Khalas Mixtape Vol.1 è un album realizzato da artisti nordafricani che celebrano le lotte per la libertà e la democrazia esplose nei rispettivi Paesi. La potenza delle rivoluzioni cantata a ritmo di hip hop e diffusa via p2p. I VIDEO
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di Carola Frediani
Se la rabbia ha giocato un ruolo nelle rivolte nordafricane, allora non c’era musica più adatta a rappresentarle del rap. Che dall’Algeria all’Egitto, da Bengasi a Tunisi, si è trasformato nei mesi scorsi nella colonna sonora delle proteste anti-governative. Un gruppo di espatriati libici l’ha capito e ha deciso di realizzare un album con alcune di queste canzoni: il Khalas MixTape Vol.1, una compilation di artisti hip hop nordafricani chiamata anche "Mish B3eed", cioè "Non Lontano", ad indicare la prossimità fisica e ideale delle proteste che stanno squassando il lato sud del Mediterraneo. La distribuzione, ovviamente, è via Internet, il medium che più ha caratterizzato queste rivolte.
Ogni canzone, pur esprimendo le specificità dei singoli contesti nazionali, evidenzia anche le impressionanti somiglianze delle diverse rivoluzioni: rabbia giovanile, ansia di libertà e disgusto per la corruzione. A gestire l’operazione il 28enne libico-americano Abdulla Darrat, che ha deciso di creare l’album agli albori della sommossa tunisina. Il giovane è infatti a capo di un gruppo di esuli libici chiamato Khalas! (cioè, abbastanza) che in occasione del primo discorso tenuto da Muammar Gheddafi alle Nazioni Unite nel settembre 2009 decisero di lavorare assieme per sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale sul regime dittatoriale del raìs in cerca di legittimazione.
Enoughgaddafi.com è il loro sito, ma attualmente non sembra più raggiungibile. Anche per questo motivo è iniziato in Rete un tam tam per diffondere in altro modo l’album di protesta sui siti e sulle reti peer-to-peer.
In copertina, per non lasciare dubbi sul significato politico dell'operazione, ci sono le facce strappate e mixate dei governanti della regione, dall’egiziano Mubarak all’algerino Bouteflika. Nelle canzoni le note martellanti di giovani artisti in jeans e maglietta, pieni di speranze e indignazione, tutti presenti su Facebook con una propria pagina.
Come l’algerino Lotfi Double Kanon che nella sua canzone lancia un messaggio al presidente Bouteflika da parte della gioventù del Paese, stanca del nepotismo e dell’assenza di una prospettiva di futuro.
Guarda il video di Lotfi Double Kanon
O come l’egiziano Ramy Donjewan che canta, Ded El 7koma, che significa Contro il governo. “Sono contro chi comanda, contro l’autorità, contro il governo e l’oppressione, ed ho mille ragioni”.
Guarda il video Ramy Donjewan
O ancora il tunisino El General, piuttosto noto, e diventato ancora più popolare dopo essere stato arrestato dal regime e successivamente liberato. Le sue due canzoni presenti nella compilation sono state scritte dopo il rilascio. “Questo è un messaggio agli altri governanti”, canta El General. “Egitto, Algeria, Libia, Marocco… tutti devono essere liberati”.
Guarda il video di El General
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Se la rabbia ha giocato un ruolo nelle rivolte nordafricane, allora non c’era musica più adatta a rappresentarle del rap. Che dall’Algeria all’Egitto, da Bengasi a Tunisi, si è trasformato nei mesi scorsi nella colonna sonora delle proteste anti-governative. Un gruppo di espatriati libici l’ha capito e ha deciso di realizzare un album con alcune di queste canzoni: il Khalas MixTape Vol.1, una compilation di artisti hip hop nordafricani chiamata anche "Mish B3eed", cioè "Non Lontano", ad indicare la prossimità fisica e ideale delle proteste che stanno squassando il lato sud del Mediterraneo. La distribuzione, ovviamente, è via Internet, il medium che più ha caratterizzato queste rivolte.
Ogni canzone, pur esprimendo le specificità dei singoli contesti nazionali, evidenzia anche le impressionanti somiglianze delle diverse rivoluzioni: rabbia giovanile, ansia di libertà e disgusto per la corruzione. A gestire l’operazione il 28enne libico-americano Abdulla Darrat, che ha deciso di creare l’album agli albori della sommossa tunisina. Il giovane è infatti a capo di un gruppo di esuli libici chiamato Khalas! (cioè, abbastanza) che in occasione del primo discorso tenuto da Muammar Gheddafi alle Nazioni Unite nel settembre 2009 decisero di lavorare assieme per sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale sul regime dittatoriale del raìs in cerca di legittimazione.
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