Corsa agli Oscar, il borsino di Twitter
SpettacoloIl servizio di microblogging ha messo a punto un sistema che permette di osservare l'andamento delle conversazioni sui candidati alle statuette e di misurarne il gradimento virtuale. Ma, almeno in questo caso, non si tratta di previsioni
di Raffaele Mastrolonardo
Da qui al 24 febbraio, giorno in cui saranno consegnati gli Oscar, sarà tutto un fiorire di discussioni, previsioni e indiscrezioni. E' sempre stato così e così sarà anche per l'edizione 2013, c'è da scommetterci. Quello che c'è di nuovo, rispetto agli anni passati, è che le fluttuazioni delle opinioni e delle emozioni degli appassionati di cinema su un candidato o l'altro saranno più facili da seguire. Anzi saranno sotto gli occhi di tutti, in tempo reale. Grazie a Twitter. Il servizio di microblogging ha infatti lanciato nei giorni scorsi Oscars Index, una sorta di borsino che permette di osservare l'andamento nel tempo dei “nominati” per le principali categorie in lizza sulla base del consenso che ottengono nelle discussioni sul social network. Con i titoli dei candidati che salgono o scendono sulla base del favore degli utenti.
Sentimenti digitali - L'indice, scrive la stessa Twitter, “riflette il flusso e il riflusso delle conversazioni lungo la stagione dei premi mostrando quanto positivamente i fan commentano i candidati”. Nel caso del miglior film, per esempio, al 19 gennaio gli apprezzamenti più alti riguardano Vita di Pi e Il lato positivo - Silver Linings Playbook. Ma anche Beasts of the Southern Wild, Argo e Django Unchained non se la passano male. In caduta, negli ultimi giorni, Lincoln, più staccato, in termini di giudizio, anche Amour di Michael Haneke e decisamente distante dai primi Zero Dark Thirthy di Kathrin Bigelow. Ma quel che è più interessante osservare sono le tendenze. Che permettono di notare, per esempio, come a ridosso di Natale Argo e Django Unchained fossero caduti piuttosto in basso in termini di preferenze per poi risalire. Molto più lineari gli andamenti degli altri titoli, in particolare quelli delle opere di Steven Spielberg e Ang Lee che hanno mantenuto un'approvazione costantemente alta per tutto l'ultimo mese. Sul fronte “migliore attore”, stando a Twitter, è una lotta serratissima tra Bradley Cooper, Denzel Washington, Hugh Jackman e Daniel Day Lews, tutti accreditati di un gradimento notevole (e stabile). Più staccato, e più fluttuante, Joaquin Phoenix. Per le attrici il favore dei cinguettatori – sempre al 19 gennaio – premia Jennifer Lawrence, in vantaggio su Naomi Watts e Quvenzhané Wallis. Meno apprezzate, a quanto pare, Emmanuelle Riva e Jessica Chastain, che ha perso posizioni negli ultimi giorni.
Lo score – Il punteggio attribuito a ciascuno candidato è calcolato analizzando il cosiddetto “sentiment” dei tweet, ovvero l'emozione associata ai messaggi che riguardano le nominations. Dopodiché il risultato è comparato con tutte le altre conversazioni che avvengono sul social network. Dunque, l'82,5 attribuito a Lincoln, per esempio, significa che i cinguettii che discutono del film di Spielberg sono in media più positive dell'82,5 % degli altri tweet. L'Oscars Index ricorda il “Political Index” messo a punto da Twitter in occasione delle elezioni presidenziali Usa. La differenza rispetto ad allora è che se in quel caso i tweet erano il riflesso delle opinioni di coloro che, votando, avrebbero potuto determinare il risultato delle elezioni, in questo caso, la decisione verrà presa dagli oltre 5 mila membri dell'Academy of Motion Picture Arts and Sciences. E dunque i pareri aggregati dei twittatori non hanno in questo caso alcuna ambizione predittiva e vanno presi per quello che sono. Questo non vuol dire che, con i dovuti accorgimenti statistici, Twitter non possa essere utilizzato per fare ipotesi sul futuro. In passato, per esempio, le conversazioni sul social network sono servite per cercare di prevedere l'andamento al box office di un film nel primo weekend, quello generalmente considerato decisivo per le sorti di un titolo al botteghino. I ricercatori dell'HP Labs hanno analizzato di 3 milioni conversazioni su un gruppo di film arrivando alla conclusione che c'è una “forte correlazione tra la quantità di attenzione su un determinato argomento (in questo caso un film in uscita) e il suo risultato in futuro”.
Non solo cinema – Lo studio degli Hp Labs è stato anche sottoposto a critiche e precisazioni ma l'uso dei media sociali per monitorare l'atteggiamento dell'opinione pubblica su vari argomenti si sta consolidando. In Italia Voices from the Blogs, spin off dell'Università di Milano, ha impiegato la sua metodologia di analisi dei cinguettii per prevedere, con un margine di errore medio del 2 %, i risultati delle primarie del centrosinistra (e prima ancora delle elezioni Usa). Più in generale, la diffusione di Internet e la crescita di servizi che contano centinaia di milioni quando non miliardi di utilizzatori ha offerto ai ricercatori nuove prospettive per individuare tendenze e fenomeni. Tra i primi ad accorgersene Google che notò (argomentando la scoperta anche in un articolo scientifico) come le ricerche web degli utenti sui sintomi dell'influenza rivelavano una correlazione con la diffusione dell'epidemia. Sulla base di questa constatazione dal 2008 è attivo il servizio Google Flu Trends, ora esteso a 29 Paesi, che tiene traccia in tempo quasi reale dell'andamento del contagio stagionale.
