Dall'mp3 alle nuvole: 10 anni di musica su Internet

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Soltanto di recente l'intero catalogo dei Beatles è stato digitalizzato
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In principio fu Napster, il programma che ha dato il via al download libero di canzoni. Dopo varie trasformazioni il futuro delle sette note online sembra sempre di più legato allo streaming. Ecco cosa è cambiato dal 2000 a oggi

di Alberto Giuffrè

La magia avviene al ristorante di Tom, a Manhattan. Non esattamente tra i tavoli di questo locale, frequentato anni fa anche da un giovane studente di nome Barack Obama. Il Tom's Diner è solo il luogo che dà il titolo a un vecchio successo di Suzanne Vega (guarda il video in fondo all'articolo). Un brano che entra nella mitologia della storia della musica quando un ingegnere tedesco di nome Karlheinz Brandenburg, nel 1995, decide di utilizzarlo come cavia per un nuovo formato audio. L'esperimento funziona: nasce l'mp3, la musica scompare. O meglio, per la prima volta diventa qualcosa che non si può più toccare. Oggi sembra quasi normale: la maggior parte delle canzoni “risiede” nei lettori mp3 o viaggia in rete su Youtube. Nel mezzo c'è stato un decennio di trasformazioni che hanno rivoluzionato le nostre abitudini. E l'industria discografica.

Napster contro tutti - E' il 1999 quando un software chiamato Napster diffonde una nuova idea molto semplice: è possibile avere a portata di mouse qualsiasi canzone sia mai stata pubblicata e, in alcuni casi, anche quelle non ancora nei negozi. Gratis. Se ne accorgono milioni di utenti che a fatica, facendo i conti con la velocità delle connessioni dell'epoca, scaricano canzoni su canzoni. E se ne accorgono gli artisti. Le reazioni sono diverse. C'è chi, come i Radiohead, non si scandalizza più di tanto nel vedere circolare l'album Kid A con tre mesi di anticipo sull'uscita ufficiale. Altri, come i Metallica vedono sfuggire dai loro hard disk una versione non definitiva della canzone “I disappear”, e non la prendono affatto bene. E' l'inizio di una lunga battaglia legale che porterà alla fine di Napster (trasformato prima in sito a pagamento e poi acquisito per 85 milioni di dollari dal colosso tedesco Bertelsmann).

Da Winmx a Emule - La battaglia di Napster è persa, ma la guerra dell'industria discografica contro il download gratuito è tutt'altro che finita. Nascono nuovi programmi in grado di compiere (meglio) le stesse operazioni. Winmx, Kazaa, Audiogalaxy sono alcuni dei software che colmano il vuoto. Dal 2004 circa a spuntarla è Emule. Le connessioni diventano sempre più veloci, intere discografie di artisti italiani e internazionali vengono scaricate in pochi secondi. Ad affiancare il circuito peer to peer ci pensa Bittorrent un altro protocollo che rende il download meno frammentato e più veloce.

iTunes: il download diventa legale –
Per buona parte del decennio gli mp3 scaricati rimangono sui pc o finiscono su cd masterizzati. Nel 2001 però compare sul mercato l'iPod. Altro non è che un disco fisso portatile capace di riprodurre file musicali. La Apple lo trasforma in un oggetto rivoluzionario. Nel giro di pochi anni gli auricolari bianchi diventano uno status symbol e altri lettori mp3 portatili (a prezzi più concorrenziali) entrano nelle vite di tutti gli amanti della musica. La rivoluzione di Apple è accompagnata anche dallo store di iTunes, il negozio digitale di canzoni in formato mp3. Una canzone a 0,99 centesimi. L'industria discografica intravede uno spiraglio. Un altro fenomeno diventa in poco tempo anche Myspace che nella seconda parte degli anni Zero diventa uno strumento imprescindibile per pop star di successo e band alle prime armi.

Il futuro nelle nuvole – Siamo abituati a pensare che ogni novità tecnologica porti con sé anche un miglioramento della qualità. Basta pensare ai dvd e i blu-ray nel caso degli home video. A questa tendenza fa eccezione la musica. L'mp3 è infatti un formato che inevitabilmente sacrifica la qualità a scapito della quantità. Più canzoni da portare in giro sul proprio lettore mp3 vuol dire infatti un suono compresso e meno ricco.
Il discorso vale a maggior ragione per l'ascolto in streaming. Da Pandora, la web radio che intuisce i gusti degli ascoltatori (inaccessibile in Italia) a servizi come Spotify. E’ il mondo del cloud computing che secondo molti caratterizzerà la nostra vita online sempre di più nei prossimi anni. Cosa cambia? I file che prima erano salvati sul nostro disco rigido adesso si trovano sparsi in server remoti. Come se fossero su una nuvola («cloud» in inglese). I software ora possono essere utilizzati tramite il browser (il programma per navigare) semplicemente inserendo nel sito di riferimento il proprio nome utente e la password. Quello che accade da anni con i servizi di webmail,adesso si espande a tutte le nostre attività digitali, musica compresa. Uno dei siti più utilizzati è LastFm, un social network delle sette note.

Ma la discoteca online più fornita rimane Youtube, che in un decennio ha inghiottito il modello del videoclip anni 80 e 90 ed è diventato un punto di riferimento. Per i nostalgici e per gli emergenti, che in poche ore grazie al passa parola possono farsi conoscere da migliaia di persone.

Guarda il video di Tom's Diner, la prima canzone a essere stata convertita in mp3

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