Lo ha sottolineato uno studio di un team di ricerca cinese e statunitense, pubblicato su “Plos One”. L’esposizione continua, tra l’altro, espone gli animali anche ad anomalie del sistema riproduttivo
La continua esposizione dei pesci alle fibre microplastiche nei mari e negli oceani contribuisce a compromettere il loro corpo, danneggiandone gli apparati respiratori e i sistemi riproduttivi. A dirlo è uno studio realizzato da un team di ricerca cinese e statunitense che è stato pubblicato sulla rivista scientifica “Plos One” e che ha visto coinvolti, tra gli altri, anche scienziati della Duke University.
Il ruolo delle microfibre
Nello specifico, stando ai risultati di questa ricerca, un’esposizione cronica a questi composti provoca negli animali aneurismi, l'erosione degli strati superficiali e altri gravi danni alle branchie oltre ad aumenta in maniera significativa la produzione di uova, segno che i prodotti chimici che sono contenuti in queste microplastiche potrebbero agire come interferenti endocrini. Gli esperti, così come si può leggere sul portale della Duke University, spiegano come spesso le microfibre siano composte di poliestere, polipropilene e altri tipi di plastica e quando vengono perse o lavate via da tessuti sintetici usati nell'abbigliamento e in altri prodotti di consumo e industriali, entrano nelle acque reflue e si depositano nei mari, negli oceani, nei fiumi e nei laghi del globo, rappresentando in alcune aree particolari oltre il 90% dell'inquinamento da microplastica. "Precedenti studi sul campo hanno dimostrato che molti pesci mangiano grandi quantità di queste microfibre ogni giorno ma hanno meccanismi protettivi nell'intestino che sembrano prevenire i danni", ha spiegato David E. Hinton. "Ma quando si estende lo studio fino esaminando i tessuti e le cellule, come abbiamo fatto noi, si osservano cambiamenti dannosi".
I risultati dei test eseguiti
"Oltre alle fibre che i pesci mangiano, centinaia o migliaia di microfibre passano anche attraverso le branchie ogni giorno e scopriamo che è qui che si verifica gran parte del danno", ha spiegato Melissa Chernick, ricercatrice presso la Duke University. Nei loro studi, gli esperti hanno monitorato dei pesci esposti ad alti livelli di microfibre nell'acqua per 21 giorni, i quali hanno segnalato aneurismi, membrane fuse e un aumento della produzione di muco nelle branchie, nonché cambiamenti significativi delle cellule epiteliali che rivestono le branchie stesse. “Ci sono stati gravi cambiamenti nei loro organismi. E ogni cambiamento può influire sulla lor respirazione", ha detto Chernick. "Se sei un pesce che vive in natura e presenti danni alle branchie, mentre ti trovi in un ambiente a basso contenuto di ossigeno o sei inseguito da un predatore, sei nei guai. Lo stesso vale se stai competendo con altri pesci per il cibo. Il solo fatto di avere questi danni ti renderebbe meno competitivo". Tra gli altri effetti collaterali, è stato riscontrato nelle femmine, esposte a fibre contenenti polipropilene, un aumento nella produzione di uova nel tempo, suggerendo che le sostanze chimiche che possono agire come interferenti endocrini.