Martedì 19, alle 21.10 su Sky Cinema 1, va in onda “Il sogno dell’Alieno”. Quattro attori, diretti da Alberto d’Onofrio, conquistano ribalta mediatica e consenso grazie a un progetto costruito a tavolino: ecco il racconto di come hanno imbrogliato tutti
Prendete quattro ragazzi. Uniteli in un gruppo con un nome originale e un sogno in comune: cambiare l’Italia. Mettete loro in bocca slogan facili e accattivanti, ma abbastanza banali. Organizzate azioni pubbliche e in piazza costruite a tavolino per fare rumore. Cosa otterrete? L’attenzione dei media, il consenso della gente, il corteggiamento da parte dei politici. È questo il succo di “Il sogno dell’Alieno – Storia di un grande bluff”, in onda martedì 19 febbraio alle 21.10 su Sky Cinema 1.
Il film, diretto da Alberto d’Onofrio, racconta come può essere creato un fenomeno tutto immagine e poca sostanza nell’attuale panorama politico. I quattro ragazzi, tra i quali l’artista ferrarese Andrea Amaducci, in un anno riescono ad attirare più volte l’attenzione dei media con performance surreali. Man mano che giornali e politici cominciano ad accorgersi di loro, il progetto “Il sogno dell’alieno” diventa sempre più reale. In pochi, però, tentano di andare oltre la spettacolarità delle azioni per soffermarsi sui contenuti. Alcuni esponenti di diversi partiti firmano anche la finta agenda programmatica. E alla fine, durante la campagna elettorale, i ragazzi riescono pure a salire sui palchi dei comizi accanto ai candidati veri.
Il film, diretto da Alberto d’Onofrio, racconta come può essere creato un fenomeno tutto immagine e poca sostanza nell’attuale panorama politico. I quattro ragazzi, tra i quali l’artista ferrarese Andrea Amaducci, in un anno riescono ad attirare più volte l’attenzione dei media con performance surreali. Man mano che giornali e politici cominciano ad accorgersi di loro, il progetto “Il sogno dell’alieno” diventa sempre più reale. In pochi, però, tentano di andare oltre la spettacolarità delle azioni per soffermarsi sui contenuti. Alcuni esponenti di diversi partiti firmano anche la finta agenda programmatica. E alla fine, durante la campagna elettorale, i ragazzi riescono pure a salire sui palchi dei comizi accanto ai candidati veri.