I graffiti della Primavera Araba su YouTube
SpettacoloLa blogger Soraya Morayef ha realizzato una serie di mini-documentari in cui racconta l’impatto della street art nei paesi del Mediterraneo sconvolti dalle recenti rivoluzioni. Non solo in Egitto, ma anche in Libia, Palestina e Libano
di Nicola Bruno
Una delle ultime campagne si chiama #ColoringThruCorruption ed è stata lanciata da Nazeer e Zeft, due nomi noti della scena underground di Cairo. L'obiettivo è colorare gli spazi pubblici della città per sensibilizzare i cittadini sulla lotta alla corruzione. Come si può vedere in questo video, già sono state compiute diverse azioni nei dintorni di Piazza Tahrir. "L'ultima volta eravamo 10 a dipingere - hanno spiegato gli ideatori - La prossima volta saremo venti, quaranta, sessanta, cento. E coloreremo gli slum. La più grande prova della corruzione è quando un uomo vive in un palazzo e, dall'altra parte della strada, un altro uomo vive in uno slum".
#ColoringThruCorruption è solo una delle tante iniziative che, dopo la caduta del regime di Mubarak, è stata lanciata dalla vibrante scena di street artist egiziani. Un movimento che, come spiega la giornalista e blogger Soraya Morayef, "esiste da anni, se non decenni. Ma è stato con la rivoluzione del 25 Gennaio che è scattata una marea improvvisa e irrefrenabile nelle strade di Cairo".
E proprio su questa scena si focalizza un breve documentario realizzato di recente dalla stessa Morayef per MOCAtv, il canale YouTube del Museum of Contemporary Art di Los Angeles. Oltre a mostrare i volti dei più noti artisti di strada egiziani, il video descrive bene la complessità di un movimento ispirato da diversi valori (dal femminismo al ricordo dei martiri della rivoluzione, passando per la lotta alla corruzione), ma accomunato da una forte dimensione di protesta.
Come spiega Soraya Morayef, "oggi è difficile vedere a Cairo un muro senza un graffito, ma è anche raro vedere le istituzioni proteggerli". Gli street artist egiziani devono ancora lottare contro le autorità, che continuano a non essere per nulla ben disposte nei confronti di questa forma di protesta. Quando lo scorso settembre il Ministero dell'Interno ha deciso di "ripulire" il noto murales di via Mohamed Mahmoud, il giorno seguente diversi attivisti sono tornati sullo stesso luogo per ridipingere i ritratti dei martiri. La blogger Zeinobia ha poi raccontato l'accaduto su Flickr e in un post dal titolo "Cancellate tutti i graffiti che volete, ma non potete cancellare la storia".
Non solo Egitto, comunque. Soraya Morayef ha realizzato anche altri documentari per MocaTv. Il tema è sempre la street art come linguaggio di protesta nei paesi del Mediterraneo. Nelle scorse settimane sono stati pubblicati i video sulla Libia e la Palestina. Presto poi dovrebbe arrivare anche una puntata sul Libano.
Street Art in Libia
Street Art in Palestina
Una delle ultime campagne si chiama #ColoringThruCorruption ed è stata lanciata da Nazeer e Zeft, due nomi noti della scena underground di Cairo. L'obiettivo è colorare gli spazi pubblici della città per sensibilizzare i cittadini sulla lotta alla corruzione. Come si può vedere in questo video, già sono state compiute diverse azioni nei dintorni di Piazza Tahrir. "L'ultima volta eravamo 10 a dipingere - hanno spiegato gli ideatori - La prossima volta saremo venti, quaranta, sessanta, cento. E coloreremo gli slum. La più grande prova della corruzione è quando un uomo vive in un palazzo e, dall'altra parte della strada, un altro uomo vive in uno slum".
#ColoringThruCorruption è solo una delle tante iniziative che, dopo la caduta del regime di Mubarak, è stata lanciata dalla vibrante scena di street artist egiziani. Un movimento che, come spiega la giornalista e blogger Soraya Morayef, "esiste da anni, se non decenni. Ma è stato con la rivoluzione del 25 Gennaio che è scattata una marea improvvisa e irrefrenabile nelle strade di Cairo".
E proprio su questa scena si focalizza un breve documentario realizzato di recente dalla stessa Morayef per MOCAtv, il canale YouTube del Museum of Contemporary Art di Los Angeles. Oltre a mostrare i volti dei più noti artisti di strada egiziani, il video descrive bene la complessità di un movimento ispirato da diversi valori (dal femminismo al ricordo dei martiri della rivoluzione, passando per la lotta alla corruzione), ma accomunato da una forte dimensione di protesta.
Come spiega Soraya Morayef, "oggi è difficile vedere a Cairo un muro senza un graffito, ma è anche raro vedere le istituzioni proteggerli". Gli street artist egiziani devono ancora lottare contro le autorità, che continuano a non essere per nulla ben disposte nei confronti di questa forma di protesta. Quando lo scorso settembre il Ministero dell'Interno ha deciso di "ripulire" il noto murales di via Mohamed Mahmoud, il giorno seguente diversi attivisti sono tornati sullo stesso luogo per ridipingere i ritratti dei martiri. La blogger Zeinobia ha poi raccontato l'accaduto su Flickr e in un post dal titolo "Cancellate tutti i graffiti che volete, ma non potete cancellare la storia".
Non solo Egitto, comunque. Soraya Morayef ha realizzato anche altri documentari per MocaTv. Il tema è sempre la street art come linguaggio di protesta nei paesi del Mediterraneo. Nelle scorse settimane sono stati pubblicati i video sulla Libia e la Palestina. Presto poi dovrebbe arrivare anche una puntata sul Libano.
Street Art in Libia
Street Art in Palestina