Catturata la colazione dei primi buchi neri

Scienze
Buchi neri (Getty Images)

Osservando i quasar primordiali, un team di ricercatori coordinato dall’esperto italiano Emanuele Paolo Farina è riuscito a rivelare la presenza di grandi riserve di gas in loro prossimità 

Cosa mangiano i buchi neri per colazione? La risposta a questa curiosa domanda arriva dai risultati delle osservazioni di un team di ricercatori coordinato dall’esperto italiano Emanuele Paolo Farina, degli Istituti tedeschi Max Planck per l'Astronomia di Heidelberg e per l'Astrofisica di Garching, che è riuscito a identificare i principali ‘alimenti’ che hanno permesso la crescita e lo sviluppo dei primi buchi neri, venuti alla luce all’alba cosmica, all’incirca 900 milioni di anni dopo il Big Bang.
I primi buchi neri probabilmente si sono nutriti di grandi quantità di gas e polveri. Osservando i quasar primordiali, ovvero quelle galassie lontane e particolarmente brillanti che presentano nel nucleo un immenso buco nero, dal quale deriva la loro forte lucentezza, gli esperti hanno rivelato grandi riserve di gas in loro prossimità.

Lo studio nel dettaglio

Per realizzare la scoperta, descritta sulla rivista specializzata Astrophysical Journal, gli esperti grazie all’ausilio del nuovo spettrografo Muse (Multi Unit Spectroscopic Explorer) del telescopio dell'Osservatorio Europeo Meridionale (Eso), Very Large Telescope (Vlt), al lavoro in Cile, hanno osservato 30 quasar primordiali.
La grande quantità di gas scovata nelle loro vicinanze, stando al parere dei ricercatori, potrebbe spiegare come i buchi neri siano riusciti a svilupparsi e a espandersi così velocemente all’inizio della storia dell’Universo.

I risultati delle osservazioni

"Per decenni gli astronomi hanno sfruttato la luminosità delle quasar per studiare formazione ed evoluzione di galassie e buchi neri in tutti i tempi cosmici", ha spiegato Emanuele Paolo Farina, coordinatore dello studio. "Quello che ancora non comprendiamo è il processo con cui buchi neri con masse miliardi di volte il Sole possano formarsi in meno di un miliardo di anni dopo il Big Bang. Per crescere così tanto in così poco tempo questi giovanissimi buchi neri devono avere avuto a disposizione un ricco buffet di cui nutrirsi, in particolare enormi porzioni di idrogeno". Secondo gli esperti, la ricca scorta alimentare dei primi buchi neri dell’Universo potrebbe essere garantita dalla cosiddetta ragnatela cosmica: una rete di filamenti che sarebbe funzionale a trasportare il gas dallo spazio intergalattico fino alle quasar.  

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