Rob Rogers, il licenziamento diventa un fumetto

Spettacolo

Roberto Palladino

Una delle tavole del fumetto di Rob Rogers sul suo licenziamento (foto da Twitter)
Rob_Rogers-Twitter

Il celebre vignettista statunitense racconta in 24 tavole il suo licenziamento dal Pittsburgh Post-Gazette: “Mandato via per aver criticato Trump”

“Ora sono disoccupato ma c’è un lato positivo: nessuno potrà rifiutare le mie vignette”. Rob Rogers ha scelto quello che sa fare meglio, disegnare, per raccontare il suo addio al Pittsburgh Post-Gazette. Ventiquattro tavole pubblicate sul sito di satira “The Nib” che descrivono con ironia e amarezza la crescente insofferenza verso il suo lavoro terminata con un licenziamento a metà giugno.  

"Diciannove rifiuti in tre mesi"

“Ho iniziato a fare vignette quando c’era Reagan” racconta Rogers, che ha perso ora il posto di lavoro proprio nell’era di un altro presidente Repubblicano. Anzi, sostiene Rogers, è stato proprio Trump in un certo senso a mandarlo a casa. “Per un disegnatore è normale sentirsi dire no 2 o 3 volte in un anno, ma in tre mesi a me è capitato 19 volte”. Un rifiuto arrivato dal nuovo direttore Keith Burris, promosso nonostante un controverso editoriale in difesa di Trump che a gennaio aveva provocato le proteste della redazione.

Le vignette incriminate

Fra le strisce rifiutate e poi pubblicate da Rogers sul suo profilo twitter e sul suo sito, un Trump che insegue bambini e Kim e il Presidente degli Stati Uniti che si danno la mano su una collinetta di teschi. “Non abbiamo mai detto di non disegnare Trump, ma una vignetta al giorno sullo stesso tema non è divertente” la replica del Direttore Burris che, secondo quanto riporta il New York Times, attribuisce l’allontanamento di Rogers alla sua decisione di non aderire a non meglio specificate nuove linee guida del giornale. I lavori di Rogers sono stati pubblicati dal New York Times, Washington Post e Newsweek. Nel 1999 è stato candidato al Premio Pulitzer.

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