
E’ passato mezzo secolo dalla morte del cantautore, uno dei più grandi della storia della musica leggera italiana. Aveva solo 29 anni quando il suo corpo senza vita fu trovato nella notte tra il 26 e il 27 gennaio del 1967 in una camera d’albergo delll'Hotel Savoy. Esponente di prim'ordine della scuola genovese, ha composto capolavori senza tempo come "Mi sono innamorato di te" e "Vedrai, vedrai". LA FOTOGALLERY

Luigi Tenco morì a soli 29 anni nella notte fra il 26 e il 27 gennaio 1967 a Sanremo dove stava partecipando alla 17esima edizione del "Festival della canzone italiana". I primi a ritrovare il suo corpo privo di vita nella stanza 219 dell'Hotel Savoy furono il suo amico Lucio Dalla e la compagna Dalida, in gara con lui con il brano “Ciao amore, ciao” -
Lucio Dalla, una vita per la musica
La morte di Tenco è stata archiviata come un caso di suicidio. Il corpo del cantante è stato ritrovato con un colpo di arma da fuoco alla tempia destra. Al tempo si pensò che la non ammissione del suo brano alla serata finale del Festival gli avesse provocato una delusione troppo grande da sopportare. Alcuni particolari legati al ritrovamento del cadavere, però – era senza scarpe, il corpo era coperto di sabbia – fecero emergere dubbi sull’ipotesi del suicidio -

Per cercare di fugare ogni dubbio sulla sua scomparsa, nel 2005, a trentotto anni dalla morte, la Procura di Sanremo riaprì il fascicolo disponendo la riesumazione della salma ai fini di nuovi esami. Per la prima volta, i resti del cantante vennero sottoposti ad un'autopsia, che confermò l'ipotesi di suicidio e permise l'archiviazione definitiva del caso -

In un biglietto aveva lasciato scritto che non sopportava l'idea di vivere in un Paese che mandava in finale "Io tu e le rose" e in polemica contro una commissione che al suo brano aveva preferito "la rivoluzione" di Gianni Pettenati -

Luigi Tenco, considerato uno dei maggiori interpreti della cosiddetta "Scuola genovese", nacque a Cassine, in provincia di Alessandria, il 21 marzo 1938. Si trasferì a Genova nel 1948 e nel 1953 fondò il suo primo gruppo musicale: la Jelly Roll Boys Jazz band -

Tenco decise nel 1956 di dedicarsi definitivamente alla musica, diventando prima sassofonista per diverse jazz band del periodo e poi solista grazie a un contratto firmato con la Ricordi. Nel 1959 Tenco incise con il gruppo "I Cavalieri", del quale faceva parte anche Enzo Jannacci, il suo primo EP dal titolo “Tenco” -

Nel 1961 Tenco pubblicò il primo 45 giri da solista con il titolo “I miei giorni perduti”. L'anno seguente, ci fu il suo esordio al cinema con una partecipazione nel film di Luciano Salce “La Cuccagna”. Sempre al 1962 risale l'uscita del primo 33 giri con brani come “Mi sono innamorato di te” e “Angela”, che lo catapultano ai vertici della musica italiana d'autore -

Nel 1966 Tenco venne messo sotto contratto dalla Rca italiana, che pubblicò, successi come "Un giorno dopo l'altro", "Lontano lontano", "E se ci diranno". In quel periodo cominciò la relazione sentimentale con la cantante italo-francese Dalida, con la quale Tenco sviluppò anche un sodalizio artistico -

Nella sua breve ma intensa carriera Luigi Tenco ha pubblicato tre album e partecipato ad altrettanti film. I suoi brani saranno reinterpretati negli anni da decine di grandi artisti del panorama musicale italiano e internazionale. Nel 1967 l'amico Fabrizio De Andrè gli dedicò uno dei sui brani più intensi: "Preghiera in gennaio" -

Nel 1974, in omaggio al cantautore, venne istituito il Premio Tenco, assegnato ogni anno in occasione della "Rassegna della canzone d'autore" di Sanremo. Nel corso degli anni il riconoscimento è stato attribuito ad artisti del calibro di Leo Ferré, Vinicius de Moraes, Jacques Brel, Leonard Cohen, Chico Buarque, Paolo Conte, Tom Waits, Joni Mitchell, Charles Trenet, Jackson Browne, Elvis Costello, Patti Smith e Francesco Guccini -