Da qui al 24 febbraio, giorno in cui saranno consegnati gli Oscar, sarà tutto un fiorire di discussioni, previsioni e indiscrezioni. E' sempre stato così e così sarà anche per l'edizione 2013, c'è da scommetterci. Quello che c'è di nuovo, rispetto agli anni passati, è che le fluttuazioni delle opinioni e delle emozioni degli appassionati di cinema su un candidato o l'altro saranno più facili da seguire. Anzi saranno sotto gli occhi di tutti, in tempo reale. Grazie a Twitter. Il servizio di microblogging ha infatti lanciato nei giorni scorsi Oscars Index, una sorta di borsino che permette di osservare l'andamento nel tempo dei “nominati” per le principali categorie in lizza sulla base del consenso che ottengono nelle discussioni sul social network. Con i titoli dei candidati che salgono o scendono sulla base del favore degli utenti.
Sentimenti digitali - L'indice, scrive la stessa Twitter, “riflette il flusso e il riflusso delle conversazioni lungo la stagione dei premi mostrando quanto positivamente i fan commentano i candidati”. Nel caso del miglior film, per esempio, al 19 gennaio gli apprezzamenti più alti riguardano Vita di Pi e Il lato positivo - Silver Linings Playbook. Ma anche Beasts of the Southern Wild, Argo e Django Unchained non se la passano male. In caduta, negli ultimi giorni, Lincoln, più staccato, in termini di giudizio, anche Amour di Michael Haneke e decisamente distante dai primi Zero Dark Thirthy di Kathrin Bigelow. Ma quel che è più interessante osservare sono le tendenze. Che permettono di notare, per esempio, come a ridosso di Natale Argo e Django Unchained fossero caduti piuttosto in basso in termini di preferenze per poi risalire. Molto più lineari gli andamenti degli altri titoli, in particolare quelli delle opere di Steven Spielberg e Ang Lee che hanno mantenuto un'approvazione costantemente alta per tutto l'ultimo mese. Sul fronte “migliore attore”, stando a Twitter, è una lotta serratissima tra Bradley Cooper, Denzel Washington, Hugh Jackman e Daniel Day Lews, tutti accreditati di un gradimento notevole (e stabile). Più staccato, e più fluttuante, Joaquin Phoenix. Per le attrici il favore dei cinguettatori – sempre al 19 gennaio – premia Jennifer Lawrence, in vantaggio su Naomi Watts e Quvenzhané Wallis. Meno apprezzate, a quanto pare, Emmanuelle Riva e Jessica Chastain, che ha perso posizioni negli ultimi giorni.
Lo score – Il punteggio attribuito a ciascuno candidato è calcolato analizzando il cosiddetto “sentiment” dei tweet, ovvero l'emozione associata ai messaggi che riguardano le nominations. Dopodiché il risultato è comparato con tutte le altre conversazioni che avvengono sul social network. Dunque, l'82,5 attribuito a Lincoln, per esempio, significa che i cinguettii che discutono del film di Spielberg sono in media più positive dell'82,5 % degli altri tweet. L'Oscars Index ricorda il “Political Index” messo a punto da Twitter in occasione delle elezioni presidenziali Usa. La differenza rispetto ad allora è che se in quel caso i tweet erano il riflesso delle opinioni di coloro che, votando, avrebbero potuto determinare il risultato delle elezioni, in questo caso, la decisione verrà presa dagli oltre 5 mila membri dell'Academy of Motion Picture Arts and Sciences. E dunque i pareri aggregati dei twittatori non hanno in questo caso alcuna ambizione predittiva e vanno presi per quello che sono. Questo non vuol dire che, con i dovuti accorgimenti statistici, Twitter non possa essere utilizzato per fare ipotesi sul futuro. In passato, per esempio, le conversazioni sul social network sono servite per cercare di prevedere l'andamento al box office di un film nel primo weekend, quello generalmente considerato decisivo per le sorti di un titolo al botteghino. I ricercatori dell'HP Labs hanno analizzato di 3 milioni conversazioni su un gruppo di film arrivando alla conclusione che c'è una “forte correlazione tra la quantità di attenzione su un determinato argomento (in questo caso un film in uscita) e il suo risultato in futuro”.
Non solo cinema – Lo studio degli Hp Labs è stato anche sottoposto a critiche e precisazioni ma l'uso dei media sociali per monitorare l'atteggiamento dell'opinione pubblica su vari argomenti si sta consolidando. In Italia Voices from the Blogs, spin off dell'Università di Milano, ha impiegato la sua metodologia di analisi dei cinguettii per prevedere, con un margine di errore medio del 2 %, i risultati delle primarie del centrosinistra (e prima ancora delle elezioni Usa). Più in generale, la diffusione di Internet e la crescita di servizi che contano centinaia di milioni quando non miliardi di utilizzatori ha offerto ai ricercatori nuove prospettive per individuare tendenze e fenomeni. Tra i primi ad accorgersene Google che notò (argomentando la scoperta anche in un articolo scientifico) come le ricerche web degli utenti sui sintomi dell'influenza rivelavano una correlazione con la diffusione dell'epidemia. Sulla base di questa constatazione dal 2008 è attivo il servizio Google Flu Trends, ora esteso a 29 Paesi, che tiene traccia in tempo quasi reale dell'andamento del contagio stagionale.