Arnoldo Foà, i 95 anni di un artista burbero

Spettacolo
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Quasi un secolo di teatro, cinema e tv, ma anche di libri, poesia e pittura. Festa alla Casa del Cinema per il grande attore che senza problemi dichiara: "Un mio erede? Ci provino, se ci riescono"

Una folla di amici e di ammiratori ha festeggiato alla Casa del Cinema di Roma i 95 anni di Arnoldo Foà, quasi un secolo di teatro, cinema e tv, ma anche di libri, poesia e pittura; di viaggi, di matrimoni, di insegnamento ai giovani del Centro Sperimentale.
L'attore, salutato e applaudito da tutti se ne stava seduto in prima fila, accanto ad Anna, la sua quarta moglie che ha cinquanta anni meno di lui.

Lui che non ha rinunciato nemmeno in questa occasione a lanciare qualche battuta volutamente ruvida, di quelle che hanno nutrito la sua leggenda di uomo intrattabile; battute del tipo: "Ma siete tutti venuti qui per me, davvero? Ma allora siete tutti cretini!". E giù una risata piena di sarcasmo e di autoironia.
Del resto nella sua 'Autobiografia di un artista burbero'  pubblicata due anni fa da Sellerio (ma scritta nel 2001) Arnoldo confessa candidamente di "aver sempre desiderato di essere amato; non riverito, encomiato, rispettato; amato nel senso di vedere il sorriso sul volto di chi mi guarda, il sorriso che si accende sul volto degli amici e degli sconosciuti".

E nel giorno dei suoi 95 anni di quei sorrisi solidali ne ha colti tanti. Il menu della festa prevedeva la proiezione di un documentario biografico di Lorenzo degli Innocenti e Alan Bacchelli, con le musiche di Riccardo Procaccino, dal titolo 'Almeno io Foa", al quale hanno contribuito, fra gli altri, Maurizio Costanzo, Ricky Tognazzi, Moni Ovadia, Gabriele Vacis, Ettore Scola, Lella Costa, Ombretta Colli, Alessandro d'Alatri e molti altri. Dopo la proiezione gli interventi affettuosi di alcuni dei presenti: Pino Insegno, Pino Quartullo, Michele Mirabella, Francesca Benedetti.
Lui, intanto, il Grande Attore, il decano del teatro italiano appariva sullo schermo in tutte le età e in tutti i contesti: da quando subì le leggi razziali in quanto ebreo, a quando, in veste di annunciatore di Radio Bari annunciò la fine della guerra; dai film d'avventura degli anni Cinquanta, alla popolarità televisiva della stagione d'oro degli sceneggiati di matrice letteraria (un titolo fra cento: 'Capitan Fracassa') alle collaborazioni di prestigio, con Orson Welles, Totò o Giorgio Strehler. E poi le schegge di una vita lunga e piena: le mogli e gli amici; la dedizione al teatro e la passione per l'insegnamento; le amatissime figlie e l'esilio volontario alle Seychelles, quando poi scoprì che la terza moglie gli aveva alienato tutti i beni e lui - rimboccandosi le maniche - a 82 anni suonati riprese con successo le fila di una carriera che credeva chiusa.

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