Le immagini a colori virano al senape in questa storia vecchia di 15 anni, che parla di tecnologia e sogni. C'era vita su
Marte? Un evento catastrofico ne ha forse provocato la fine? Le domande che rilanciava al mondo questo addetto ai lavori con il logo dell'agenzia spaziale europea stampato sul cappello intervistato al bordo di una rampa di lancio del cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan. Era il 2003. Il lanciatore russo Soyuz con a bordo la sonda europea Mars Express decollava il 2 giugno, e la missione raggiunse il Pianeta rosso in soli sei mesi, confermando sul campo la rapidità racchiusa nel suo nome. L'obiettivo era ambizioso come solo un sogno spaziale sa essere: studiare Marte nelle sue profondità, alla ricerca di un'eventuale presenza di acqua e ghiaccio. Grazie anche a molta tecnologia made in Italy. A bordo della sonda viaggiava Marsis, un radar con le antenne targato Asi per sondare i misteri nascosti sotto la dura crosta del Pianeta. Forse un giorno dovremo andarci a vivere, concludeva quell'addetto ai lavori. Precorrendo le magnifiche sorti e progressive di una specie multiplanetaria che oggi a Marte è sempre più vicina.