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Il pianeta delle scimmie nella cultura pop fino al marketing ante-litteram

Spettacolo

Aspettando Sky Cinema Pianeta delle Scimmie, il canale dedicato alla mitica saga in onda da sabato 9 a domenica 17 giugno su Sky Cinema Hits, ecco come questo cult della fantascienza ha invaso letteralmente tutta la cultura pop

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di Camilla Sernagiotto

Nove film, due serie tv, libri, fumetti, videogame, ma anche musica e gadget: se c’è un pianeta popolato da ogni specie facente parte della cultura pop, è quello delle scimmie.

Stiamo parlando proprio di Planet of the Apes, il media franchise composto da enne varianti della storia di fantascienza vergata da colui che mai avrebbe voluto venisse chiamata fantascienza.

Pierre Boulle è l’autore francese a cui si deve La Planète des Singes, il romanzo pubblicato per la prima volta nel 1963 e da noi tradotto come Il pianeta delle scimmie.

Aspettando Sky Cinema Pianeta delle Scimmie, il canale dedicato alla mitica saga ispirata al romanzo in onda da sabato 9 a domenica 17 giugno su Sky Cinema Hits, analizziamo come questo cult della cultura novecentesca ha influenzato tante branche artistiche e addirittura il marketing, allora ante-litteram.

La storia racconta di scimmie intelligenti contro cui gli esseri umani si ritrovano a lottare per la supremazia e il controllo del pianeta terra. Benché gli elementi propri della fantascienza ci fossero tutti (e non solamente in nuce ma addirittura ben sviluppati), il padre putativo di questo romanzo cult non ha mai voluto classificarlo come sci-fiction bensì come “fantasia sociale”.

Purtroppo per lui, la cultura - che l’ha accolto a braccia aperte - l’ha incasellato nel filone pre-esistente di fantascienza, accontentando tutti i fan famelici di questo sottogenere, una ramificazione culturale più che ammiratori ha veri e propri adepti.

L'adattamento cinematografico del 1968, Il pianeta delle scimmie, non ha fatto che riconfermare il successo fantascientifico (letteralmente parlando) di questa epopea che, ahinoi, ha del profetico: sembra infatti una parabola il cui messaggio suona come “occhio, umani, perché la fortuna gira. E soprattutto l’intelligenza dell’uomo non è indice di supremazia ad libitum”.

Con ironia e lucida spietatezza, la storia de Il pianeta delle scimmie tratteggia un genere umano instupidito e atrofizzato, troppo fiducioso nel sentirsi evoluto e che quindi non dà peso all’involuzione che quello status di tranquillità da "cima della piramide evolutiva" ha fatto scattare.

La morale di quella favola è, dagli anni Sessanta a oggi, ancora attualissima, anzi si evolve anno dopo anno in spada di Damocle pronta a far capitolare l’uomo ritratto da Pierre Boulle (lo stesso che oggigiorno usa il pollice opponibile solo per chiedere a Siri quale filtro di Instagram applicare per migliorare il selfie appena scattato). Dunque è comprensibile che la cultura che ruota attorno al secondo oggetto totemico (dopo lo smartphone) dell’Homo Selfiens sia stata e tuttora è attratta in toto dal pianeta delle scimmie: stiamo parlando del telecomando.

Nove lungometraggi hanno trasposto la storia scritta da Pierre Boulle in immagini apocalittiche dirette da maestri della settima arte.

Quattro sequel hanno seguito il film originale tra il 1970 e il 1973: L'altra faccia del pianeta delle scimmie, Fuga dal pianeta delle scimmie, 1999 - Conquista della Terra e Anno 2670 - Ultimo atto.

Per oltre un decennio si è cercato di progettare un remake, arrivato solo nel 2001 con Planet of the Apes - Il pianeta delle scimmie di Tim Burton.

Dieci anni dopo è partito il reboot della serie con L'alba del pianeta delle scimmie, seguito da Apes Revolution - Il pianeta delle scimmie nel 2014 e The War - Il pianeta delle scimmie nel 2017.

Insomma: un vero e proprio ciclo arturiano di film che hanno incassato un totale di quasi due miliardi di dollari in tutto il mondo, roba da far diventare il Santo Graal un dozzinale boccale di birra.

Oltre al grande, anche il piccolo schermo ha omaggiato la saga delle scimmie con due serie televisive, andate in onda nel 1974 e nel 1975.

Tutte le branche della cultura pop si sono date da fare per omaggiare gli esseri umani “scimmiottati” dalla penna di Boulle e i loro antagonisti: sul versante del fumetto, è uscito Planet of the Apes, l’adattamento della Marvel Comics di tutti i lungometraggi; tra i tanti videogame dedicati, Crisis on the Planet of the Apes in uscita quest’anno si auto-preannuncia un successo planet(oftheapes)ario.

Anche la musica ha omaggiato questo blockbuster mitico, basti pensare all’album Planet of the Apes dei Guano Apes uscito nel 2004.

Interessante è anche notare come questo prodotto mediatico sia stato pionieristico di quella che oggi è una pratica comunissima, ossia quella delle action figure a tema da far uscire "in bundle" con i film.

In seguito alla prima trasmissione televisiva della serie di film, nel 1974 la Mego ha prodotto una linea di statuette-gadget ispirata alla saga, con riproduzioni in scala di personaggi come Cornelius, Zira e Dr. Zaius.

Dunque Il pianeta delle scimmie è stato a pieno titolo un archetipo di ciò che le saghe cinematografiche e mediatiche in generale hanno generato da lì in poi, strabordando in tanti altri sottogeneri culturali e merceologici.

Non perdete Sky Cinema Pianeta delle Scimmie, il canale dedicato alla mitica saga in onda da sabato 9 a domenica 17 giugno su Sky Cinema Hits.