Morto a 40 anni lo scrittore e giornalista Alessandro Leogrande
SpettacoloA dare la notizia della scomparsa, avvenuta per un improvviso malore, è stato il padre Stefano. Nelle sue opere aveva raccontato nuove mafie, caporalato e ingiustizie moderne
Si è spento a 40 anni per un malore improvviso lo scrittore e giornalista Alessandro Leogrande. La sua scomparsa, annunciata dal padre Stefano in un messaggio sul sito La Ringhiera, ha sconvolto famiglia, amici e colleghi, che ne ricordano il talento e la passione nel raccontare mafie, caporalato, migranti e ingiustizie del nostro tempo.
La scomparsa
"Alessandro era la Gioia, Che entrando in casa, ci coinvolgeva e travolgeva, roboante e trascinante; ma era anche il lavoro fatto bene, analitico e profondo; tutto alla ricerca della verità; ed era anche la denuncia; fatta con lo stile dell'annuncio, che, nonostante tutto, un mondo migliore, è ancora possibile. Ho sempre percepito, orgogliosamente, che la Sua essenza fosse molto, ma molto migliore della mia. Oggi questo padre si sente orfano" ha scritto il padre Stefano Leogrande nel dare la notizia della sua morte. Nato a Taranto nel maggio 1977, Leogrande era laureato in filosofia, ed era vicedirettore de 'Lo Straniero', diretto da Goffredo Fofi. In carriera aveva collaborato con diversi quotidiani e riviste tra cui 'Il corriere del Mezzogiorno','Internazionale', 'Minima&moralia' e Radio3, ed era anche consulente culturale del Salone del Libro di Torino. "E' stato fra gli elementi della squadra a offrire uno fra i più importanti contributi di idee, sguardi, e proposte. Stava già lavorando con la stessa energia a nuovi progetti per l'edizione 2018" hanno ricordato il presidente Massimo Bray, il vicepresidente Mario Montalcini e il direttore editoriale Nicola Lagioia.
Le opere
Sin dagli esordi, Alessandro Leogrande si è imposto per opere dal profondo impegno sociale: “si è impegnato in difesa degli ultimi e dei ferocemente sfruttati nei più diversi contesti: nell'ambito del caporalato, degli immigrati, dei desaparecidos in Argentina, ed ovunque ci sia stato un sopruso" ha spiegato il padre. Nel 2000, 'Un mare nascosto' (L'Ancora del Mediterraneo), ha svelato un lato inedito di Taranto, mentre con 'Uomini e caporali', uscito per Mondadori nel 2008 e poi per Feltrinelli, ha compiuto un viaggio nella Capitanata tra i nuovi schiavi del Sud. Ne 'Le male vite' (L'Ancora del Mediterraneo, poi Fandango), con cui fra l'altro ha vinto nel 2003 il Premio Sandro Onofri e il Premio Napoli, Leogrande si è occupato del contrabbando di sigarette e di multinazionali, mentre 'Il naufragio. Morte nel Mediterraneo' (Feltrinelli 2011), ha acceso i riflettori sulla tragedia della motovedetta albanese piena di profughi nel marzo 1997 nel canale d'Otranto, regalando all’autore il Premio Ryszard Kapuściński e il Premio Paolo Volponi. Leogrande è autore anche di 'Nel paese dei viceré. L'Italia tra pace e guerra' del 2006 (L'ancora del Mediterraneo), di 'Fumo sulla città' (Fandango, 2013), 'Adriatico' (nella collana digitale Zoom di Feltrinelli) e ha curato anche l'antologia di racconti sul calcio 'Ogni maledetta domenica', nel 2010 per minimum fax. Suo anche uno dei sette racconti per Paolo Borsellino raccolti, a 25 anni dalla strage di via D'Amelio, ne 'L'agenda ritrovata', a cura di Marco Balzano e Gianni Biondillo, pubblicata da Feltrinelli nel giugno 2017.
Il ricordo sui social
Sui social non si fermano i messaggi di dolore per una perdita che in tanti non riescono ad accettare. Tra i più profondamente addolorati, Roberto Saviano: "Addio amico mio, addio anima che aveva il coraggio della bontà e dell'indignazione. Questo mondo di merda l'hai davvero cambiato. La tua vita è insostituibile, come la tua intelligenza" ha spiegato l'autore di Gomorra. E lo ha ringraziato "per essere stato un meridionalista geniale. Grazie per tutto ciò che ho imparato da te. Grazie per aver raccontato gli ultimi, sempre. A noi resta il tuo sguardo, il tuo metodo".