Lo studio delle unità biologiche potrebbe permettere ai ricercatori di ottenere una migliore comprensione delle prime fasi della gravidanza
Una ricerca guidata dall’Istituto Wellcome Sanger di Cambridge ha permesso di realizzare la prima mappa cellulare della placenta. Si tratta di un ‘atlante’ che comprende oltre 70.000 cellule. Lo studio delle unità biologiche potrebbe permettere ai ricercatori di ottenere una migliore comprensione delle prime fasi della gravidanza, ancora avvolte da un alone di mistero, e del ‘dialogo’ tra l’utero e la placenta, il cui malfunzionamento è la causa di numerosi aborti spontanei. Durante la ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature, gli esperti hanno scoperto vari fattori che concorrono al mantenimento di un ambiente vitale stabile necessario per portare avanti con successo una gravidanza.
L’interazione tra le cellule di utero e placenta
Nelle fasi iniziali della gravidanza, nell’utero materno si forma la placenta, un organo temporaneo fondamentale per il corretto sviluppo del feto. Durante questo primo stadio della gestazione alcune cellule di utero e placenta si mescolano. L’interazione tra le unità biologiche dei due organi è importantissima per il proseguimento della gravidanza. Si tratta però di un processo di cui finora non erano noti i meccanismi. Grazie agli sforzi dei ricercatori che hanno preso parte allo studio, guidati da Roser Vento-Tormo e Mirjana Efremova, questo legame tra utero e placenta è diventato maggiormente comprensibile. Gli esperti hanno analizzato il corredo genetico delle molecole di Rna che regolano l’espressione dei geni di oltre 70.000 cellule della placenta tra la sesta e la quattordicesima settimana di gravidanza. L’analisi si è poi estesa alle unità biologiche dell’utero e del sangue materno.
Un nuovo strumento statistico
I dati ottenuti nel corso dello studio hanno permesso ai ricercatori di sviluppare un nuovo strumento statistico chiamato ‘CellPhone’, in grado di prevedere come le cellule di utero e placenta interagiranno tra loro. Hanno determinato, inoltre, che nel corso del primo trimestre di gestazione il sistema immunitario della madre tende talvolta a rispondere troppo intensamente alla presenza estranea del feto, causando degli aborti spontanei.