciare la loro vita per un po' e desiderosi di essere parte della grande famiglia di Giffoni. Noi e loro siamo quelli che devono trascinare la storia di Giffoni nel mondo. Cerchiamo persone che sappiano nutrire Giffoni e la sua fama. Il bene di Giffoni per me prevale su tutto.
Emotivamente cosa rappresenta Giffoni per lei?
Percorro una linea già tracciata da mio padre cercando di fare germogliare nuove vie che partono da Giffoni e abbracciano il mondo.
Lei è nato a Giffoni. Cosa è oggi Giffoni in quanto luogo?
Guardi non sono più certo di poter dire che Giffoni è un paese. Non può essere circoscritto in parole quali paese o città. So che non è facile arrivarci, non abbiamo la metropolitana, non abbiamo una stazione. Eppure abbiamo 5601 giurati e una media di 30mila presenze a sera.
Giffoni fa stare bene?
Qui si viene per stare bene. Mi piace pensare a Giffoni come a una spa a cielo aperto dove ragazze, ragazzi, famiglie, persone e anche semplici curiosi possono rigenerarsi dopo mesi di studio e lavoro, possono conoscere la parte nascosta dei loro figli e migliorare l'armonia famigliare.
In una parola: cosa è Giffoni?
Una medicina
Ci faccia almeno un nome per l'edizione dei 50 anni.
Sophia Loren è il nostro sogno per quella festa.

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