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Il 'cactus che cammina' ha un parente vissuto 500 milioni di anni fa

Scienze
Immagine di archivio (Getty Images)

Grazie a un fossile, i ricercatori hanno scoperto una creatura appartenente ai lobopodi, la stessa specie di cui fa parte la Diania cactiformis, nota per l'aspetto simile alla pianta

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Un animale nudo e senza alcuna difesa, a tal punto da condurre una vita totalmente solitaria per evitare qualsiasi minaccia. Attraverso lo studio di un fossile è stato possibile giungere alla scoperta di una nuova specie, vissuta oltre 500 milioni di anni fa nel periodo Cambriano. Si tratta di un esemplare che faceva parte della famiglia dei lobopodi, creature simili a vermi per la forma tubolare e muniti di piccole zampe. A condurre la ricerca, che è stata pubblicata sulla rivista Scientific Reports, sono stati Georg Mayer, professore all’Università di Kassel in Germania, e Qiang Ou, docente all’Università di geoscienze della Cina.

Una vita da eremita

A sorprendere i ricercatori è stata, in particolare, la differenza riscontrata tra la Lenisambulatrix humboldti, la nuova specie scoperta, e la più nota Diania cactiformis. Quest’ultima, anch’essa parte dei lobopodi e quindi stretta parente dell’esemplare a cui apparteneva il fossile, era infatti dotata di una caratteristica struttura a forma di casco e un’armatura di spine, da cui ha origine il soprannome affibbiatole dagli scienziati, “cactus che cammina”. Entrambe queste componenti risultavano fondamentali nella difesa dell’animale dai predatori. Al contrario, gli studiosi hanno notato come il corpo della Lenisambulatrix humboldti fosse spoglio di qualsiasi protezione difensiva, a tal punto da ipotizzare che la creatura conducesse una vita da eremita, nascondendosi da ogni altro essere che avrebbe rappresentato un pericolo mortale.

Lopobodi, antenati preziosi

I lobopodi sono considerati dagli scienziati gli antenati dei più moderni animali invertebrati quali gli onicofori, gli artropodi e tardigradi, questi ultimi noti per la capacità di sopravvivere in condizioni estreme. Per questa ragione lo studio dei lobopodi, creature che vivevano adagiate sul fondale dei mari, risulta particolarmente importante per capire di più sull’evoluzione dei loro successori. Secondo Derek Briggs, professore nel dipartimento di geologia e geofisica dell’Università di Yale, la scoperta della ricerca condotta da Mayer e Ou sarebbe molto importante poiché “la nuova creatura priva di difese è un’ulteriore prova della già grande diversità dei lobopodi del periodo Cambriano”.